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Testamento biologico e principio di Autodeterminazione

L’implementazione delle DAT

Il problema dell’implementazione delle DAT è secondo il CNB probabilmente la questione che sta a monte nel tema delle direttive anticipate e che deve trovare
soluzione in primis, onde evitare di svuotare di contenuto e significato le varie problematiche precedentemente viste.
La questione viene ad essere affrontata partendo dal presupposto che è eticamente rispettosa sia la posizione di chi chiede la presenza delle DAT sia quella di chi rifugge aggrappandosi all’idea del principio d’indisponibilità della vita umana. Il CNB ribadisce che la redazione di una DAT non può mai essere imposta come in alcuni ordinamenti nei confronti di determinati pazienti “oldest est”, perché questo rappresenterebbe una palese violazione della libertà di disporre della propria persona, così come il vietare ad un soggetto di redigere una DAT.

Nel documento il Comitato sottolinea come solo poche persone non solo nel nostro paese, ma anche in altri stati abbiano redatto una DAT e questo porta alla considerazione che l’eventuale colmazione di un vuoto normativo con una legge che ne legittimi la presenza non basti da solo a diffondere il testamento biologico. Il nodo della questione infatti, secondo il CNB, non è tanto giuridico-dottrinale quanto pratico e operativo in merito alla realizzazione e alla consolidazione di una corretta prassi di natura culturale: è su quest’ultima che il CNB punta per realizzare un’implementazione delle DAT, senza tralasciare la consapevolezza che dovranno passare ancora molti anni prima che l’istituto entri a far parte della nostra cultura socio-giuridica.
In questo contesto, quindi, è doveroso prendere atto che una normativa sul testamento biologico deve essere accompagnata da una forte consapevolezza e informazione bioetica la cui attivazione dovrebbe partire obbligatoriamente sia nelle scuole di medicina, sia nella società civile al fine di formare e mantenere in vita un istituto con valore pratico e non solo burocratico.
Il Comitato prende atto che sono molti gli interrogativi che gravitano intorno alle DAT e portano in ogni sistema giuridico a rifuggire dalla loro redazione, ponendo così problemi e conflitti tra le varie componenti sociali per quanto riguarda i processi decisionali.

Solo l’eliminazione di questi dubbi, l’esaltazione dell’alleanza terapeutico e del dialogo informato tra medico e paziente, la nascita di una dottrina sociale diversa e una compiuta e doverosa informazione attraverso campagne ad hoc possono dare un senso e un valore giuridico ad un simile atto normativo ed evitare lo svuotamento sostanziale del suo contenuto. Su questo ultimo punto, purtroppo, sembra che la nostra società sia ancora a livello embrionale, non comprendendo o forse addirittura ignorando come il sistema attuale fornito di false informazioni o informazioni mancanti sia il primo nemico d’abbattere per una completa espressione formale e sostanziale del diritto all’autodeterminazione, sancito dall’art. 32 della Costituzione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Testamento biologico e principio di Autodeterminazione

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Informazioni tesi

  Autore: Cristiana Rossi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giovanni Cosi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 290

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