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''The embodiment of gender'': il corpo della donna da oggetto a strumento di azione

The feminine apologetic

Come conseguenza dell'identificazione dello sport con la maschilità, le donne che prendono parte alle attività sportive con successo rischiano ancora oggi di essere guardate con sospetto, come donne meno donne delle altre perché poco femminili.
Per questo motivo, da parte delle atlete, si è osservata sempre di più la tendenza ad assumere un atteggiamento di enfasi della loro femminilità e perfino a negoziare le proprie pratiche di allenamento con le norme della femminilità tradizionale per compensare la loro partecipazione alle attività sportive. Tale atteggiamento, che garantisce l'accettabilità delle atlete a condizione che appaiano graziose ed attraenti agli occhi degli uomini, viene definito “feminine apologetic” (Roth e Basow, 2004).
Ciò che le atlete mettono in atto è una serie di pratiche corporee volte ad adeguare se stesse e il proprio corpo agli ideali normativi di bellezza e femminilità. Sebbene queste pratiche possano sembrare innocue hanno in realtà importanti effetti, sia sul modo in cui le donne spettatrici interpretano le capacità del proprio corpo sia sulle concezioni che vanno a radicarsi nel senso comune. Il messaggio che passa ha il chiaro effetto di offuscare i meriti atletici delle donne e il loro impegno a favore del loro aspetto e contribuisce a consolidare l'idea, tuttora diffusa, che lo sport è “roba da uomini” e che le donne che vi partecipano lo fanno poco seriamente o che, comunque, devono mostrarsi attraenti prima di tutto. Così si può trovare scritto nel sito internet della campionessa di nuoto Federica Pellegrini che, come a significare la scarsa compatibilità tra le due, esistono “due identità che convivono: la donna e l'atleta” o in un'intervista da lei rilasciata alla rivista Vanity Fair, riferendosi alle immagini che la rappresentano in pose sensuali, l'affermazione: “Questo è il primo servizio fotografico in cui mi sono sentita donna”.
Queste pratiche inoltre non si limitano all'apparenza, spesso condizionano le performance delle atlete, come nel caso delle bodybuilders e delle pesiste che, negoziando con le norme della femminilità tradizionale, controllano lo sviluppo del proprio fisico per non irrobustirsi troppo. Nel bodybuilding questa tendenza è incentivata dal fatto che molte giurie tendono a valutare negativamente le atlete troppo muscolose (Lenskyj, 1986). Ho potuto osservare questa tendenza anche nella mia squadra di calcio, dove mi è capitato di sentire, durante gli allenamenti, affermazioni del tipo: “Non possiamo fare solo esercizi per le gambe, già le ho grosse di mio, se continuo così divento un uomo!”.
Anche la realtà mediatica ha un ruolo consistente nelle costruzioni di immagini ideologiche della femminilità. La sessualizzazione delle donne sportive è un fenomeno in costante crescita in tutto il mondo occidentale, le immagini che le raffigurano tendono ad enfatizzare la loro apparenza e il loro fisico sexy, invece di rappresentare semplicemente il loro fisico in azione. L'immagine delle atlete, soprattutto se utilizzata per fini commerciali nelle pubblicità, tende ad essere spogliata di ogni riferimento all'attività sportiva e rivestita di simboli della femminilità come l'apparenza, la moda e la sensualità, oppure associata ai ruoli tradizionali di moglie e madre o alle proprie vicende sentimentali (Hargreaves, 1994; Sassatelli, 2003). A questo proposito, sono emblematiche le parole che Federica Pellegrini afferma durante un'intervista alla rivista Fox Uomo: “Se dovessi scegliere di buttare dalla torre l'amore o la medaglia, sceglierei la medaglia per tenermi l'amore eterno”. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

''The embodiment of gender'': il corpo della donna da oggetto a strumento di azione

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Informazioni tesi

  Autore: Cristina Luerti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Enzo Colombo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 59

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corpo femminile
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donne e sport
media
sessismo
differenze di genere
cultura e società
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