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Vichinghi: antichi viaggi di esplorazione nell'Atlantico settentrionale

Colonizzazione e successivo abbandono della Groenlandia

"Uomini dotti ci narrano che, quella stessa estate, Eirik il rosso partì per colonizzare la Groenlandia; trentacinque navi salparano da Breidafjord e da Borgarfjord, ma soltanto quattordici di esse riuscirono ad arrivare fin là. Alcune furono costrette a tornare indietro, altre naufragarono. Questo accadde quindici anni prima che la religione cristiana diventasse legge in Islanda".
Grœnlendinga saga, cap.1

In Islanda molti furono colpiti dai racconti di Erik il Rosso e molti erano pronti a seguirlo. Con al seguito trentacinque navi (solo quattordici arrivarono però alla meta), all'inizio dell'estate del 986 torna in Groenlandia, iniziando così l'effettiva colonizzazione che conta non meno di quattrocento persone, praticamente tutte islandesi.

Dopo alcuni esperimenti, Erik decise di costruire la sua futura dimora presso Eiriksfjord (nome deciso da Erik in persona), chiamandola Brattahlíd, ossia Pendio Scosceso.

Brattahlid divenne la "capitale" dell'Insediamento orientale e fino all'insediamento presso Gardar del vescovado, anche il centro spirituale dell'isola.

Presso Brattahlid infatti fu costruita la prima chiesa del Nuovo Mondo, chiamata Þjóðhildarkirkja (chiesa di Thjodhild, ora una piccola cappella). Una recente ricostruzione di questa cappella si trova oggi a poca distanza dal luogo originario.
Nel massimo della sua espansione l'insediamento arriverà a contare circa centonovanta case coloniche.

Successivamente, altri uomini coraggiosi decisero di spingersi trecento miglia a nord-ovest rispetto al primo insediamento, creando l'Insediamento occidentale, nel distretto dove oggi sorge la capitale e centro principale groenlandese Nuuk.
Si tratta di un insediamento più piccolo di quello orientale, con una novantina di fattorie e quattro chiese, arrivando a contare circa un migliaio di abitanti.

Spesso questi coloni hanno cercato di addentrarsi nel paese alla ricerca di terre sgombre dai ghiacci e quindi abitabili ma nessun luogo, al di fuori della breve striscia di costa dove si insediarono, era abitabile.

Uomini che prima di tutto erano allevatori-agricoltori, preoccupati dell'allevamento del bestiame e quindi alla continua ricerca di buoni pascoli. Essi si trovavano in grande abbondanza non lungo le coste più esterne, ma all'interno dei fiordi, molto spesso vicini ai ghiacciai perenni.

È qui che costruirono le loro case con stalle in pietra e torba. Utilizzarono inoltre il legno trasportato dalla corrente per costruire i tetti e all'interno lo stile era quello islandese, leggermente riadattato.

Secondo il manoscritto Lo Specchio del Re, "I pascoli sono buoni e ci sono grandi ed eccellenti fattorie in Groenlandia. La terra produce un'erba buona e fragrante, i contadini allevano pecore e bestiame in gran numero, e fanno burro e formaggio in grande quantità. La gente vive soprattutto di questi prodotti e di carne di manzo, si nutre anche di cacciagione di vario tipo, come di renne, balene, foche e orsi. Di questo vivono gli uomini di quel paese".

Mancavano però grano, ferro e soprattutto legname in quantità soddisfacenti; il commercio quindi era vitale, e all'inizio prospero, grazie all'esportazione di pelli e pellicce, olio, lana e avario di tricheco e anche di orsi bianchi e falchi.

Molto richiesti erano anche gli articoli di lana provenienti dalla Groenlandia; lo stesso Leif Eiriksson, la cui storia sarà trattata più avanti, pensava che un mantello di lana, un cinturino d'avorio di tricheco, un anello al dito e un bambino nella culla sarebbero stati i doni più adatti per la sua amante alle Ebridi.

Con un commercio così prospero quindi, almeno teoricamente, la vita di questi uomini bianchi ai confini del mondo conosciuto poteva continuare.

I groenlandesi quasi da subito ebbero una costituzione simile a quella islandese, un'assemblea nazionale e un codice di leggi. Tutto ciò durò però solo fino al 1261, quando i groenlandesi accettarono la sovranità del re di Norvegia, rinunciando alla propria indipendenza in cambio di una serie di concessioni commerciali mai applicate.

Per quanto riguarda la fede, il piccolo stato della Groenlandia fu fondato quando l'epoca pagana stava per terminare. Tra coloro che salpavano infatti, molti avevano già subito l'influenza del Cristianesimo; un esempio illustre riguarda la moglie dello stesso Erik, Thjodhild che si fece costruire una piccola cappella vicino a casa.

Interessante poi che le chiese, escluse le prime, di cui oggi abbiamo diverse rovine, erano costruite sul modello di quelle presenti sulle isole scozzesi, e non nella consueta forma islandese.

La colonia continuò a sopravvivere fino all'inizio del XVI secolo per poi scomparire per ragioni ancora oggi non del tutto chiare.

Quello che sappiamo con certezza è che questi coraggiosi colonizzatori potevano sopravvivere solo se le condizioni generali non mutavano in peggio. Se l'Islanda era considerata l'estremo limite del mondo abitabile, la Groenlandia era abbondantemente oltre tale limite.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Vichinghi: antichi viaggi di esplorazione nell'Atlantico settentrionale

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Locatelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze umane dell'ambiente del territorio e del paesaggio
  Corso: Scienze geografiche
  Relatore: Antonio Violante
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 54

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