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La forza delle parole. Mauro Rostagno, giornalista antimafia.

Mauro Rostagno a RTC: giornalismo innovativo contro arretratezza culturale

Mauro Rostagno iniziò a collaborare con RTC da settembre del 1987. Secondo Gianni Di Malta, il cameraman del sociologo torinese, quest'ultimo era già stato invitato dalla rete tv per partecipare alla trasmissione Paese Mio condotta da Cammareri. Alla vigilia delle elezioni politiche, che si sarebbero tenute in giugno, la rete televisiva trapanese, allo scopo di informare la cittadinanza, mandò in onda alcune tribune elettorali. Ad uno di quegli incontri venne invitato casualmente Rostagno che , solo sul finire della trasmissione prese parola.
Il suo intervento,
seppur breve, fu molto acuto tanto da colpire l'editore che, alla fine della trasmissione, gli propose di fare un programma suo. Inizialmente, il sociologo torinese non sembrò molto interessato alla proposta e non diede una risposta ad Enzo Tartamella che continuò ad insistere anche nei giorni seguenti. Rostagno ne parlz allora con la compagna , Chicca Roveri e con l'amico, il guru della Saman Francesco Cardella (Alcuni sostengono che fu proprio quest'ultimo a spingere il giornalista-sociologo a cominciare una collaborazione con la rete televisiva in seguito ad un suo accordo preso con Bulgarella). Quindi , dopo aver avuto l'appoggio di coloro che gli erano più vicini il sociologo si recz dal direttore di rete proponendogli

"Io vengo qui ma per fare terapia, vengo solo se mi accompagnano gli ospiti della Saman"

Fu dunque la terapia che avvicinò Rostagno al suo futuro impegno nel giornalismo antimafia. La meritoria iniziativa di RTC , accettata di buon grado da Tartamella, ebbe un effetto positivo sui ragazzi della Saman, che ebbero la possibilità di avere un impegno lavorativo, ma lo ebbe ancor di più sul sociologo torinese che sentì risvegliare in sè, la vitalità, la sagacia e l'ironia dello scrittore di qualche anno prima. Rostagno si appassionò da subito al suo nuovo mestiere e, grazie alla sua innata creatività ed originalità, si inventò alcune rubriche: Copertina, in onda prima del Tg e Siparietto trasmesso dopo il notiziario. Qualche anno dopo, Caterina Bulgarella, moglie del direttore di RTC, che nel frattempo aveva lasciato il lavoro di insegnante per dedicarsi totalmente all'emittente televisiva, disse

"Ho avuto modo di conoscerlo veramente a fondo. Mauro era semplicemente geniale.['] Sia io che mio marito lo accogliemmo con entusiasmo perché eravamo convinti delle sue grandi doti televisive."

Il lavoro del sociologo a RTC divenne sempre più intenso nei mesi successivi alla sua assunzione e ciz determinz l'aumento di introiti per la rete televisiva. La sua capacità comunicativa, il suo modo semplice di spiegare le notizie, la sua vicinanza alla cittadinanza, inerme dinnanzi allo strapotere dei politici, gli permisero di avere molto seguito nel capoluogo siciliano. Di certo, i trapanesi adoravano Mauro Rostagno ed a dimostrazione di ciò c'é la testimonianza di molti abitanti della città che ricordano che nelle ore in cui veniva trasmesso il suo Tg non esisteva casa nella quale il televisore non fosse acceso su Radio Tele Cine. L'inizio del connubio Rostagno-RTC segna una svolta nel panorama dell'informazione televisiva trapanese: le notizie erano chiare e dagli schermi dei loro apparecchi i cittadini sentivano nominare personaggi che conoscevano bene ma che erano presi in causa per faccende losche, intricate e soprattutto fino ad allora sconosciute. Il sociologo torinese fu capace di ricostruire la sua personalità, di arricchirla, di reinventarsi giornalista. L'uomo vestito di bianco era destinato a lasciare un'impronta molto
profonda nel cuore dei trapanesi e in una terra da lui molto amata.
L'inizio dell'attività giornalistica di Rostagno avvenne in un periodo in cui, nel trapanese , nel quale il partito maggiore era storicamente la Dc appoggiata da Psi, Pri, Psdi, e Pli, si stava modificando l'assetto politico. Infatti, già a Palermo, il sindaco democristiano Leoluca Orlando aveva formato una giunta nella quale vennero inclusi i comunisti mentre i socialisti rimanevano fuori dall'esecutivo. Nel capoluogo siciliano si realizzò, in un certo senso, il compromesso storico voluto, a livello nazionale, da leader quali Aldo Moro ed Enrico Berlinguer.
Di conseguenza, nella provincia di Trapani, sotto l'influsso del cambiamento politico avvenuto a Palermo, era in corso una modifica degli equilibri: nel comprensorio, su 24 comuni 14 ricalcavano la giunta "anomala" di Orlando. Inoltre, proprio nel periodo della sua attività televisiva, Rostagno si avvicinò alle posizioni del Pci-Pds di Trapani con il quale, qualche tempo prima della sua morte, progettò di formare una lista elettorale per le elezioni dell'89. Anche tale progetto, come l'attività giornalistica del sociologo torinese, avevano l'obiettivo di cambiare l'organizzazione politica del capoluogo siciliano nel quale erano ormai ben note le collusioni tra malavita e componenti dell'esecutivo. Salvatore Cusenza, esponente della sezione trapanese del Pci ricordò che:

"Il lavoro di Rostagno a RTC si divide in due fasi: nella prima l'informazione é un fine, nella seconda diventa uno strumento per fare altro."

