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''Mi metto nei vostri panni'': uno studio sull'efficacia della comunicazione empatica in ambito politico

La politica empatica

Finora è stato riscontrato che l'empatia è un processo multidimensionale, ovvero che si crea attraverso particolari attivazioni fisiologiche che danno origine a meccanismi cognitivi e affettivi. Tutto questo potrebbe portare alla convinzione che l'empatia sia un processo del tutto automatico, in cui un soggetto ci si trova immerso senza rendersene conto.
È stato anche chiarito che l'empatia, in tutti i suoi livelli, può essere un processo che migliora la comunicazione interpersonale e può portare ad esiti positivi nelle interazioni all'interno dei più svariati ambiti della vita quotidiana.
Sulla base di queste premesse, c'è un altro campo in cui l'empatia potrebbe essere sfruttata per ottenere risultati positivi, quello della comunicazione politica.
Come ampiamente espresso nel primo capitolo, gli scopi che si prefiggono in questa tipologia di comunicazione sono ben diversi da quelli in ambiti clinici, d'insegnamento o di aiuto degli altri. La comunicazione politica ha di fondo degli obiettivi ben precisi, che possono essere quelli di influenzare l'ascoltatore, di convincerlo a creare in lui/lei giudizi positivi e di influenzarne la scelta di voto.

Perché l'empatia può essere utile nell'ambito politico se utilizzata all'interno di una comunicazione?

Se uno degli scopi primari di questo tipo di interazione è persuadere l'individuo e l'empatia potrebbe essere un mezzo efficace col quale raggiungere questo obiettivo.
L'empatia, insieme alla moralità, all'interno della comunicazione politica però può essere utilizzata come un processo costruito a tavolino; o meglio, attraverso la costruzione di un messaggio empatico, il candidato politico potrebbe trovare una strada efficace per trasmettere i propri principi morali. Durante la comunicazione di un leader, infatti, la trasmissione di principi morali condivisi dalla realtà sociale in cui è inserito, potrebbe essere una strategia vincente visto che leadership e moralità sono tratti importanti su cui valutare un candidato.
Per un esponente politico, soprattutto quando deve inviare dei messaggi per cui deve essere valutato e votato dai cittadini, è importante saper utilizzare l'empatia a seconda dell'ambiente in cui si trova ad interagire: soprattutto quando si trovano in situazioni di comunicazione informale come in programmi televisivi o durante la campagna elettorale, i leader vengono valutati a seconda della percezione che gli spettatori hanno di loro.
Se da una parte l'uso dell'empatia può essere visto come una sorta di mezzo per aumentare l'efficacia di una propaganda, dall'altra parte può essere associata a un'accezione positiva che permette, da parte dei leader politici, di vedere i problemi da punti di vista altrui, cercando di imparare ad avere fiducia e rispetto per le persone molto diverse. Insomma, secondo la professoressa Ward (1994) l'empatia potrebbe dissolvere la gerarchia che naturalmente si crea all'interno di un gruppo sociale e potrebbe favorire la comprensione reciproca. Sotto questo punto di vista teorico, la motivazione principale che porta l'empatia in campo politico risiede nella necessità di portare gli outgroup (ovvero coloro che politicamente si riflettono in ideologie molto diverse da quelle proposte) all'interno del dibattito politico e garantirgli una partecipazione effettiva al dialogo (Ward, 1994). Purtroppo nella realtà questo non è sempre possibile in quanto anche lo studio citato nel primo capito di O'Brien e Ellsworth (2012) mostra chiaramente come gli individui abbiano una limitazione nell'essere empatici con le persone che hanno ideologie opposte alle nostre o che sono semplicemente diversi da noi.
Comunque sia secondo Ward, l'empatia politica raggiunge i suoi scopi se riesce a superare i limiti delle differenze socialmente create per dare spazio alla percezione dell'uguaglianza fra cittadini e fra cittadini e politici.
Questa uguaglianza sembra essere un tema molto importante all'interno della moderna società, in cui l'empatia si innesca anche all'interno dei mass media. Gabriele Cazzuluni, (2012) esprime bene questo concetto facendo il chiaro esempio della società americana durante le elezioni presidenziali del 2012. Infatti si è visto che, al di là dei programmi contrapposti, la capacità di farsi capire e capire gli elettori su un piano emotivo da parte dei due candidati Obama e Romney, sono stati elementi decisivi. L'empatia diventa quindi una specie di ponte comunicativo tra la politica e una società messa in ginocchio dalla crisi e sfiduciata verso le istituzioni. L'empatia diventa una risorsa molto più efficace delle propagande negative verso l'avversario: nella moltitudine di informazioni che oggi possono essere reperite tramite i mass media, l'attenzione dei cittadini viene catturata da notizie che trasmettono emozioni immediate e dirette. E quindi Obama decide, prima di condividere i propri ideali e i propri programmi, decide di dimostrare tutta la sua comprensione verso i cittadini, dimezzando l'enorme distanza simbolica con un contatto che sembra meno mediato e più diretto. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

''Mi metto nei vostri panni'': uno studio sull'efficacia della comunicazione empatica in ambito politico

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Camilloni
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Scienze della Comunicazione e dell'Economia
  Corso: Pubblicità, editoria e creatività d'impresa
  Relatore: Anna Rita Graziani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 105

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