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Tra rappresentazione e realtà: Gli effetti socio-economici della liberalizzazione del settore minerario nello stato dello Jharkhand

Il settore minerario in India prima e dopo la liberalizzazione

Al fine di questa tesi risulta particolarmente importante introdurre le trasformazioni del settore minerario indiano,che verranno approfonditi nei capitoli successivi, insieme al dispiegarsi degli effetti socio-economici della liberalizzazione mineraria nello Jharkhand. Secondo la Banca Mondiale l'India si attesta come il più grande produttore mondiale di blocchi di Mica, al secondo posto nella produzione di cromite, terzo in carbone, lignite e barite; 5 ° nel minerale di ferro, 6 ° nella bauxite e manganese rispettivamente all'11 ° e al 12 ° posto in alluminio e acciaio grezzo nel Mondo. In questo paragrafo per motivi di sintesi, non sarà impossibile descrivere la complessità del settore minerario ma, si tenterà di offrire al lettore una panoramica sui cambiamenti macro economici del settore minerario indiano insieme agli obbiettivi futuri. Naturalmente, alcune specificità relative allo Jharkhand verranno poi affrontate nel capitolo secondo. Dal momento dell'indipendenza l'India stava perseguendo un approccio economico cosiddetto a “economia mista”. Invece, il processo di liberalizzazione in India iniziato nel 1991, ha rappresentato un cambiamento di paradigma e un nuovo orizzonte di crescita non limitato dall'azione dello Stato anche per il settore minerario. Con l'affermazione del neoliberalismo il settore minerario è stato oggetto di un intenso programma di deregolamentazione e di liberalizzazione.
All'interno di questo paradigma, l'esportazione è destinata a guidare un processo di crescita sostanzialmente basato sull'iniziativa privata (Chandrasekhar e Ghosh, 2002). Infatti, durante tutto il periodo della liberalizzazione l'architettura economica dell'India è cambiata in modo consistente. Questo è dimostrato anche dal declino del settore agricolo, che è passato dal 40 % del post-indipendenza al 31% durante il periodo della liberalizzazione, e dal conseguente aumento del peso del settore di servizi (Dorian, 1989). E' da sottolineare che l'enorme sviluppo dell'industria mineraria è stato strettamente collegato alle straordinarie potenzialità del sottosuolo indiano. L'attenzione a livello globale è stata poi definitivamente conquistata dopo l'annuncio della nuova politica mineraria e la conseguente apertura del 1993 agli investimenti esteri. In India, l'80 per cento delle attività di estrazione riguarda il carbone, il 20 per cento i metalli vari e materie prime come oro, rame, ferro, piombo, bauxite, zinco e uranio. Degli 89 minerali prodotti in India, 4 sono i minerali da carburante, 11 metallici, 52 non metallici e 22 minerali minori (Dorian, 1989). Infatti, l'India possiede 89 minerali tra cui quattro minerali di carburante, 52 minerali non metalliferi, 11 minerali metalliferi e 22 minerali minori.
Il valore produttivo dei minerali (vedi grafico 1.3) può essere diviso in vari gruppi e classificato a seconda delle priorità produttive. Ad esempio i minerali da carburante continuano a dominare la produzione totale, con una quota di oltre il 82% seguita dai metalli, poi ci sono minerali minori, i non metalli al 7 % e al 6% e al 4%. C'è da sottolineare che tra i minerali combustibili il carbone, contribuendo più della metà della produzione di combustibile, continua a svolgere un ruolo dominante tra le risorse energetiche nazionali (Singh e Kalirajan, 2003). Nonostante il recente spostamento di attenzione verso la produzione di energia a base di gas, il carbone rimane comunque la risorsa principale di energia grazie alla sua abbondante disponibilità e il suo basso costo.

