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Albright, Rice e Clinton: retorica e gender nel discorso del segretario di stato americano

Donne e Politica: dal Movimento femminista ad oggi

Dopo avere esaminato il ruolo che le strategie discorsive e la retorica in generale rivestono nel linguaggio politico, vorrei concentrarmi su un argomento ancora più specifico e poco trattato dalla letteratura scientifica ovvero quello della retorica politica di genere. Il gender è definito dalle studiose Sonja K. Foss e Cindy L.Griffin “as a culture’s conception of the qualities considered desiderable for women and men, a construction created and mantained through various form of rhetoric”. Prima di considerare l’influenza del genere nella politica delle donne è necessario partire da una considerazione, ovvero il fatto che le donne siano entrate in politica solo di recente; la donna ha dovuto costruire la propria identità politica, la cui evoluzione è tuttora in corso, in un campo da secoli dominato dall’uomo. Nell’immaginario collettivo degli Stati Uniti la mistica della leadership ad esempio è ancora legata alla virilità anche perché connessa alla dimensione della guerra.

Ciononostante l’interesse per la retorica politica delle donne assume oggi un’importanza crescente considerati lo sviluppo e il nuovo stato dei diritti delle donne e il processo di empowerment in atto nei loro confronti; nell’era della globalizzazione e dei diritti di uguaglianza infatti la retorica delle donne in politica cerca di migliorare la vita delle donne nella società sia all’interno del Paese di provenienza che all’estero. Negli Stati Uniti in particolare è possibile riscontrare delle contraddizioni in questo campo, se da un lato l’America è infatti un paese all’avanguardia, dall’altro è estremamente riluttante nell’accettare alcuni semplici presupposti per un’effettiva uguaglianza di genere, come un sistema efficace di protezione delle donne lavoratrici. Uno sguardo al passato femminista dell’America mostra inoltre come quest’ultimo abbia delle radici totalmente diverse da quelle del nostro Paese; Esso nasce in ambito prevalentemente cristiano e vede tra le sue fondatrici Elizabeth Cady Stanton, Lucretia Mott, Susan B. Anthony le quali condividono tutte un retroterra protestante. La Convention di Seneca Falls del 1848 fu la prima Convenzione sui Diritti delle Donne nella storia americana che diede come risultato la Declaration of Rights and Sentiments abilmente modellata sugli argomenti della Dichiarazione di Indipendenza.

Dopo settant’anni di lotte le donne riuscirono finalmente ad ottenere il diritto di voto nel 1920; da quel momento in poi aumentarono la loro presenza in politica e furono formalmente incoraggiate ad entrare nella sfera pubblica soprattutto durante la seconda guerra mondiale. Il Presidente Franklin D. Roosevelt nominò Segretario del Lavoro nel 1933 Frances Perkins, la quale divenne la prima donna ad avere un incarico a livello del governo presidenziale. Negli anni sessanta e settanta “the women’s liberation movement developed because women continued to be marked as lesser in society” secondo Beasley; la studiosa sostiene infatti che in quegli anni “women remained confined to domestic sphere and were still subject to many legal and customary constraints which significantly hindered their ability to access public life and opportunities”. La vittoria di Bill Clinton nel 1992 passò alla storia come “Year of the Women”, grazie ai voti che il Presidente ottenne proprio dalle donne. La presenza di queste ultime nella politica nazionale americana crebbe soprattutto nel 2000, anno in cui sette donne si presentarono al Senato, 122 alla House of Representatives e 65 furono elette complessivamente al Congresso degli Stati Uniti. Nonostante questi successi solo trenta donne hanno ricoperto incarichi di gabinetto presidenziale e solo il 15% è rappresentata al Congresso.

Hardisty riassume le sfide che le donne devono fronteggiare nella società politica attuale: “The women’s movement has not, after all, resulted in dramatic increases in the number of women holding political office. Nor has ended sexist discrimination and harassment in many settings. The discrepancy in salaries and wages between women and men has not changed significantly. The glass ceiling still blocks most women from promotion to top position within the corporate world. And with very few exceptions women still have primary responsibility for housework and child rearing, despite the veneer of the more caring husband and father”. In altre parole dunque le aspettative di genere per le donne che operano in politica negli Stati Uniti hanno condizionato il loro coinvolgimento nella sfera pubblica e influenzato le loro scelte retoriche.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Albright, Rice e Clinton: retorica e gender nel discorso del segretario di stato americano

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Pafumi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Traduzione letteraria e traduzione tecnico-scientifica
  Relatore: Donatella Montini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 150

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Parole chiave

comunicazione politica
femminismo
genere
retorica
analisi linguistica
studi di genere
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