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La relazione tra democrazia e diritti umani

Democrazia e diritti culturali

Una ulteriore considerazione, che può rafforzare l’idea dell’esistenza di un rapporto e di una reciproca interdipendenza tra diritti umani e democrazia, riguarda il nesso intercorrente tra democrazia e quel ramo dei diritti umani rappresentato dai diritti culturali.
Questi si distinguono in due categorie:

1) i diritti all’educazione e ai benefici della conoscenza scientifica, che sono diritti degli individui allo sviluppo personale e all’accesso al sapere scientifico universale;
2) diritto dei gruppi a praticare e riprodurre la propria cultura specifica.

Con riferimento alla prima categoria di diritti culturali, dobbiamo dire che anche essi risultano fondamentali per la democrazia, in quanto se ipotizziamo che ad un cittadino venga negato il diritto all’istruzione, in questo caso il principio democratico dell’uguaglianza civile e politica risulterebbe fortemente compromesso, in quanto l’istruzione è necessaria se vogliamo essere in grado di esercitare efficacemente i nostri diritti civili e politici, o perfino di conoscere quali essi siano. L’accesso senza discriminazioni all’educazione, pertanto, è essenziale per la nozione di cittadinanza uguale che risiede al cuore della democrazia.

A tale considerazione si aggiunga quella che ruota intorno al contenuto dell’art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che sancisce esplicitamente il diritto all’istruzione. Tale articolo al secondo paragrafo specifica che il processo educativo deve essere orientato a rafforzare il rispetto per i diritti dell’uomo e per le libertà fondamentali, favorendo la comprensione, la tolleranza e l’amicizia fra tutte le nazioni e tutti i gruppi razziali o religiosi, nonché lo sviluppo delle attività delle Nazioni Unite per la conservazione della pace. Appare subito evidente che le finalità del diritto all’istruzione, nelle intenzioni dei redattori della Dichiarazione, sono le stesse di ogni ordinamento che si reputi democratico. Infatti una corretta democrazia ha tra i suoi obiettivi quello di promuovere e consolidare rapporti di amicizia e di convivenza pacifica tra i popoli e le nazioni.
Ne deriva che il diritto all’istruzione può essere qualificato come un valido strumento per favorire l’affermazione e lo sviluppo dei principi democratici nei vari ordinamenti. Circa il diritto dei gruppi a praticare e riprodurre la propria cultura specifica, siamo in presenza di un diritto che, a differenza della prima categoria di diritti, si riferisce a gruppi o comunità culturali specifiche e agli individui che ne fanno parte. Viene quindi riconosciuta una particolarità o una distintività culturale, piuttosto che l’universalità.

Ipotizziamo che vengano disattese le richieste di riconoscimento da parte delle minoranze. Le ripercussioni sull’ordine democratico sarebbero molto gravi, in quanto tale negazione porterebbe ai fenomeni del secessionismo, della guerra civile e del terrorismo, e quindi alla violazione dei diritti civili e politici di base. Per scongiurare tutto ciò negli ordinamenti democratici sono state introdotte delle procedure volte a correggere il carattere maggioritario delle competizioni tra partiti. Tra le più comuni possiamo ricordare le procedure volte a riconoscere forme di autonomia regionale in cui viene attribuita alla minoranza una maggioranza nella propria regione, oppure la procedura in base a cui l’esecutivo sia diviso tra maggioranza e minoranza. Ciò dimostra che la democrazia implica necessariamente il riconoscimento dei diritti culturali, anzi essi giungono, in taluni casi, anche ad influenzare il carattere istituzionale di uno Stato democratico, per cui il rispetto dei diritti culturali richiede una rivalutazione del concetto di democrazia e delle sue procedure.

Infatti la democrazia, nella sua concezione tradizionale, è stata intesa come una forma di governo attraverso cui i cittadini potessero esprimere i propri diritti in quanto titolari indifferenziati dei diritti stessi, ma non è stata contemplata anche come un mezzo attraverso cui i cittadini potessero esprimere le proprie peculiarità culturali in quanto membri di una comunità particolare. Inoltre la democrazia tradizionalmente intesa ha sempre contemplato l’identità nazionale in senso monopolistico e unitario, non multiplo e particolare, ed ha considerato i partiti come concorrenti per il consenso, non dei portatori di identità. E’ quindi necessario che, nelle società culturalmente pluralistiche, vi sia una revisione di tale concezione della democrazia che si adatti alle esigenze di quel tipo di società, così da realizzare l’uguaglianza politica e civile tra cittadini e debellare i rischi di uno sconvolgimento dell’ordine politico e della pacifica e civile esistenza di una nazione politica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La relazione tra democrazia e diritti umani

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Informazioni tesi

  Autore: Arsenio Siani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Enrico Diciotti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 37

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