Le "due fasi" alle quali Cusenza fa riferimento esistettero davvero nell'attività giornalistica di Rostagno, anche se non nel senso attribuitogli dall'esponente comunista. Le affermazioni del politico trapanese, inoltre, non hanno trovato , negli anni, molti riscontri nelle dichiarazioni rilasciate dai colleghi del sociologo torinese e soprattutto da Giacomo Pilati che dice:

"il suo progetto principale era quello di utilizzare la televisione per poter recuperare i tossicodipendenti."

In realtà, Rostagno partì da questo presupposto, ma le sue grandi doti comunicative e la sua indole, lo portarono ad essere un supporto non solo per gli utenti della Saman, ma anche e soprattutto per la cittadinanza che aveva la possibilità di parlare, senza alcuna censura, dei propri disagi. All'interno di RTC, il sociologo torinese, subì dunque un cambiamento, non radicale, ma importante poiché si rispecchia anche al di fuori di sè e nel suo modo di affrontare l'attività giornalistica. A sostegno di ciò , la testimonianza di Ninni Ravazza, collaboratore di Rostagno, che afferma:

"Era stato messo in televisione per promuovere la causa della Saman. Ma a un certo punto cominciz a promuovere anche altre cause. Che erano quelle della città, della libertà, dell'onestà."

Dunque, ad un certo punto, il sociologo torinese trasformò la sua trasmissione sulla cura della tossicodipendenza in un vero e proprio programma di denuncia trovandosi nuovamente ad essere promotore di un'attiva controinformazione, come era successo all'epoca delle manifestazioni studentesche del '68. Troviamo a questo punto un Rostagno, seppur profondamente diverso dal giovane studente trentino, combattivo e schierato dalla parte dei più deboli, deciso a far valere i diritti della cittadinanza come era in parte accaduto anche nel periodo in cui, in veste di inviato in Sicilia di Lotta Continua, aveva promosso l'occupazione da parte dei senzatetto della cattedrale di Palermo. Oltre all'uomo politicamente e socialmente impegnato, ritroviamo anche Sanatano, vestito di bianco: un uomo interiormente molto vicino a chi subiva soprusi, un animo nobile che riusciva ad emozionarsi per le parole della "zia Pippina" alla quale da giorni mancava l'acqua corrente, o per la conoscenza della madre di una vittima della mafia o della droga. Il Rostagno giornalista era dunque nato dal confluire di tutte le sue vite in una sola e la consapevolezza con la quale , il sociologo torinese, svolse la sua attività a RTC fu una dimostrazione concreta della maturazione di ogni sua capacità. Ciò che permise a Rostagno di ambientarsi subito in un ambiente come quello trapanese furono soprattutto le sue conoscenze in ambito sociologico grazie alle quali il guru trentino dimostrò, più volte nel corso della sua vita, di poter comunicare e di saperlo fare. Dunque, la sua attività giornalistica non verteva solo sull'esplicitazione dei disagi provati dalla cittadinanza ma ad un certo punto si concentrò su alcuni episodi riguardanti la classe politica della città di Trapani e della provincia. Molti esponenti dell'esecutivo dichiararono di avere con Rostagno un rapporto di "reciproco rispetto" ma in realtà all'interno del contesto in cui opera, il sociologo torinese venne sopportato a mala pena da molti politici che erano divenuti protagonisti indiscussi della cronaca. Ciò dipese dal fatto, che attraverso alcuni acuti, ironici e molto limpidi servizi televisivi , Rostagno iniziò a criticare il mondo della Trapani "bene" cercando di rivelarne le trame oscure.

"Immaginati che , durante quegli anni, un cittadino doveva contattare il comune , ed i politici anche solo per avere un certificato: non si andava all'ufficio preposto ma si contattava l'amico dell'amico che conosceva il politico che poteva fargli avere il documento. Ciò é emblematico anche e soprattutto del rapporto della città con la classe politica: una relazione di totale sottomissione nella quale il politico-padrone sovrastava il cittadino-succube. È chiaro dunque che se Rostagno, con i suoi editoriali, denigrava la figura di un personaggio del consiglio comunale trapanese quest'ultimo si risentiva perchè era il suo potere che veniva messo in discussione."

Le collusioni tra malavita e politica portarono molto presto il sociologo a trattare degli argomenti che "infastidivano", che minavano il potere di molti suscitando l'ira dei personaggi più in vista della provincia siciliana. Il giornalismo d'inchiesta e di denuncia di Rostagno fu , dunque, non solo molto innovativo rispetto all'arretratezza culturale del territorio trapanese ma soprattutto fu un esperimento audace portato avanti da un uomo altrettanto coraggioso. La spinta decisiva all'avanzamento della provincia siciliana venne data appunto dall'incisività del sociologo torinese che innescò una reviviscenza negli animi dei suoi fedeli spettatori e di chi, anche da lontano, lo seguiva attentamente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La forza delle parole. Mauro Rostagno, giornalista antimafia.

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Informazioni tesi

  Autore: Sonia Kazandjian
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Luciano Granozzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 165

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