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Karl Popper e la scienza di polizia

Due teorie della conoscenza

La teoria della scienza come recipiente e la teoria della scienza come faro sono state menzionate da Popper per la prima volta nel testo La società aperta e i suoi nemici, per poi essere ripetutamente riprese. Popper ne riparla ampiamente in una conferenza tenuta ad Alpbach in Tirolo nell'agosto del 1948 e pubblicata in tedesco l'anno successivo.

La teoria della conoscenza come recipiente, altrimenti denominata della tabula rasa, è secondo Popper non solo la più antica, ma anche la più seguita e considerata, quella a cui la maggior parte dei filosofi e degli scienziati si riferisce.
Può essere esemplificata dal disegno di un recipiente con orecchie, naso, occhi e bocca tralasciando per semplicità il senso del tatto. Secondo questa concezione la conoscenza si acquisisce attraverso i sensi, cioè entra nel recipiente solo attraverso di essi sotto forma di percezioni.

Stimoli provenienti dal mondo esterno colpiscono gli organi di senso e vengono da questi trasformati in percezioni, sensazioni, dati. “Dopo che molti stimoli sono stati ricevuti in questo modo, scopriamo somiglianze nel nostro materiale sensoriale. Così la ripetizione diviene possibile, e mediante la ripetizione arriviamo a generalizzazioni o regole e siamo così condotti dall'abitudine alla aspettativa di regolarità”.

Questa, a grandi linee, è la teoria dell'empirismo classico, nata con Bacone e ed elaborata e perfezionata dai grandi filosofi inglesi del settecento Locke, Berkeley e Hume.
Anche gli atomisti greci, in una forma semplificata, avevano una concezione simile. Erano gli atomi che si staccavano dagli oggetti percepiti a entrare in contatto con gli organi di senso trasformandosi in percezioni. Come un gioco di tessere, nel trascorrere del tempo, la nostra conoscenza del mondo esterno si organizza. Bacone allo stesso modo parla delle percezioni come grappoli d'uva che devono essere colti maturi ed al momento giusto per poi poter essere pigiati ottenendo così il puro vino della conoscenza.

Popper è perentorio e ritiene che “dopo Darwin nessuno abbia più ragioni per sostenere posizioni come queste”. La sua polemica nei confronti del Circolo di Vienna sulla questione della verificabilità e della falsificabilità è conseguenza proprio di questa diversa concezione della conoscenza.

La teoria della mente come faro non è altro che il suo metodo scientifico, è il metodo per tentativi ed errori, per congetture e confutazioni; è la teoria ipotetico-deduttiva che Popper contrappone all'empirismo induttivo. Popper, lo dichiara più volte, considera Kant come il primo filosofo ad aver compreso chiaramente il metodo con cui lo scienziato indaga la natura: “questo passo di Kant mostra quanto bene egli comprendesse che è necessario mettere la natura a confronto con delle ipotesi ed esigere una risposta alle domande poste”.

Il passo al quale si riferisce è quello della prefazione alla Critica della ragion pura in cui Kant cita Galilei e Torricelli come esempi di scienziati che riuscirono ad effettuare una vera e propria svolta nella storia della conoscenza dell'uomo, effettuando esperimenti dei quali avevano già ipotizzato i risultati. Galilei e Torricelli compresero che “la ragione vede solo ciò che lei stessa produce secondo il proprio disegno ….....perché altrimenti le nostre osservazioni, fatte a caso e senza un disegno prestabilito, non metterebbero a capo a una legge necessaria, che pure la ragione cerca e di cui ha bisogno”.

Kant comprese più di ogni altro che non è possibile lasciarsi guidare dalle osservazioni per ottenere, in un secondo tempo, delle teorie, ma occorre invece che siano prima formulate le teorie, sotto forma di ipotesi e congetture e poi che inizi un processo di osservazione strutturato e finalizzato alla eliminazione degli errori: aveva demolito il mito baconiano.
Questa è la teoria del faro. La mente illumina, come un faro, solo una parte della realtà, quella che ci interessa per risolvere il problema che dobbiamo affrontare.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Karl Popper e la scienza di polizia

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Informazioni tesi

  Autore: Pietro Perotti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Alessandro  Bosi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

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