Vampire's legacy: percorso attraverso alcune rappresentazioni contemporanee del vampiro

I miei libri riflettono chiaramente un viaggio dentro l'ateismo per ritornare a Dio. È impossibile non accorgersene. Essi sono un tentativo di stabilire ciò che è buono e ciò che è cattivo in un mondo ateo, descrivono la lotta tra fratelli e sorelle in un mondo senza padri e madri credibili.

È così che Anne Rice descrive il viaggio che le sue Cronache dei vampiri hanno svolto in quarant'anni di pubblicazioni. Le sue creature sono quelle che, forse, si avvicinano di più alla figura del conte Dracula, facendo riferimento alle caratteristiche classiche dei vampiri: dormire di giorno, la continua sete di sangue, e perchè no anche la bara, ma nonostante questo, gli esseri creati dalla Rice si distaccano completamente da esso. Possiamo identificare come nemesi di Dracula proprio il principale protagonista delle cronache dei vampiri Lestat de lioncourt:

ah, Lestat intrepido principe del regno dei vampiri. Questo amato personaggio creato dalla scrittrice Anne Rice ha conquistato di colpo le nuove generazioni di fan dei vampiri nello stesso modo in cui Dracula fece tanti anni fa. Lestat è un vampiro adatto a questo laico ventesimo secolo – è immune ai simbolimi cristiani (croci e acqua santa) così come quelli pagani (aglio e paletti di frassino). L'unica cosa che può ucciderlo è la luce del sole, e forse neanche quella, in fondo, sarebbe sufficiente. Portando la versione cinematografica romanticizzata del vampiro un passo avanti, i vampiri della Rice non sono soltanto socialmente attendibili nel loro aspetto fisico: sono magnifici. La loro bellezza androgina è una delle cose che li definisce sia come razza che come individui. Sebbene i vampiri della Rice non possano cambiar forma, essi possono volare e lasciare i loro corpi. Ciò significa forse che dobbiamo estendere la definizione di vampiro per includere l'abilità di volare e la paura della luce? cosa dire della loro bellezza in netto contrasto con il personaggio con le orecchie a punta e le mani pelose del romanzo di Stoker? La risposta, si deduce, deve essere nella storia, quando ci si dimentica della finzione letteraria e le sue idee e ci si concentra sulla verità. Ciò non è necessariamente vero, come vedremo. La storia ci descrive vampiri di ogni sorta, e anche coloro che spendono le loro vite alla ricerca della verità hanno differenti opinioni".

Proprio il cambio di epoca è alla base, come già accennato, della metamorfosi del vampiro. Via croci, paletti o quant'altro usato per combattere il vampiro. Anzi nei romanzi della Rice l'uomo non combatte più questa creatura, ne è solo vittima inerme. Sembra quasi impossibile per l'uomo competere con quella creatura che da l'impressione di essere l'"essere perfetto", terrorizzato solo dalla condanna all'immortalità. L'ateismo e la successiva riconciliazione con la religione affondano direttamente le radici nella situazione personale che la scrittrice statunitense ha vissuto in prima persona:

Nel 1998 la Rice si è riconciliata con la religione cattolica, dopo essersi professata atea fin dalla giovinezza. A tal proposito, l'autrice ha dichiarato: "Mi sono in qualche modo stancata di essere atea. Ha iniziato a non avere più senso per me e mi sono stufata della nostra arroganza".

Una riconciliazione questa che sembra aver permesso alla Rice di poter continuare la sua saga, visto che questa si nota sin dal quinto romanzo:

"Mi chiamo Memnoch", dichiarò tranquillamente, con un piccolo gesto implorante. "Memnoch il Diavolo. Voglio che tu lo ricordi così." "Memnoch il Diavolo." "Esatto. È così che mi firmo." "Bene, lascia che ti dica una cosa, Sua Altezza Reale dell'Oscurità: non intendo aiutarti in nessun caso! Non sono un tuo servitore!" "Credo che riuscirò a farti cambiare idea", rispose in tono pacato. "Credo che arriverai a capire perfettamente le cose guardandole dal mio punto di vista."

Ecco qui descritto quello che sembra il punto di inizio della conversione di Lestat, e naturalmente della Rice, questo incontro che cambierà completamente la vita del vampiro:

Memnoch coinvolge Lestat in un rapido viaggio tra paradiso e inferno narrandogli la storia della creazione dal suo punto di vista. Dal suo racconto si evince che nel corso dei secoli si è andata affermando sempre di più la convinzione che Dio e il diavolo fossero esseri contrapposti identificabili rispettivamente con il bene e il male. Memnoch, però, spiega al vampiro che il suo compito è semplicemente quello di prendersi cura delle anime dei dannati per purificarle e prepararle all'ingresso in paradiso; anche Memnoch, quindi, sembra lavorare in base ad un preciso disegno divino. Il motivo per il quale Memnoch ha contattato Lestat, infine, è per chiedergli di stare dalla sua parte quando verrà il momento di combattere".

Il messaggio che sembra dare il romanzo è molto forte: qui si parla di una collaborazione tra Dio e il diavolo che è in netta contrapposizione con le dottrine religiose. C'è da ricordare che si tratta comunque di un romanzo, quindi i fatti narrati andrebbero letti solo ed esclusivamente sotto quest'aspetto. Da buona scrittrice horror la Rice non poteva fare altro che concedere la parola a colui che rappresenta il male per eccellenza, facendogli narrare una storia che va ben oltre la realtà e riabilitando, o almeno provandoci, la sua figura.