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L'Italia e l'Euro: sfide ed opportunità

L'Unione Europea è un'area valutaria ottimale?

Attendendosi agli studi di Mundell numerosi economisti concordando sul fatto che gli Stati Uniti si avvicinino quanto più ad un'area valutaria ottimale. La prima condizione non è soddisfatta; si pensi alla California, particolarmente sensibile al mercato asiatico, o al Texas, la cui economia è strettamente legata alle variazioni del prezzo del petrolio. La seconda condizione è invece ampiamente soddisfatta grazie ad un'elevata mobilità del lavoro.
C'è invece un dibattito molto più aperto riguardo al fatto se possiamo affermare lo stesso per l'Europa; storicamente i paesi europei hanno avuto shock tra loro molto diversi. Ricordiamo ad esempio i differenti effetti economici che la riunificazione tedesca ha avuto sulla Germania rispetto agli altri paesi. Una metodologia che può essere utilizzata per quantificare l'esistenza di shock asimmetrici è studiare le fluttuazioni tra i livelli di attività economica in ciascuna regione di un paese rispetto alle altre; le regioni di un paese non sono esposte a tale rischio di shock quando il relativo livello di attività si muove assieme a quello delle altre regioni dello stesso paese. In altre parole le regioni di una stessa area geografica sono potenzialmente soggette a shock asimmetrici quando il relativo livello di attività varia rispetto alle altre regioni della stesa area geografica. [...]

Un fattore potenzialmente in grado di assorbire gli effetti degli shock asimmetrici è la mobilità dei lavoratori, tuttavia anche in questo caso i dati ci suggeriscono una forte rigidità del mercato del lavoro europeo; la mobilità annuale dei lavoratori all'interno dei confini UE non supera lo 0.4% della popolazione, negli USA lo stesso dato è circa 6 volte maggiore. In Europa, infatti, esistono numerose barriere alla mobilità, come la differenza dei sistemi di tassazione e dei sistemi pensionistici, la frequente mancanza di un mutuo riconoscimento della qualificazioni professionali e accademiche e soprattutto la presenza di forti barriere linguistiche e culturali, questi ultimi due fattori in particolare sono estremamente difficili da eliminare nel breve-medio periodo.
Si potrebbe anche sostenere, attraverso un'analisi analoga a quella condotta, che in realtà anche alcuni singoli paesi europei non costituiscano un'area valutaria ottimale, si pensi ad esempio alle diversità economiche e culturali di due regioni italiane come la Sicilia e il Trentino Alto Adige; in questo caso esiste un meccanismo alternativo per far fronte a shock asimmetrici, vale a dire l'esistenza di una politica fiscale comune che consente di ricorrere a trasferimenti da una regione all'altra (ad esempio dal nord al sud Italia). L'importanza dell'esistenza di un'autorità fiscale comune nella stessa area monetaria (rispetto alla mobilità dei lavoratori) è stata fortemente sostenuta dall'economista Peter Kenen (1969). Nell'Unione Europea tuttavia il meccanismo fiscale non funziona perché non esiste un'autorità fiscale europea; il bilancio annuale dell'EU ammonta a circa 150 miliardi di euro, una somma ingente in termini assoluti ma pari a circa solo l'1% del PIL complessivo dell'UE.
Le precedenti considerazioni hanno spinto Paul Krugman (2012) a criticare fortemente gli "architetti" dell'Euro per non aver preso sufficientemente in considerazione la teoria di Mundell e aver per questo sottovalutato l'importanza del ruolo degli shock asimmetrici; secondo Krugman oggi l'Europa sta sperimentando un grave shock asimmetrico determinato dalla creazione stessa dell'Euro. Per gli investitori la creazione della moneta unica ha determinato, dall'inizio degli anni 2000, la percezione che i rischi legati agli investimenti transfrontalieri fossero stati definitivamente eliminati; ciò ha generato un importante flusso di capitali dall'Europa centrale (Germania in primis) alla periferia (in particolare Spagna, Grecia e Irlanda), determinando in questi paesi un boom economico e tassi di inflazione più elevati rispetto alla media europea. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'Italia e l'Euro: sfide ed opportunità

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Ros
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Lorenzo Forni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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