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“L’aquila non vola a stormi” L’arte di Franco Battiato tra Oriente e Occidente

Lo stile inconfondibile di Battiato

La voce di Franco Battiato canta e incanta, è capace di evocare mondi lontani, di rassicurarci, entusiasmarci e a volte di trasmetterci la sua “profetica indignazione”. È facile lasciarsi cullare dalla prosodia calma e ponderata, dalla voce vellutata e inconfondibile del cantautore siciliano, che si trasforma in guida spirituale attraverso un canto che ricorda quelli di tradizione orientale.
Battiato si definisce un cantore arcaico che utilizza la musica per raggiungere stati primordiali. È in grado di farci immergere nel suo caro Oriente, grazie all’uso della qâf presa in prestito dall’alfabeto arabo in luogo della nostra “q” e all’emissione dei trilli. Basta ascoltare Luna Indiana per averne un esempio.
Quel che interessa a Battiato è ricreare un’atmosfera e non fare dell’esotismo. La qualità vocale di Battiato si è definita del tempo anche grazie a un allenamento vocale compiuto in gioventù, mai documentato nella sua discografia.

Col microfono partivo dalla fonte fronte e scendevo fino all’ombelico. L’intensità di emissione non cambiava. Era scioccante come fatto acustico. Emettevo un suono e dalla fronte fino al ventre, era sempre lo stesso. Avevo imparato l’emissione, la famosa emissione di maschera e di petto. La chiamerei una diffusione della voce nel corpo.

La voce, grazie agli esercizi, viene preparata a narrare la ricerca del sacro, un argomento inedito per il panorama pop, che viene affrontato con semplicità ed eleganza.
Battiato si serve di melodie ricercatissime e di un linguaggio micro-polifonico in cui il continuum sonoro riempie ogni spazio.

Moto browniano
Mi tentano paesaggi, senza alcuna idea di movimento...
dove l’immoto echeggia - riposi.


Questo ideale primigenio deve di necessità esprimersi in una musica essenziale, fatta
di purezza, di armonie tradizionali, di polifonie impercettibili: in superficie si eleva un suono calmo, mentre in profondità scorre una poliritmia interna fatta di piccoli urti sonori, di impercettibili battimenti. L’orchestrazione dei brani di Battiato si distingue per sobrietà e pacatezza; è paragonabile ad un abito di classe, che non ha bisogno di alcun orpello.
Oltre a comporre al pianoforte e trascrivere tutto al computer, Battiato non esita a ricorrere a una prodezza tecnologica che applica l’elettronica all’acustica: utilizza uno strumento prodotto dalla Yamaha, un pianoforte vero e proprio, collegato al computer su cui egli trascrive le sue partiture.

L’utilizzo che ne sto facendo io è perfetto per il mio genere di composizioni. In Gilgamesh c’è una parte ritmica di un isocronismo inesorabile. Pochi pianisti sono in grado di suonarla a livello di questa macchina. Si stancherebbero subito. È difficile che uno tenga per dieci minuti e perfettamente lo stesso tempo. È quasi impossibile. Ci sono anche altre complicazioni, perché il mignolo prende due note. Io magari ho la necessità di farne sentire di più una delle due. Umanamente è impossibile ma con questa macchina posso farlo. Ripeto, è una composizione adatta a questo genere di mezzo.

Il risultato è un’atmosfera vicina all’ipnosi, favorita dalla ripetizione.
Un altro esempio è costituito dall’Egitto prima delle Sabbie.
Battiato si definisce un “diarmonipatico” – vale a dire che, per una sorta di ipersensibilità alla musica, non tollera la dissonanza che ad esempio è parte fondante del jazz. Quest’ultimo ha un linguaggio a cui Battiato di non essere “adatto costituzionalmente”. L’amico pianista Antonio Ballista per provocarlo era solito suonargli degli accordi che lo facevano stare male fisicamente. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

“L’aquila non vola a stormi” L’arte di Franco Battiato tra Oriente e Occidente

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Cosentino
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Filologia Moderna
  Relatore: Graziella Seminara
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 162

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Parole chiave

musica
pop
oriente
sufismo
occidente
sgalambro
gurdjieff
franco battiato
reincarnazione

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