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Snake Plissken - il Prototipo dell'antieroe

Sergio Leone e Clint Eastwood

Dopo Ford, Peckinpah e Hawks, un altro dei registi western (questa volta non americano!) preferiti da Carpenter, è Sergio Leone. Anche perché lo spaghetti-western all’epoca, negli anni ’60, era stato un po’ “esportato” in tutto il mondo, con notevole successo.
Oltretutto i film di Leone hanno avuto facile accesso negli States grazie ad una distribuzione capillare in gran parte delle sale cinematografiche, cosicché anche Carpenter ha avuto facile accesso verso queste pellicole.
Lo spaghetti-western è stato un genere molto popolare, al punto che molti registi italiani cercarono di imitare lo stile di Leone, ma senza riuscirci e anzi rendendo i film inutilmente violenti ed efferati senza quell’ironia amara che pervadeva quelli di Leone; oltretutto negli States vennero completamente ignorati, a rafforzare il titolo di Leone come Re incontrastato del genere.
In un’intervista Carpenter, alla domanda su quali altri registi western oltre a Hawks gli piacessero rispose citando anche Leone: “A proposito di western classici. Quali altri registi ti piacciono? Vampires ha qualcosa di Peckinpah e Leone… - Sì è vero, ci ho messo dentro Peckinpah e Leone”.
Vediamo come continua l’intervista con la domanda dell’intervistatore e la risposta dell’intervistato:

«Ma non si tratta di registi che in un certo senso rappresentano la fine del western classico? Non l’ho mai pensato di Leone. Non l’ho mai visto come un epilogo. Ho sempre pensato a lui nei termini di un’ulteriore passo avanti, in direzione dell’opera lirica. Mi sembrava che stesse trasformando la forma. “Wow! Guarda dove possiamo andare partendo da qui!” Sfortunatamente nessuno è mai andato da nessuna parte. C’era una volta il West è un film semplicemente straordinario… Che film! Mi ricordo di averlo visto quando la Paramount lo ha letteralmente scaricato [nelle sale] nel 1969. Non era piaciuto. L’avevano fatto a pezzi, l’avevano tagliato e poi se ne erano disfatti allo sbaraglio. Io sono andato a vederlo e “Wow! E questo cosa sarebbe? Che Visione!”.»

Da ciò che afferma Carpenter, sembra che, stranamente, il film di Leone non sia piaciuto tanto ai distributori e che lo abbiano fatto circolare con difficoltà nelle sale; ma forse in parte è colpa dell’eccessiva durata del film (circa 3 ore). Comunque il regista si dimostra piacevolmente sorpreso dall’opera di Leone, anche se ha assistito ad una versione molto rimaneggiata e accorciata.

Dopo questa dichiarazione entusiasta su C’era una volta il West, non si può fare a meno di spendere due parole per Clint Eastwood, che è stato uno dei volti principali ad incarnare gli eroi solitari protagonisti delle pellicole di Leone.
Oltretutto, come ho detto prima per Escape from New York, in origine Carpenter pensò a Clint Eastwood per il ruolo di Snake, ed in seguito lo volle anche per il ruolo di McReady nella Cosa ma, in quel caso, l’attore rinunciò all’ultimo momento e Carpenter dovette “ripiegare” sul suo fedelissimo Kurt Russell (con risultati eccellenti, secondo me).
Oltre a ciò, va aggiunto il fatto che Eastwood e Carpenter sono amici di vecchia data, come conferma il regista stesso:

«Ti piacciono invece i western di Clint Eastwood? Alcuni… è un amico, quindi non dovrei parlarne… Come posso spiegare senza sembrare offensivo? Preferisco i western fatti con Don Siegel. Credo che Don Siegel sia davvero un grande regista. Di Eastwood ce ne sono un paio che mi piacciono… Gli Spietati è il suo film migliore. è un buon western e un bel film. Ce ne sono altri che invece mi hanno davvero deluso. Ma è un amico e non vi dirò nulla di più.»

Queste frasi enunciate dal regista, dimostrano che egli non vuole sbilanciarsi più di tanto sul conto dell’attore, rimanendo abbastanza neutrale, e quindi non esponendo nessun giudizio troppo negativo o positivo. Cosa assolutamente normale, se si pensa che, come dice Carpenter, è un suo amico da anni.
Oltre a Clint Eastwood, un altro attore importante negli spaghetti-western di Leone è Lee Van Cleef che dà il volto a vari bounty killer “veterani”; oltre che impersonare Hauck, l’Alto Commissario del carcere, in Escape di Carpenter.
Proprio per questo l’opera di Carpenter deve molto ai primi tre speghetti-western di Leone.
Vediamo cosa dice Liberti in proposito:

«Non si può dimenticare il debito di 1997: Fuga da New York nei confronti della cosiddetta “trilogia dei dollari” di Leone, che si esplicita non solo nelle relazioni dei personaggi e l’apparizione nel ruolo di Hauck di Lee Van Cleef, uno dei volti più familiari del cinema del regista italiano, ma soprattutto nello stile recitativo biascicato e carico di insopprimibile cinismo. E non si può certo dimenticare la citazione carpenteriana di Per qualche dollaro in più, quando Snake chiede brusco e senza preamboli a Hauck: “Chi sei?”.»

Concludendo, è innegabile che Escape sia un ottimo miscuglio fra western e film d’azione, dove questi due “ingredienti” sono dosati nella giusta misura, cosicché entrambi devono molto l’uno all’altro; inoltre l’unione di questi due generi ha creato un nuovo terzo genere che è un ibrido tra i due.
Dopo questa digressione sul cinema western, nel capitolo successivo torneremo al personaggio di Snake, e si inizierà un’analisi più approfondita di questo ultimo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Snake Plissken - il Prototipo dell'antieroe

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Informazioni tesi

  Autore: Danilo Doglio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Franco Prono
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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