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Hegel e il mondo romano

La romanità negli scritti giovanili

Hegel si è sempre dimostrato essere un grande ammiratore della storia e della cultura greca. La Bella Eticità era una comunità idilliaca, appacificata al suo interno, i cui membri si davano solo in rapporto ad essa, condividendone gli scopi e i canoni etici. Il suo Spirito era fortemente comunitario poiché pensava ed agiva esclusivamente in vista di un bene condiviso da tutti i cittadini e reputava pericoloso l'emergere di pretese individuali non conformi ai canoni sociali.
Non c'è da stupirsi se è proprio il dileguarsi di un senso di appartenenza ad un intero che consideri al suo interno le singolarità senza annullarle, l'aspetto che, dopo il tramonto della Bella Eticità, più di altri viene rimpianto dal filosofo tedesco.
Abbiamo visto come la romanità, che segue immediatamente, sia nella Fenomenologia, sia nelle Lezioni Berlinesi, il mondo romano, abbia introdotto l'elemento dell'individualità attraverso il diritto privato. A tal proposito Bobbio reputa che in Hegel sia presente una dicotomia di fondo tra il diritto privato, inferiore e negativo, e il diritto pubblico, superiore e positivo.

La prevalenza del diritto privato sul diritto pubblico è una delle manifestazioni attraverso cui si rivela un'età della decadenza, ovvero un'età in cui avviene un processo di disgregazione dell'intero, di disorganizzazione della totalità organica, il particolarismo prevale sull'unità, il moto centrifugo su quello centripeto.

Il mondo romano rappresenterebbe quindi un'epoca di decadenza spirituale e politica, proprio perché ha spezzato la compattezza statale delle poleis greche, permettendone, attraverso l'azione particolarizzante del Diritto Privato, l'incontrollabile frammentazione in entità separate.
Tuttavia non è corretto reputare il pensiero hegeliano nella sua totalità, contrario all'elemento dell'individualità: agli "occhi dello Spirito della Storia", infatti, l'avvento di tale concetto rappresenta un "fattore decisivo nella storia universale", un evento che ha alterato in maniera drastica il percorso dell'umanità nel raggiungimento della Libertà Assoluta.

Qui di seguito considereremo, nelle opere dell'autore, le varie interpretazioni sul mondo romano, il quale, fattosi carico di un enorme fardello, ha permesso all'individuo di "essere un sé per sé essente".
Già nel 1793, ancora prima del suo trasferimento a Berna, Hegel contrappone la religione popolare o pubblica a quella privata:

"La religione popolare si distingue dalla religione privata sopratutto per il fatto che lo scopo della prima, operando essa potentemente sull'immaginazione e sul cuore, ispira all'anima in generale la forza, l'entusiasmo, lo spirito, che è indispensabile alla grande, sublime virtù. Lo sviluppo del singolo conformemente al suo carattere, l'ammaestramento sui casi di conflitto tra doveri diversi, i mezzi particolari per promuovere virtù, il conforto e consolazione nelle singole sofferenze e disgrazie, devono essere lasciate alla religione privata".

La religione privata, dunque, si limita a formare la moralità dei singoli individui, mira solamente alla salvezza delle loro anime, regolando le controversie etiche personali, mentre la religione popolare, condivisa nel sentimento da tutti gli appartenenti ad una collettività, permette "l'elevazione e nobilitazione dello Spirito di una nazione per cui il sentimento della sua dignità, così sovente sopito, viene risvegliato nella sua anima; ed allora il popolo non si umilia e non si lascia umiliare; e non solo si sente come "popolo", ma si aggiungono al quadro delicate tinte di umanità e bontà".

La religione greca, ad esempio, assolve ad una funzione unificatrice all'interno della società ellenica poiché è rivolta esclusivamente alla cementificazione del senso di appartenenza dei cittadini mentre non contempla il rapporto verticale diretto Divinità-Uomo il quale, invece, caratterizzerà il Cristianesimo. In Grecia il culto è celebrato fisicamente, in un luogo di ritrovo e di festa, è un momento di raccoglimento capace di attrarre a sé gli abitanti di una città o dell'intera nazione, permeandone gli animi dello stesso spirito

Le dimore e gli atrii del dio sono per l'uso dell'uomo; i tesori che vi si conservano sono in caso di bisogno i suoi, l'onore di cui quegli gode nel suo ornamento è l'onore del popolo artista e magnanimo. Nel dì della festa esso adorna le sue proprie case, le sue vesti, ed anche le sue cerimonie con arredi decorativi. In tal guisa riceve dalla gratitudine del dio il compenso e le prove della di lui benevolenza nella quale esso con lui si legò per mezzo del lavoro; […] anzi nel reso onore e nell'offerta dei doni esso ha il godimento immediato della sua propria ricchezza e magnificenza.

La festa religiosa, che si svolge all'interno del Tempio Greco, non è un evento rivolto al solo compiacimento della divinità, ma a tutta la comunità partecipante la quale, riconoscendosi come unica sotto il segno del Dio, rafforza, in maniera quasi amichevole, il rapporto tra mortale ed immortale.59
Già in questa primissima fase, anche se ad un livello esclusivamente religioso, Hegel reputa l'interesse per la vita privata come deterioramento della cosa pubblica: se la religione individuale, finalizzata esclusivamente alla cura della persona singola non può che acuire la distanza tra i membri della società, ostacolando la realizzazione di un qualunque progetto condiviso, è solamente la religione pubblica, proprio a causa della sua natura comunitaria, a permettere ai singoli di costituirsi come unità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Hegel e il mondo romano

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Armari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Guido Coccoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 33

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