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Banche dati e tutela della privacy

La videosorveglianza nel rapporto di lavoro

Nel Capitolo 2 si è già fatto cenno dell’esistenza di una specifica disciplina in materia di trattamento di dati personali mediante sistemi di videosorveglianza (paragrafo 2.5. “La tutela dei dati personali dei lavoratori”). Il Codice privacy, sull’argomento, si espone pochissimo. Una definizione è possibile desumerla dall’art.134 del Codice della Privacy per il quale “il Garante promuove la sottoscrizione di un codice deontologico e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato con strumenti elettronici di rilevamento di immagini, prevedendo specifiche modalità di trattamento e forme semplificate di informativa all’interessato”.

Ma i lavori di redazione del Codice Deontologico non sono mai iniziati.

E’ per questo che è stata predisposta dal Garante un’apposita disciplina, ovvero il provvedimento dell’8 aprile 2010 (che sostituisce totalmente il precedente provvedimento in materia del 2004) : in tale provvedimento vengono elencati una serie di principi generali, tra cui : “la raccolta, la registrazione, la conservazione e, in generale, l’utilizzo di immagini configura un trattamento di dati personali (art.4, comma 1, lett.b) del Codice). E’ considerato dato personale, infatti, qualunque informazione relativa a persona fisica identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione.

Inoltre vengono indicati i fini molteplici per cui è utilizzata la videosorveglianza, come ad esempio:

- Protezione e incolumità degli individui, ivi ricompresi i profili attinenti alla sicurezza urbana, all’ordine e sicurezza pubblica, alla prevenzione, accertamento o repressione dei reati svolti dai soggetti pubblici, alla razionalizzazione e miglioramento dei servizi al pubblico volti anche ad accrescere la sicurezza degli utenti, nel quadro delle competenze ad essi attribuite dalla legge;

- Protezione della proprietà;

- Rilevazione, prevenzione e controllo delle infrazioni svolti dai soggetti pubblici, nel quadro delle competenze ad essi attribuiti dalla legge;

- Acquisizione di prove.

Le norme sulla privacy non vietano l’installazione di sistemi di videosorveglianza e di registrazioni di immagini, ma richiedono che tali sistemi, in quanto strumenti di trattamento dei dati personali, siano conformi al Codice e rispettino la privacy dei cittadini. Ciò significa che occorre sempre rispettare i seguenti principi:

- Principio di liceità: per i soggetti pubblici tale principio trova fondamento nello svolgimento delle loro funzioni istituzionali; per i soggetti privati e gli enti pubblici economici il principio di liceità trova fondamento in un obbligo di legge, ovvero nel provvedimento stesso del Garante “Bilanciamento di interessi” oppure nel consenso libero o espresso. La videosorveglianza deve avvenire nel rispetto di quanto prescritto, oltre che in tema di privacy, da altre disposizioni di legge in materia di apparecchi audiovisivi.

- Principio di necessità: Ciascun sistema informativo, e il relativo programma informatico, vanno conformati già in origine, in modo da non utilizzare dati relativi a persone identificabili quando le finalità del trattamento possono essere realizzate impiegando solo dati anonimi. Va escluso ogni uso superfluo e vanno altresì evitati eccessi e ridondanze. Il software di registrazione va configurato in modo da cancellare periodicamente e automaticamente i dati eventualmente registrati, al fine di ridurre la minimo l’utilizzazione di dati personali.

- Principio di proporzionalità: gli impianti di videosorveglianza possono essere attivati solo quando altre misure siano ragionevolmente state valutate insufficienti o inattuabili. Se la loro installazione è finalizzata alla protezione di beni, anche in relazione ad atti di vandalismo, devono risultare inefficaci altri idonei accorgimenti quali i controlli da parte di addetti, i sistemi di allarme, le misure di protezione e le abilitazioni agli ingressi. Seguendo le indicazioni del Garante non va adottata la scelta semplicemente meno costosa, o meno complicata, o di più rapida attuazione, che potrebbe non tener conto dell’impatto sui diritti degli altri cittadini, o di chi abbia diversi legittimi interessi. La proporzionalità va valutata in ogni fase o modalità del trattamento, per esempio quando si deve stabilire: 

* se sia sufficiente, ai fini della sicurezza, rilevare immagini che non rendono identificabili i singoli cittadini, anche tramite ingrandimenti; 

* se si realmente essenziale, ai fini prefissi, raccogliere immagini dettagliate; 

* la dislocazione, l’angolo visuale, l’uso di zoom automatici e le tipologie, fisse o mobili, delle apparecchiature; 

* quali dati rilevare, se registrarli o meno, se avvalersi di una rete di comunicazione o creare una banca dati, indicizzarla, utilizzare funzioni di fermo-immagine o tecnologie digitali, abbinare altre informazioni o interconnettere il sistema con altri gestiti dallo stesso titolare o da terzi;

* la durata dell’eventuale conservazione (che, comunque, deve essere sempre temporanea).

- Principio di finalità: chi installa telecamere deve perseguire finalità determinate e di propria pertinenza. Per un’azienda, dette finalità sono, di solito, volte al contrasto di aggressioni, furti, rapine, danneggiamenti, atti di vandalismo, prevenzione incendi e sicurezza sul lavoro.

Oltre a rispettare i principi generali analizzati, chiunque svolga attività di videosorveglianza (non ai fini esclusivamente personali) deve anche effettuare gli adempimenti di seguito indicati: il titolare del trattamento ha innanzitutto l’obbligo di informare gli interessati sia del fatto che stanno per accedere in una zona video sorvegliata, sia dell’eventuale registrazione delle immagini rilevate: il Garante ha predisposto un modello semplificato di informativa minima, sotto forma di “cartello” recante un simbolo, a indicare l’area video-sorvegliata. Il cartello deve essere chiaramente visibile, anche al buio qualora il sistema di videosorveglianza sia attivo in orario notturno, collocato prima del raggio di azione della telecamera, e indicare chi effettua la rilevazione delle immagini e per quali scopi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Banche dati e tutela della privacy

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Informazioni tesi

  Autore: Daniela Giordano
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Cassino
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: PAOLA COCO
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 209

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