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Le funzioni esecutive e lo sviluppo del linguaggio

I Disturbi Specifici del Linguaggio

La definizione di ritardo o sviluppo del linguaggio in età evolutiva è utilizzata per descrivere quadri clinici molto eterogenei in cui le difficoltà linguistiche possono manifestarsi in associazione con altre condizioni patologiche o presentarsi in forma isolata. Nel primo caso si parla di disturbi del linguaggio secondari, mentre si definiscono primitivi o "specifici" i ritardi o disordini del linguaggio in cui non sono identificabili fattori causali noti.
Dal punto di vista descrittivo i disturbi specifici del linguaggio rappresentano un insieme di quadri sindromici caratterizzati da un ritardo o disordine in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico, in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi e di importanti carenze socioambientali.
Da un punto di vista epidemiologico, l'incidenza dei ritardi del linguaggio in età prescolare si riduce nettamente con l'età, da un valore massimo intorno al 15% a 24 mesi a circa il 3% a 5 anni. Tra i principali fattori che possono influenzare l'evoluzione sono segnalati: la gravità della patologia iniziale, l'età del bambino al momento della prima consultazione, la possibilità di usufruire di una terapia logopedia precoce ed appropriata. In età prescolare si riscontrano casi in cui il disturbo si precisa nel tempo evolvendo verso un deficit grave e persistente, o si trasforma, rimanendo circoscritto solo ad alcune componenti.
Convenzionalmente sono definiti "parlatori tardivi" o "late talkers" quei bambini nei quali la comparsa del linguaggio è ritardata, rispetto ai coetanei normali, e che presentano un vocabolario inferiore o uguale al decimo percentile a 24 mesi e/o assenza di linguaggio combinatorio a 30 mesi (Thal et al. 1997; Thal e Bates 1988). I bambini che presentano un ritardo del linguaggio in età precoce sono a rischio per successivi problemi specifici del linguaggio.
Nella classificazione internazionale delle sindromi e dei disturbi psichici (ICD-10), proposta nel 1992 dall'Organizzazione mondiale della Sanità, i disturbi specifici dell'eloquio sono inclusi tra le sindromi e i disturbi da alterato sviluppo psicologico e vengono definiti come condizioni in cui l'acquisizione delle normali abilità linguistiche è disturbata sin dai primi stadi dello sviluppo e nelle quali non sono direttamente riscontrabili alterazioni neurologiche o anomalie dei meccanismi fisiologici della parola, deficit sensoriali, ritardo mentale o fattori ambientali.
L'ICD-10 considera quattro categorie di disturbo del linguaggio:

- Disturbo specifico dell'articolazione dell'eloquio. Condizione in cui l'uso dei suoni verbali è inappropriato rispetto sia all'età cronologica, sia all'età mentale, ma in cui vi è un normale sviluppo delle abilità lessicali e grammaticali.

- Disturbo del linguaggio espressivo. È un disturbo evolutivo specifico in cui la capacità del bambino di esprimersi attraverso il linguaggio è al di sotto del livello atteso per la sua età mentale, ma in cui la comprensione del linguaggio è nei limiti normali. Possono presentarsi anomalie nell'articolazione.

- Disturbo del linguaggio recettivo. Disturbo evolutivo specifico caratterizzato da un deficit più o meno grave della comprensione verbale. In ogni caso è disturbata anche l'espressione del linguaggio e sono frequenti le anormalità nella produzione dei suoni verbali.

- Afasia acquisita con epilessia (sindrome di Landau-Kleffner). Condizione in cui un bambino, con normale sviluppo linguistico, perde la capacità di comprensione e di espressione del linguaggio, ma conserva l'intelligenza generale. L'esordio è tipicamente tra i tre e i sette anni; la perdita si associa a caratteristiche anomalie elettroencefalografiche, evidenti soprattutto nel sonno, e in molti casi a crisi epilettiche.

Anche il DSM-IV propone una ripartizione simile, ad eccezione della sindrome di Landau-Kleffner che non è inclusa tra i disturbi del linguaggio.
Bisogna però sottolineare, però, che sia l'ICD-10 che il DSM-IV presentano limiti derivanti da un'eccessiva semplificazione poiché non considerano che, all'interno di ogni categoria, si possono osservare deficit molto diversi per grado e tipologia.
La diagnosi differenziale va posta tra i ritardi primitivi di acquisizione del linguaggio e i ritardi del linguaggio all'interno di quadri di disordine dello sviluppo psicoaffettivo, comunicativo e relazionale. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le funzioni esecutive e lo sviluppo del linguaggio

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca De Angelis
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia Clinica e Dinamica
  Relatore: Simonetta D'Amico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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Parole chiave

linguaggio
sviluppo
funzioni esecutive
attenzione
inibizione
memoria di lavoro
pianificazione
flessibilità cognitiva
disturbo specifico del linguaggio

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