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Automazione del comparto biologico di un impianto di trattamento acque reflue civili a fanghi attivi, mediante sonde Ox-Redox con telegestione su cloud

La sperimentazione REDOX: metodologia

Nella prima fase della sperimentazione descritta nei paragrafi precedenti, si approccia una metodica improntata soprattutto al mantenimento di un livello costante di OD non dimenticando l'obiettivo di ottimizzazione inquadrato nel risparmio energetico. Mirare ad obiettivi di ottimizzazione che guardino all'efficacia del processo di rimozione implica la messa in atto di un approccio differente.
La "chiave di volta" nel processo di rimozione è la rilevazione delle specie chimiche, in un processo di nitrificazione-denitrificazione, quindi, importanti sono le concentrazioni dei nitrati e dell'ammoniaca. (Collivignarelli C., 1993)
Per le determinazione di quest'ultime è teoricamente possibile avvalersi di sensori specifici cioè, di elettrodi iono-selettivi, che non esistono per tutte le specie chimiche e non sempre possono essere utilizzati in qualsiasi mezzo, poiché la loro risposta non risulta adeguata: usati in miscele eterogenee quali fanghi attivi ricchi di sostanza organica sono causa di notevoli interferenze. (Comolli P., 1994)
Ad esempio, i sensori per la rilevazione dell'azoto nitrico ed ammoniacale funzionano bene in acqua pulita, ma non danno gli stessi risultati nel caso in cui si operi in presenza di acque di scarico. In alternativa è possibile usare dei robot analitici che, tramite analisi colorimetriche, sono in grado di determinare la concentrazione delle specie chimiche presenti nei liquami (Cola E., 2010).
Questo metodo spesso non è considerato per impianti di piccola e media taglia, ma è giustificato su impianti molto grandi dato l'onere economico che comportano.
Alternativa a ciò potrebbe essere la misura del potenziale di ossido-riduzione, al fine di trovare una possibile applicazione negli impianti biologici, in particolar modo per diagnosticare l'attività biologica e di conseguenza la continuità temporale.
In quest'ottica e partendo dalle esperienze di applicabilità riportate in letteratura, si è approfondito il significato della misura del potenziale di ossido-riduzione, in un impianto per la rimozione delle forme azotate, con layout del tipo pre-denitrificazione, per verificare il suo possibile utilizzo come indicatore indiretto nella regolazione del processo.
Ci si è soffermati, in particolar modo sulla possibile applicazione a livello di denitrificazione e di nitrificazione, nell'ottica di comprenderne le dinamiche del parametro ORP negli ambienti anossici ed aerobici, infatti, lo studio è finalizzando alla ricerca di correlazioni funzionali per definirne i parametri di controllo e regolazione, elaborando i dati storici acquisiti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Automazione del comparto biologico di un impianto di trattamento acque reflue civili a fanghi attivi, mediante sonde Ox-Redox con telegestione su cloud

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Informazioni tesi

  Autore: Pietro Difonzo
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Trattamenti acque reflue finalizzati al loro riutilizzo irriguo
Anno: 2013
Docente/Relatore: A. Ferruccio Piccinni
Istituito da: Università degli Studi di Bari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 36

FAQ

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Parole chiave

ottimizzazione
gestione
acque reflue
automazione
fanghi attivi
telecontrollo
cloud
redox
orp
comparto biologico

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