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Geisha, l'arte di essere donna nel XXI secolo

L'essenza della geisha

“Ascolto in silenzio la cara onee-san, mentre si disegna, sapientemente, gli splendidi occhi e mi spiega il suo punto di vista su ciò che sia meglio ricercare nel karyūkai. Ma io non desidero incontrare un danna. Io voglio farcela da sola, contando esclusivamente sulle mie forze. Desidero diventare un’artista completa e mantenermi con i frutti del mio lavoro, nella danza e nella musica. Io perseguo l’arte (gei) come vita: se per una geisha il gei è vita, allora è anche vero che il suo gei deve diventare arte. Levigare la propria esistenza in un’opera d’arte, per quanto possa sembrare un’ambizione elevata ai non giapponesi, è l’idea che sottende alla disciplina di una vera geiko. Non ho bisogno di nessun danna io, poiché nulla voglio con più convinzione: desidero divenire l’incarnazione dell’iki”

Questa citazione è di un’assistente maiko che vuole diventare l’incarnazione dell’iki. Ovviamente questo dovrebbe essere il motivo che spinge tutte le ragazze a intraprendere la difficile e impervia via che conduce al diventare geisha. L’iki è un termine giapponese che bene si accosta alla figura della geisha, perché come ho potuto intendere dal libro di Kuki Shūzō “La struttura dell’iki”, questo concetto sta alla base dell’essere geisha.

Iki è seduzione dell’altro sesso, e quale concetto si sposa meglio con il ritratto che abbiamo in mente delle giovani seduttrici di Kyoto e Tokyo, queste libellule che con i loro kimono fluttuanti attirano l’attenzione di tanti uomini di ogni estrazione sociale. La seduzione è il fondamento su cui si basa l’essenza della geisha, ma non solo: per sedurre non bisogna solo essere belle e avere un corpo snello e slanciato, bisogna avere spirito di sacrificio e abnegazione per lo scopo a cui si vuole arrivare.

L’iki non è solo seduzione dal punto di vista fisico e dell’attrazione che esiste fra i due sessi, ma anche raffinatezza, dolcezza, amabilità. Tanti aggettivi per un solo concetto sono davvero strani agli occhi di un occidentale, ma per spiegare meglio quale sia l’essenza della geisha, prima bisogna raccoglierne e osservarne i tratti caratteristici. La maiko Mitsu vuole diventare l’incarnazione dell’iki, vuole diventare un’opera d’arte in movimento capace di ammaliare e sottomettere lo sguardo di un uomo, che induce in pensieri maliziosi, quando la vede camminare elegante sui suoi sandali laccati.

L’iki è anche il modo in cui si mette in mostra l’attaccatura dei capelli; non troppo, altrimenti sarebbe volgare e “poco geisha”. Insomma, anche il minimo gesto, se studiato e eseguito con naturalezza, può diventare molto erotico. È vero che se la geisha non fosse in grado di fare tutto ciò non potrebbe ritenersi una vera geisha; truccandosi non in modo vistoso, ma leggero riesce a donare al proprio viso, una grazia e una raffinatezza tali da ammaliare uomini e donne. Io, anche se non sono un uomo, molte volte quando guardo una geisha rimango rapita dalla loro eleganza, raffinatezza, signorilità, nobiltà. Spiegare l’essenza della geisha è un’impresa davvero ardua, perché la geisha fa parte di una cultura diversa in cui la donna è vista in una maniera diametralmente opposta alla nostra. Per noi occidentali le geisha sono poco più di un simbolo della cultura giapponese e nient’altro, mentre esse sono parte di una tradizione e come tali vanno preservate; forse, anche se è un azzardo dirlo, andrebbero dichiarate patrimonio dell’umanità. Io credo che queste donne rappresentino la donna perfetta, perché hanno tutto quello che si possa chiedere ad una donna: hanno indipendenza economica, ai giorni nostri possono anche avere un fidanzato, possono avere una famiglia su cui contare.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Geisha, l'arte di essere donna nel XXI secolo

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Baglioni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2006-07
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Attività turistiche e di valorizzazione culturale del territorio
  Relatore: Alessandro Guidi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

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