Inoltre, il quadro normativo precedente alla riforma limitava le attività estrattive e la gamma di minerali che potevano essere sfruttati dal settore privato. Un gruppo di 13 minerali che comprendeva i minerali come ferro, manganese e cromo, sono stati riservati in esclusiva o quasi prevalentemente al settore pubblico (Adduci, 2013). Infatti, a livello legislativo c'è stato un cambiamento nel Regolamento per lo Sviluppo e nello specifico della legge del 1948, che regolava la concessione mineraria attraverso l'introduzione della riforma del 1957 (Madan, 1998). La politica mineraria è stata rivisitata, quindi, in linea con il nuovo approccio al mercato e in parallelo con la politica della esportazioni. Il settore minerario ad oggi, grazie a questi cambiamenti, contribuisce al 16 per cento delle esportazioni e al 20 per cento per le importazioni (Singh e Kalirajan, 2003). In termini di distribuzione geografica delle risorse minerarie (vedi grafico 1.4), più di un quarto della produzione di minerali provengono dai due stati di Bihar (BH) e Madhya Pradesh (MP) e poco meno del cinquanta per cento della produzione proviene da dieci stati Andhra Pradesh (AP), Assam (AS), Gujarat (GU), Maharastra (MH), Orissa (OR), Rajasthan (RJ), Tamil Nadu (TN), Uttar Pradesh (UP), West Bengal (WB) e Karnataka (KT). Un quarto del valore della produzione, soprattutto petrolio e gas proviene dal mare aperto. Mentre gli Stati del Rajasthan,(MP), Orissa, Karnatka, AP, Gujarat e Goa producono la maggior parte dei minerali metallici e non metallici, mentre la maggior parte delle risorse di carbone sono coperte dal dal Bihar (oggi Jharkhand), West Bengal, Orissa, MP , Maharastra e AP (Singh e Kalirajan, 2003).
I funzionari del governo indiano hanno successivamente, classificato i minerali in base agli obbiettivi e divisi in tre categorie:

(1) strategici per lo Stato,
(2) minerali minori da sviluppare e
(3) tutti gli altri.

Questa struttura però risale ai primi anni del 1950 dove, il Governo ha suddiviso i diversi minerali in base alle necessità di sviluppo dell'India (N. Rao, 2003). Successivamente alle legge del 1957 i governi locali e statali, direttamente o indirettamente, avevano acquisito il controllo completo o quasi di alcuni settori attraverso le corporazioni. Questa nazionalizzazione dell'industria mineraria è stata completata nel 1970, in particolare per quanto riguarda il settore del carbone e dell'acciaio.
La nazionalizzazione ha portato anche alla creazione di colossi pubblici come la Steel Authority of India Limited che ha assunto il pieno controllo della gestione e del settore dell'acciaio (Madan, 1998). Le attività di estrazione sono state nazionalizzazione in maniera crescente, aumentando la consapevolezza del controllo statale sul settore minerario soprattutto in quello del carbone,del petrolio e dell'acciaio. In sintesi, le possibilità del settore privato erano strettamente regolamentate e circoscritte. Successivamente, si assiste però a un'inversione di tendenza a livello politico economico e normativo. Invece, la successiva riforma della legge del 1957 sulle Miniere e sui Minerali combacia con il nuovo paradigma economico indiano liberalizzando le concessioni minerarie e cambiando i criteri per il rinnovo di quelle già esistenti. La nuova MMRD prevede anche delle modifiche sulle norme in materia di tassazione, di royalties, di affitto e di rispetto dei contratti di locazione ed estrazione di minerali diversi da quelli minori. Infatti, mentre quest'ultimi rimangono completamente legati alla gestione governativa, le royalities e l'affitto dei terreni sono stati rivisti al fine di renderli più attraenti per il settore privato. Ci sono anche altre agevolazioni, come ad esempio quelle fiscali, che sono state appositamente regolate dalla nuova legge del 1994 sugli enti locali applicabile nei confronti di alcuni Stati specifici come: Bihar (ora Jharkhand), MP, Maharstra e Orissa (Singh e Kalirajan, 2003).

