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La via Estense: Riqualificazione di una infrastruttura ferroviaria dismessa: la linea Modena-Cento-Ferrara

Punti di forza e opportunità

Quelle che sono le problematiche legate ai centri abitati si ripercuotono spesso sull’intorno e nell’ambito rurale: la mancanza di connessioni alternative alle vie carrabili, la scarsa cura della viabilità esistente riscontrata e l’espansione edilizia incontrollata generano uno rettamente anche il modo di fruire degli spazi aperti da parte degli abitanti; lo spazio pubblico è percepito come un luogo di nessuno piuttosto che un’area di tutti. Con un potenziamento a livello interprovinciale che sia progettato a partire dai nodi esistenti è possibile effettuare una proposta di rigenerazione per la riscoperta di un paesaggio tramite la creazione di un itinerario creato su linee morfologiche del territorio già esistenti.

Il contesto urbano presenta numerose occasioni per quelli che sono i luoghi di interesse esistenti che restano spesso poco esplorati e valorizzati, il progetto della via Estense parte da filo rosso che connette culturalmente te del Ducato Estense, la presenza di due siti patrimonio dell’umanità e di numerosi musei e luoghi di interesse fanno di questo territorio un luogo unico e interessante sotto molti aspetti. Non si tratta dunque di creare luoghi nuovi, di obliterare parti di territorio agricole, ma di sfruttare aree dismesse per valorizzare ciò che esiste e che può avere maggior rilievo ed importanza.

Le aree verdi sono un elemento caratterizzante tutto l’itinerario, vi sono infatti numerose aree di riserva naturale tutelate, aree di riequilibrio ecologico e coltivazioni boschive che rappresentano un’emergenza nel paesaggio lineare della bassa emiliana.

Le infrastrutture di connessione costituiscono un punto di forza di questo territorio, punto che favorì nel secolo scorso il finanziamento per la costruzione della ferrovia; vi sono interessanti nodi intermodali ferroviari, carrabili, mento su tre assi ferroviari con l’aeroporto di Bologna, non possono non essere considerati un buon livello di connessione.

Il sedime dismesso ha potenzialità per la mobilità dolce quasi ovvie, tanto che nelle parti già riqualificate, ma anche in quelle in stato di abbandono si sono generati sentieri e piste che gli abitanti utilizzano spontaneamente come luogo di passeggio, svago e per il tempo libero in genere.
Il terreno già livellato, la posizione rialzata rispetto al piano di campagna, le specie arboree spontanee nate lungo il percorso sono già in potenza un elemento più che sufficiente per un percorso ciclabile di servizio alla comunità. Se ben sfruttate queste opportunità possono creare un sistema integrato tra varie modalità sostenibili di trasporto.

La preesistenza architettonica deve essere considerata a partire dall’analisi effettuata nel paragrafo 5.2 sul tracciato dismesso, i fabbricati hanno avuto in seguito alla dismissione sorti e vicende molto diverse tra loro, molti fabbricati sono ad oggi in stato di abbandono, sono stati ereditati dalle famiglie dei vecchi casellanti, oppure sono state alienate con le politiche di finanziamento delle opere pubbliche statali negli anni successivi.

Finalità progettuali

Le finalità progettuali sono direttamente connesse alle potenzialità ed ai rischi riscontrati nell’analisi precedente, alcuni punti dell’analisi sottolineano la necessità di azioni non fisiche che tutelino spazi già esistenti, oppure azioni di gestione che non fanno riferimento a progetti fisici concreti. Per gestire al meglio queste finalità per ciascuno degli ambiti individuati vengono definite quattro tipologie di azioni:
Azioni di Recupero: riguardanti le parti dismesse rigenerabili
Azioni di Progetto: per le parti invece di nuova progettazione, integrazioni, ampliamenti e sistemazioni dell’esistente nelle parti mancanti
Azioni di Tutela: per la salvaguardia di parti che altrimenti andrebbero perdute e di elementi di paesaggio emergenti (sezioni in sterro della ferrovia, parti di bosco spontaneo ecc.)
Azioni di Governance: per tutti gli elementi di gestione e valorizzazione del territorio, le connessioni coi luoghi di interesse, gli aspetti legati alla pianificazione dell’itinerario, il coinvolgimento dei soggetti portatori di interesse, sia pubblici sia privati, la promozione e la gestione dell’itinerario realizzato.

Ad ogni azione, in base alla scala di intervento può essere associato un ente amministrativo, agenzie pubbliche, o privati che si occupino di una parte del progetto in base ai piani di gestione del territorio analizzati nel paragrafo 2.3 o comunque dei piani vigenti.
Una dimensione di rilievo nel progetto dell’itinerario riguarda principalmente il processo temporale di ideazione, realizzazione e gestione del progetto.
Il tempo e la sua gestione sono infatti la chiave della riuscita di riqualificazioni di questo tipo che per la loro complessità coinvolgono un elevato numero di utenti, professionisti e personale amministrativo in genere.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La via Estense: Riqualificazione di una infrastruttura ferroviaria dismessa: la linea Modena-Cento-Ferrara

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Bocchi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Ferrara
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura
  Relatore: Gastone Ave
Coautore: Domeniconi Emilio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 194

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Parole chiave

urbanistica
ferrovia
ciclabile
mobilità sostenibile
linea ferroviaria
ferrovie dismesse
archeologia ferroviaria
ferrovia dismessa
slow mobility
mobilità dolce

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