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Minori: la violenza ''invisibile'' in famiglia

Tipologie di violenza in famiglia

I problemi relativi al fenomeno dell'abuso ai minori sono da sempre esistiti, ma per quanto riguarda quel tipo di violenza che avviene all'interno della famiglia come risultato di comportamenti sbagliati tenuti dai genitori verso i loro figli parliamo di un fenomeno emerso più recentemente, in quanto spesso i bambini rimangono invisibili agli occhi della società.

Il maltrattamento all'infanzia risulta invisibile perché è impensabile, è un fenomeno troppo doloroso da pensare e di conseguenza difficile da percepire.
Negli anni Settanta si è potuto notare un riconoscimento di tale fenomeno con la conseguente nascita del "movimento per la tutela del bambino". La società diventa così più consapevole di tale fenomeno. Da questo periodo in poi si è cercato di dare una definizione al concetto di abuso, in modo tale da spiegare il fenomeno evidenziandolo nelle sue dinamiche e nei suoi effetti devastanti.

Molti autori hanno così studiato il fenomeno, ad esempio Kempe sostiene che l'abuso all'infanzia riguarda «ogni situazione in cui il bambino è oggetto di violenza, ma dove il rapporto di causa ed effetto non risulta chiaro».

In Italia, nei primi anni Ottanta, dalle analisi effettuate da Moro se ne deduce che l'abuso riguarda «Ogni insufficiente risposta ai bisogni fondamentali di crescita umana del minore, ogni non sporadica ed episodica violazione dei diritti che su questi fondamentali bisogni si radicano, ogni azione che pregiudica seriamente le potenzialità naturali di crescita ed interferisce sulla loro realizzazione, costituisce un grave abuso che deve essere denunciato e rimosso»

Caffo invece afferma che l'abuso all'infanzia consiste in «ogni condizione che impedisca in termini permanenti e gravi lo sviluppo delle potenzialità innate di crescita di un soggetto in età evolutiva»

Il Consiglio d'Europa, sulla definizione di abuso all'infanzia, afferma che ne fanno parte "tutti gli atti e le carenze che turbano gravemente il bambino e che attentano alla sua integrità corporea, al suo sviluppo fisico, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino."

Da queste affermazioni si può dedurre che i minori maltrattati in famiglia sono quei bambini oggetto di violenze, di trascuratezze, di strumentalizzazioni e che vengono rappresentati in modo distorto dalle figure che dovrebbero avere la responsabilità del loro accudimento.

Secondo l'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti la violenza domestica è rappresentata da "ogni forma di violenza fisica, psicologica o sessuale che riguarda i soggetti che hanno, hanno avuto o si propongono di avere una relazione intima di coppia, quanto i soggetti che all'interno di un nucleo familiare più o meno allargato hanno relazioni di carattere parentale o affettivo".

La situazione dei minori vittime di questa violenza non è nemmeno pensabile: non è facile infatti individuare questo tipo di maltrattamento e ipotizzare che sono i genitori stessi a maltrattare, anche gravemente, i loro stessi figli. Il solo pensiero di questa realtà così oscena e terribile fa si che la mente umana se ne discosti facilmente ed è per questo che i bambini diventano invisibili. Inoltre la violenza in famiglia può anche verificarsi in quelle famiglie cosiddette di fatto, non legate quindi dal matrimonio ma in cui vi è una forma di convivenza, o comunque nelle famiglie separate.

Il solo dato di fatto è che sono sempre e solo i bambini a soffrirne non sapendo come reagire e come comportarsi nel terrore di certe oscenità subendone le conseguenze. Quello che certamente si verifica in loro è un trauma difficile da superare tanto quanto complessa è l'esperienza da affrontare. Facendo riferimento all'etimologia della parola trauma si può constatare come esso indichi un fattore molto grave nella crescita disadattiva dei minori e nelle loro capacità di regolazione delle emozioni. Il termine infatti indica una ferita, una laceramento o ancora una perforazione, e quindi "una ferita che ha prodotto una lacerazione, un segno profondo non cicatrizzato", ed è proprio questo che causa la violenza. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Minori: la violenza ''invisibile'' in famiglia

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Informazioni tesi

  Autore: Vanessa Pilato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: UKE - Università Kore di Enna
  Facoltà: Scienze umane e sociali
  Corso: Servizio Sociale L-39
  Relatore: Nicola Malizia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 96

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