Queste motivazioni sono state il cavallo di battaglia dei critici alla pianificazione statale e al modello dell'economia mista. Bisognava quindi, snellire le procedure, che con il crescere dello Stato avrebbero sovraccaricato il sistema economico di conseguenza, l'economia pianificata è stata sostituita dall'inaugurazione di una stagione di investimenti privati attraverso il “mantra dell'efficienza”. La politica economica del settore minerario è stata ulteriormente incentivata, in settori come il ferro e l'acciaio, aumentando gli obbiettivi programmatici, secondo la "Iron and steel Vision 2020Ministero delle Miniere ha rivisto la politica siderurgica nazionale aumentando le stime di produttività del Paese. Infatti, secondo le stime del Ministero delle Miniere, la produzione di acciaio deve essere aumentata a 180 milioni di tonnellate l'anno, al fine di soddisfare la domanda prevista nel 2019/20. Per affrontare le carenze di approvvigionamento del paese, Il Ministero delle Miniere ha proposto una serie di misure atte a sostenere il settore minerario in India, soprattutto negli Stati più dotati di giacimenti, per aumentare le forniture necessarie derivate dall'industria del ferro e dell'acciaio. Per raggiungere questo obiettivo, il Paese ha bisogno di almeno 500 milioni di tonnellate di minerale di ferro all'anno, tuttavia, i livelli di produzione attuali e reali sono solo a 220 milioni di tonnellate l'anno e il problema è che quasi tutte le cinture più importanti del Paese sono state già precedentemente sfruttate nel corso degli ultimi sei decenni (Madan, 2000). Di conseguenza, per aumentare la produzione, diventa necessario puntare sul esportazione dei minerali, visto che l'India ha un enorme potenziale minerale in Orissa, Jharkhand, Chattisgarh, Maharasthra, Goa e Karnataka.
Naturalmente, questo programma dovrà essere integrato con lo sviluppo economico delle popolazioni interessate, rinegoziando anche il problema della sostenibilità ambientale, come è già successo nei sei decenni precedenti. Siccome molti dei minerali si trovano sotto le terre indigene questo affronta i temi: dello spostamento, del controllo della zona da parte di estranei, dell'isolamento economico, del degrado ambientale e della perdita di mezzi di sussistenza, alienazione e perdita di identità. Quindi, c'è la necessità di integrare le disposizioni nella legislazione mineraria e l'abilitazione meccanismi istituzionali, con il coinvolgimento delle popolazione locali, in particolare le tribù, e le comunità privilegiate trasformandoli in stakeholder La politica di estrattive, quindi, devono tenere in considerazione le classificazioni dei minerali, le dinamiche sociali, nonché le esigenze del paese a lungo termine. Ma ancora secondo la Iron and steel Vision 2020: “Gli sforzi devono essere fatti per esportare i minerali di valore aggiunto sotto forma, per quanto possibile lavorati. L'industria minerale nelle arre indigene deve essere, quindi, deve essere messa in sintonia con la situazione economica internazionale al fine di trarre il massimo vantaggio dal commercio estero, anticipando con attenzione, la tecnologia e i cambiamenti della domanda nel mercato internazionale per i minerali. L'importazione di materiale a base minerale è coordinato, per quanto possibile, con gli indigeni e sviluppato in loco. Poiché le aree di cooperazione con gli stati c devono essere sviluppate per il reciproco vantaggio.”
In sintesi, l'approccio dell' “Iron and Steel Vision 2020” è quello di rendere l'industria estrattiva e i materiali a base di minerali, economicamente vantaggiosi anche per gli stakeholder e non solo per l'economia indiana.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Tra rappresentazione e realtà: Gli effetti socio-economici della liberalizzazione del settore minerario nello stato dello Jharkhand

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Informazioni tesi

  Autore: Eduardo Ferretti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Sociologia
  Relatore: Matilde Adduci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 168

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