La Formazione del Dipendente Pubblico

Il primo tipo di contratti collettivi nazionali sono i contratti collettivi quadro, <“em>cui compete la funzione di regolare una determinata materia o un determinato istituto in modo uniforme per il personale di più comparti di contrattazione. […] Un particolare tipo di accordo quadro è quello volto a definire o modificare i comparti o le aree di contrattazione collettiva.”

Il secondo tipo di contratti collettivi è quello di comparto: ad esso è attribuito “il compito di definire il trattamento normativo ed economico standard di tutti i lavoratori pubblici che sono destinatari delle sue prescrizioni. L’ambito soggettivo di applicazione di questo contratto si identifica, appunto, con il comparto, che, sotto il profilo funzionale, rappresenta, per il lavoro pubblico, l’equivalente delle categorie merceologiche proprie della contrattazione privata. […] per ciascun comparto non può esservi che un unico contratto collettivo nazionale.”

Il terzo tipo di contratto collettivo è quello integrativo, come stabilito dall’art. 40 comma 3 D. Lgs. 165/2001: “le pubbliche amministrazioni attivano autonomi livelli di contrattazione integrativa”. La contrattazione integrativa può svolgersi “solo nelle materie e nei limiti stabiliti dal contratto collettivo nazionale di comparto”.

Per quanto riguarda invece i soggetti della contrattazione, a livello nazionale abbiamo l’ARAN e i Comitati di settore da una parte e i sindacati dall’altra, mentre a livello integrativo abbiamo il datore di lavoro da una parte e i sindacati dall’altra.

In merito infine alla durata, inizialmente era previsto che i contratti collettivi durassero 4 anni con riferimento alle clausole a contenuto normativo e 2 anni con riferimento alle clausole economiche.

Adesso, a seguito dell’Intesa applicativa dell’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali del 22.01.2009, la durata del contratto collettivo nazionale di lavoro è fissata in 3 anni, tanto per la parte economica che per quella normativa.