Valutazione della sostenibilità ambientale di strategie di gestione di circuiti stampati a fine vita

L’ultima innovazione nel campo del recupero dei metalli dai circuiti stampati è quella delle strategie biotecnologiche. Queste tecnologie si sono sviluppate negli ultimi venti anni ed hanno suscitato grande interesse nelle maggiori compagnie internazionali.

Principalmente prevedono l’utilizzo di microrganismi, al fine di recuperare alcuni specifici metalli,come il rame, il nichel, l’oro e l’argento. Il metodo si apre a svariate possibilità di utilizzo, sia per l’estrazione diretta dei metalli, sia come operazione preliminare alla cianurazione per recuperare metalli preziosi come l’oro.

I batteri sono utilizzati per vari scopi in relazione alla capacità di interazione rispetto ai diversi metalli, come per la capacità di legarne certi tipi alla superficie cellulare o di trasportarli all’interno per determinate funzioni cellulari; le proprietà descritte sono fondamentali nei processi perché permettono di estrarre selettivamente i metalli presenti nei circuiti stampati.

Sono due i principi sui quali la biometallurgia estrattiva è basata:
- biolisciviazione, mediante la quale si ossidano i metalli liberandoli in soluzione, grazie a flussi di aria o acqua che attraversano parti derivanti dai circuiti pre-frammentati, ottenendo rese di estrazione comprese tra 65-90% (Thiobacillus ferrooxidans e Thiooxidans);
- bioadsorbimento, un processo di interazione chimico/fisica passiva tra un gruppo di microrganismi, solitamente biomasse algali, fungine e batteriche, ed ioni in soluzione. Questa tecnica presenta numerosi vantaggi quali costi di esercizio molto bassi, minimizzazione dei fanghi chimici/biologici generati e un’alta efficienza nella detossificazione degli effluenti (Cui et. al 2008).