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Sincronicità: connessioni emergenti sull'orlo del caos

Sull'orlo del caos: due casi clinici

La letteratura analitica riferisce come le forme più intense ed estreme di sincronicità avvengano all'interno del trattamento di pazienti psicotici e borderline. Cambray afferma che le coincidenze significative fanno il loro imponente e distruttivo ingresso in stati traumatici gravi, in quanto, riprendendo il modello CAS, i pazienti con disturbi rilevanti sono ben lontani dalla linea di equilibrio tra ordine e caos; il ritrovarsi nel caos pieno impedisce alla sincronicità di emergere in una forma immediatamente positiva, a causa dell'impossibilità di una comprensione adeguata da parte di questi pazienti dovuta alle forze omeostatiche interne che si oppongono al cambiamento47 . D'altro canto, l'intensità dell'attivazione inconscia ed affettiva nel vissuto sincronistico dei pazienti potrebbe suggerire l'ipotesi che si stia verificando un'auto-organizzazione di un sistema complesso in equilibrio su una condizione critica, necessariamente squilibrata; questo non spiega affatto il meccanismo in grado di far verificare il fenomeno, ma è utile nel coglierne la dinamica sottostante.

L'autore riporta due esemplificazioni degne di nota tratte dalla sua pratica clinica, in cui la coincidenza significativa appare in soggetti ai limiti dell'orlo del caos; gli esempi, inoltre, confermano la validità auto-organizzante della sincronicità per gli effetti di crescita che è in grado di apportare all'esperienza terapeutica.
Un primo caso riguarda una paziente con un trauma profondo, che, almeno inizialmente, non si sente in grado di sopportare i periodi di separazione dall'analista, e per questo, nei frangenti di assenza del terapeuta, opta per l'ospedalizzazione. Grazie ad un forte lavoro analitico la paziente, però, riesce, in seguito, a trovare il coraggio di fare a meno dell'ospedale in occasione di un allontanamento di Cambray. I due pianificano di sentirsi una volta telefonicamente, così che lei possa sapere di avere un punto di riferimento e di supporto durante questo periodo. Quando Cambray chiama la paziente si accorge di come sia molto agitata, soprattutto nel momento in cui gli racconta di un sogno in cui l'analista si trova nella Foresta Nera del tutto indifferente rispetto alla sua persona. Cambray comprende il trauma da abbandono che la sua paziente sta vivendo, per questo ritiene sia il caso di rassicurarla dicendole che non si trova in Germania nel tentativo di ricomporre il collegamento con lei che sembra sull'orlo di un baratro psicotico fatto di ombre, mostri e figure archetipali persecutorie. Il giorno dopo la telefonata Cambray va alla sua lezione di immersione subacquea e, con grande stupore, nota come il nome del luogo prescelto sia “Foresta Nera”. Dopo un momento iniziale di sconcerto nel realizzare la preveggenza della sua paziente, si accorge di come il suo atteggiamento nei confronti della Foresta Nera sia significativamente diverso rispetto a quello di lei emergente dal sogno. Il luogo, che diventa quasi metafora del caos e dell'inconscio, è considerato dall'analista piuttosto piacevole e affascinante, pur riconoscendone il potenziale di rischiosità. Andando a fondo nella riflessione l'analista immagina, poi, come il sogno possa veicolare un significato transferale ancora più forte:

[…] se la “foresta nera” fosse stata presa come metafora delle molteplici esperienze anomale della paziente, c'era allora il pericolo che io, in qualità di analista, venissi assorbito (o affascinato) e perso in queste comunicazioni ellittiche sincronistiche e perdessi la sua sofferenza umana.

Cambray attribuisce al sogno il significato aggiunto della paura, da parte della paziente, di un'eccessiva attenzione intellettuale dell'analista sugli aspetti occulti delle sue esperienze, piuttosto che sull'elemento centrale, la sua sofferenza emotiva. Al ritorno dalla vacanza Cambray, pur non comunicando la strana coincidenza della Foresta Nera (forse proprio tenendo a mente il meta-significato transferale che sembra aver colto), si trova spontaneamente più concentrato sulle dinamiche inconsce della paziente, inoltre si accorge di come l'evento sincronistico abbia favorito una nuova auto-organizzazione dell'analisi migliorandone, quindi, l'efficacia.
Il secondo caso riguarda un giovane paziente con caratteristiche ossessive. In una prima seduta, spostata dal suo orario canonico, Cambray avverte un senso di profonda stanchezza che aumenta con l'incedere dell'incontro, stanchezza solo parzialmente riconducibile al senso di costrizione che il paziente generalmente trasmette, e all'orario tardo di una giornata pesante. Negli ultimi minuti della seduta inaspettatamente il paziente decide di esporre un sogno contenente l'immagine di un bambino rinchiuso in uno stanzino; in ogni caso, però, l'incontro è terminato, e non c'è il tempo per la riflessione sulle associazioni e i significati dell'immagine del sogno. Dopo la seduta Cambray avverte uno strano disagio fisico, molto simile ad un'influenza, e, prima di tornare a casa, avverte come un'esigenza quella di sdraiarsi e riposare per un po'; ad ogni modo, il giorno seguente, i sintomi scompaiono e l'analista si rimette del tutto. La settimana seguente, nel successivo incontro, emerge nella seduta il tema del sogno di cui non si è discusso la volta precedente; nell'analizzare le immagini oniriche viene a galla un evento biografico fino a quel momento oscuro, ovvero, il paziente all'età del bambino del sogno soffre di un'allergia alimentare i cui sintomi sono assolutamente sovrapponibili a quelli sperimentati da Cambray durante e dopo la seduta precedente:

[…] io stesso, in un modello del tipo guaritore-delle-ferite, assorbivo inconsapevolmente una parte delle difese inconsce. Ero reso malato ma, aiutato dal sogno, ancora in grado di metabolizzare abbastanza per riguadagnare un certo ordine nella mia mente e riconoscere la coincidenza significativa fra i miei sintomi psicosomatici e la sua storia per poter iniziare una lenta dissoluzione delle difese.

Qui appare chiara la posizione di mezzo che l'autore assume tra le due contrapposte correnti di pensiero sulla sincronicità; Cambray non sminuisce del tutto il carattere unico di questi eventi, né li riconduce ad una sfera patologica, d'altro canto ne esalta le caratteristiche relazionali/transferali. L'analista in veste di quasi-sciamano assorbe inconsciamente su di sé i sintomi del bambino del sogno, e, in modo simbolico, le difese del paziente che si percepisce rinchiuso nello stanzino. Il riconoscimento di questa coincidenza funziona da valido sostegno, in seguito, alla terapia, per il diradarsi degli atteggiamenti estremamente costrittivi del paziente.
Questo episodio risulta essere diametralmente opposto al caso clinico precedente; qui il paziente è troppo spostato verso la condizione di ordine, piuttosto che verso quella del caos, quindi, sebbene in modo diverso, l'evento sincronistico diventa di nuovo funzione del cambiamento verso una posizione più equilibrata. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Sincronicità: connessioni emergenti sull'orlo del caos

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Hamam
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Medicina e Psicologia
  Corso: Scienze psicologiche
  Relatore: Mauro La Forgia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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Parole chiave

caos
complessità
jung
parapsicologia
archetipi
chiaroveggenza
inconscio collettivo
butterfly effect
sincronicità
cambray

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