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Comunicare la Salute

L'approccio etnografico nei media

In linea generale l'etnografia è una pratica di ricerca e analisi nata all'inizio del Novecento con l'osservazione da parte degli antropologi di altre popolazioni e culture rispetto a quelle occidentali. Quest'osservazione si concentrava sullo studio d'individui all'interno del loro ambiente naturale, nel quale essi svolgevano le loro pratiche e le loro abitudini quotidiane. Un contesto in cui il ricercatore si trovava a svolgere un ruolo partecipante, almeno per quanto riguarda la condivisione degli spazi e delle cornici locali.

L'indagine sul campo forniva i dati e gli elementi necessari per compilare una descrizione dettagliata (un'etnografia), che illustrava numerosi aspetti del comportamento e della mentalità del gruppo studiato e proponeva possibili spiegazioni dei fenomeni osservati.

A tal proposito, Boni rileva come la relazione di potere che si viene a creare fra osservatore ed osservato, è stata al centro di una profonda critica nata all'interno della stessa antropologia negli ultimi decenni. Questa critica inizia con le riflessioni dell'antropologo statunitense Clifford Geertz, il quale pone l'avvio a un ripensamento del metodo etnografico classico. Secondo Geertz per accedere a un'altra cultura non basta più andare sul posto e osservare, ma questo deve passare dalla comprensione che i nativi attribuiscono alla propria vita sociale. La realtà diviene frutto di una negoziazione il cui ordine è prodotto dall'interazione degli individui. Sono queste interazioni a produrre e riprodurre la cultura. Secondo questa prospettiva, anche le cose apparentemente più insignificanti divengono importanti nell'attribuzione di significato.

Attraverso una "descrizione densa" della realtà che viene studiata, bisogna tener conto non solo del contesto storico-culturale-sociale, ma anche dei significati simbolici e della produzione di senso delle azioni osservate.

Autori come James Clifford e George Marcus cercano di definire un nuovo concetto di etnografia. James Clifford scrive: «[…] L'etnografia si situa in posizione attiva tra i potenti sistemi di significato. […]L'etnografia decodifica e ricodifica, rilevando le basi dell'ordine collettivo e della diversità, dell'inclusione e dell'esclusione. Descrive processi di innovazione e di strutturazione, ed è essa stessa parte di questi processi.»

L'etnografia è un'artefatta testuale, i cui codici e le cui pratiche discorsive definiscono una realtà che non è oggettiva. Essi sono filtrati attraverso il vissuto personale dell'osservatore. L'etnografia non è più una scienza esatta, ma secondo gli autori è un modo con cui ci si può avvicinare ai fenomeni sociali. Il racconto etnografico diviene una finzione, indicando la parzialità delle verità culturali e storiche; cioè qualcosa che è stato fatto e formato. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia Sodero
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università del Salento
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali
  Relatore: Luigi  Spedicato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 86

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