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La questione ebraica e le leggi razziali nel dibattito pubblico italiano degli ultimi trent'anni

La nascita dell'antisemitismo in Italia

Negli anni a cavallo tra l'ottocento e il novecento quindi in Italia nonostante ci fossero stati degli episodi antisemiti, di certo non ci fu una vera e propria questione ebraica; ci furono infatti solamente dei singoli episodi, legati più che altro a temi finanziari, o a temi politici, attraverso campagne elettorali di partiti conservatori, che attaccarono candidati ebrei, ma di certo non paragonabili al caso Dreyfus, anche per il fatto che la comunità ebraica era piuttosto esigua.

In Italia si distinsero tre filoni politico-culturali, che agirono teoricamente contro gli ebrei; uno era quello cattolico, uno quello laico e uno quello socialista. Quello cattolico, diffuso tra ottocento e novecento, diffuso nella politica e nella letteratura, è probabilmente quello con un maggior consenso popolare; venne usato soprattutto nel corso delle campagne elettorali delle manifestazioni contro candidati ebrei, usando esempi beceri, come il riferimento all'omicidio rituale usato dai semiti, a quelle un po' più sofisticate, come il fatto che gli ebrei erano massoni, filosocialisti, libertari e sovversivi.

In Italia nel 1938 c'erano 47252 ebrei a cui devono essere aggiunti poi quelli delle colonie, circa 511 presenti in maggioranza in Libia, più quelli giunti dai paesi dell'est Europa e dal centro Europa circa 10173; in più c'erano 28600 ebrei presenti nelle colonie. Ma che impatto ebbero realmente gli ebrei sulla vita italiana?

Per i detrattori razzisti, essi avevano un grande peso poiché annidati in tutti i settori della vita, dalla cultura, passando per l'amministrazione e l'economia fino alla politica. Essi furono presenti soprattutto nel centro nord nell'ambito urbano di stampo borghese; erano impiegati in posti cruciali; erano infatti farmacisti, dottori, ingegneri, architetti e liberi professionisti; abitavano nelle maggiori città come Trieste, Livorno, Roma, Milano Venezia e Torino; la comunità maggiore era proprio a Trieste poiché città di frontiera; ma di certo che con questi numeri non avrebbero potuto conquistare l'Italia come qualcuno credeva.
Gli ebrei si gettarono con entusiasmo nella nuova prospettiva di poter partecipare alla vita della nazione, incluso nell' accettazione della sua cultura.

Presentiamo alcuni esempi di episodi di antisemitismo avvenuti nei primi anni del secolo scorso: nel 1908 ci fu una missione diplomatica anglo-ebraica, che cercò di verificare se era possibile una colonizzazione agricola in Cirenaica da parte degli ebrei profughi dalla Russia; tutto ciò succedeva proprio nel periodo storico in cui l'Italia aveva preso di mira la Libia. Per fortuna alla fine la colonizzazione ebraica fu impossibile. Proprio questo episodio confermò l'inimicizia con gli inglesi che avrebbero voluto dominare il mediterraneo al posto dell'Italia; questo sentimento negativo poi scaturì nella triplice alleanza, inoltre si aggiunse un odio per gli ebrei per lo stesso motivo, cioè l'intromissione straniera in aree di influenza italiana. Proprio questo episodio venne ripreso durante la guerra di Libia contro l'impero ottomano, quando la stampa italiana accusò la comunità ebraica internazionale di fare il gioco dei turchi sia sul piano politico che finanziario; infatti due banche, una francese ed una tedesca, entrambe con dirigenza ebraica, concessero un grande prestito all'impero turco. È con questi episodi che cominciarono i primi focolai di odio antisemita, le radici di ciò però erano già note; l'antisemitismo italiano infatti ebbe all'inizio decisamente delle origini geo-politiche. L'incidente più grave contro gli ebrei si ebbe a Tripoli, dove era meno presente l'autorità centrale dello stato; proprio qui ci fu uno scontro tra ebrei e fascisti nel quartiere ebraico sedato dai carabinieri. [...]

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La questione ebraica e le leggi razziali nel dibattito pubblico italiano degli ultimi trent'anni

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Severa
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: scienze storiche
  Relatore: Paolo Carusi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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