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Peter Pan: Mito e Dramma

''Peter Pan, who or what are thou?''

Era il gennaio del 1867. David Barrie, pupillo della madre Margaret, avrebbe compiuto quattordici anni di lì a due giorni. Studiava a Glasgow, dove suo fratello maggiore, Alexander, faceva l’ispettore scolastico. Margaret lo aveva lasciato andare a malincuore, restia a staccarsi dal figlio prediletto. Ma, d’altro canto, appartenente agli Auld Lichts qual era, sognava per lui un futuro nella chiesa presbiteriana.
David era andato a pattinare su un lago ghiacciato, dove cadde e batté violentemente la testa. Le sue condizioni sembrarono subito critiche. La famiglia, a Kirriemuir, venne avvisata seduta stante, e Margaret si accingeva a raggiungere il figlio: era già alla stazione quando giunse il telegramma che annunciava la morte di David.
La donna restò a letto per mesi, alienata dal mondo circostante e dall’affetto familiare. James aveva meno di sette anni. Non comprendeva il dolore della madre, si sentiva deluso, trascurato, estremamente arrabbiato. La sorella lo aiutò a riavvicinarsi alla madre, spingendolo a cercare di parlarle e di ricordarle che aveva ancora un figlio. Fu un percorso lungo e difficile: dapprima James si sforzò di divertirla, spesso accecato dalla gelosia per quel bambino morto che gli sottraeva l’affetto materno; in un accesso di disperazione, arrivò a indossare i vestiti di David, imitare la sua camminata, imparare il suo particolare modo di fischiettare. Infine, i due arriveranno a confidarsi su quel dolore inconfessabile, dando inizio solo in quel momento a una vera relazione madre-figlio.
La loro congiunta creatività intreccerà assieme le vecchie leggende celtiche alle storie dell’infanzia precocemente abbandonata di Margaret, strizzando l’occhio ai giochi di Barrie e ai romanzi d’avventura avidamente letti. La sua creatività inizia a svilupparsi da questo doloroso ricongiungimento, e si scatena non appena sua madre lo incita a scrivere i propri racconti.
Molti anni dopo, Barrie è uno scrittore e drammaturgo affermato, con una carriera giornalistica brillante alle spalle. Nei suoi scritti, l’idea di un bambino che rifiuta il destino che gli adulti hanno stabilito per lui, fuggendo il tempo e l’umanità, come detto, inizia già a intravedersi in Tommy and Grizel.
Le opere su Peter Pan raccolgono totalmente il pensiero di Barrie, avendo ogni sua opera, nelle parole di Andrew Birkin, puntato in quella direzione. L’immaturità di Sentimental Tommy, l’ambiguità identitaria e la lotta contro la vecchiaia di Quality Street; la darwiniana lotta per il potere di The Admirable Crichton, la metamorfosi di Autore in Opera e la Maternità per finta di Little Mary (1903); infine l’ardua battaglia tra Madre e Artista per il primato della Creazione di The Little White Bird; tutto questo e molto altro ancora si riversa in Peter Pan mescolandosi ai giorni del Black Lake Cottage e dei Giardini di Kensington assieme ai bambini di Sylvia e Arthur. “Sfregandoli assieme”, nasce il personaggio che renderà lo scozzese, per quanto snobbato dall’ambiente critico, una figura immortale quanto il suo personaggio.
Il fatto che i manuali di letteratura liquidino Barrie con un paio di righe o al massimo una pagina, e rigorosamente in ambito infantile o tra le poche star della kailyard literature, dimostra la superficialità con cui spesso si guarda a Peter Pan, personaggio dalla grandezza drammatica, e la completa ignoranza del bagaglio simbolico di cui Barrie lo carica. Peter viene più che spesso relegato semplicisticamente a un riflesso della personalità di uno scrittore mai cresciuto veramente, che trascorre il suo tempo in compagnia di bambini: questa visione approssimativa si esprime nella frequente equazione Barrie = Peter.
Le cose non stanno esattamente così: c’è gran parte del carattere di Barrie nel bambino volante, ma è altrove che l’autore si è trasfigurato come personaggio vero e proprio.
Le già citate affermazioni di Barrie sull’amarezza del crescere (specie riguardo alla crescita dei Llewelyn-Davies) riflettono il carattere di un uomo tremendamente consapevole del proprio sottostare al tempo, e del rammarico di non potere, come Peter, sfuggirgli. È un adulto malinconico, approdato a un mondo di bambini, che partecipa ai loro giochi come può, ma comunque senza riuscire a “fare squadra” con loro: costretto a fare da antagonista, “pirata” all’arrembaggio di un mondo che non gli appartiene. Il fatto che a Black Lake interpreti Swarthy è una dimostrazione che lo scrittore avrebbe voluto essere il bambino, ma non ne ha la forza (“the strongest always chooses to be Peter”).
Anche Wendy cela Barrie: nella veste di storyteller, “bardo” dei bambini, si fa in qualche modo “mamma” dei ragazzi, prima e dopo Peter Pan. La sua infertilità come marito e padre lo porta, come Win The Little White Bird, a stabilire la propria paternità per vie artistiche, e il suo amore per la fanciullezza verrà dimostrato non solo nella sua coatta adozione dei Llewelyn-Davies alla morte di Sylvia, ma anche dalla donazione dei diritti d’autore di Peter Pan al Great Ormond Street Hospital nel 1936.
Peter Pan è molto più di questo: assume grande valenza simbolica come trasfigurazione fantastica di quel bambino mai cresciuto, “volato via” dalle aspirazioni materne per ripetersi eternamente nell’immagine di un bambino di tredici anni a cui era andato definitivamente un “bacio” che J.M. Barrie non riuscì mai ad afferrare.[...]

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Informazioni tesi

  Autore: Conrado De Vita Berlinck
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Lingue, Letterature Straniere e Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Fabio Cleto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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