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Un Viaggio nella Fiaba. Mi leggo e mi racconto: emozioni nell'età evolutiva

Lo sviluppo emozionale

Vyghoskij, con i suoi studi, è riuscito a dimostrare come l’immaginazione si sviluppi durante l’arco dell’intera vita. Il lavoro svolto sul rapporto del legame tra realtà e fantasia, evidenzia che i due tipi di attività dell’immaginazione, quella produttiva e quella creativa si avvalgono dell’esperienza e quindi, si arricchiscono con l’ andare avanti dello sviluppo del bambino. Ciò evidenzia la tesi secondo la quale gli adulti hanno un’attività immaginativa più sviluppata dei bambini e più di questi sono in grado di ricercare modalità corrette per prevenire gli ostacoli degli eventi futuri.

Questa tesi, però, non spiegherebbe il perché della convinzione nell’uso comune, che i bambini siano dotati di maggior immaginazione e più degli adulti lavorino di fantasia. Questa dicotomia, secondo Vyghoskij, è da spiegarsi con il fatto che l’immaginazione attraverserebbe due periodi legati alla fase dello sviluppo e che tra questi vi sarebbe, inoltre, un periodo critico. Il primo periodo è caratterizzato dallo sviluppo della creatività che accompagna il nascere delle prime emozioni del bambino. Contemporaneamente, però, il bambino nel vivere le sue esperienze, svilupperà una maggiore capacità intellettiva, il che comporta un minor controllo sulla sua attività immaginativa. Inoltre la sua attenzione al “vivere” e la curiosità del sapere, lo condurrà all’ascolto e alla scoperta di aspetti emozionali nuovi allontanando il pensiero dalla fantasia. Il mondo reale, acquisisce, in questa fase, maggior consenso e l’immaginazione appartiene al mondo delle fantasie, dell’irreale. Successivamente, nel periodo adolescenziale, ci sarà la fase critica di cui sopra.

Le esperienze avranno portato sullo stesso binario sia l’intelligenza che l’immaginazione, quest’ultima però, inevitabilmente, si adatterà, in questa fase della crescita, alle condizioni razionali. Molti adulti, infatti, sembrano “viaggiare” meno di fantasia, questo accade perché troppo legati al razionale e al concreto. Non più “sognatori”, diremo, coloro che trattengono le fantasie in quanto non necessarie allo svolgimento dell’attività quotidiana. Anche in questi casi, però, le fantasie, come le emozioni, sono comunque presenti in maniera più completa che nei bambini. Sul periodo in cui l’attività creativa abbia inizio, hanno risposto in molti. Piaget, la vede coincidere con la capacità del bambino di creare il gioco simbolico.

La fantasia del gioco è, per l’autore, una trasposizione della capacità immaginativa e riproduttiva delle emozioni. Il bambino di Piaget, dai due ai quattro/cinque anni, sarebbe nel massimo sviluppo creativo. Il bambino di Bowlby e di Main, invece, attiverebbe le fantasie già dai primissimi mesi, quando le sue emozioni nello sviluppo simbiotico con la madre, lo condurrebbero ad acquisire la capacità di elaborazione di un mondo interno ed uno esterno dal Sé. L’importanza dell’immaginazione nello sviluppo del bambino è data dal fatto che la stessa risponde allo sviluppo della sua emozione. La fantasia, infatti, non solo stimola le emozioni, ma, ancor di più, permette la presa di coscienza di queste. Sono immagini di fantasia quelle di cui il bambino si serve per poter elaborare la realtà e con questa le emozioni che la stessa suscita in lui. Per lo studio delle emozioni, non possiamo eludere l’importanza della creatività.

Le rappresentazioni mentali sono infatti la concretizzazione delle emozioni e dei continui conflitti e turbamenti interiori che queste sollecitano. Il bambino durante il suo sviluppo incontra difficoltà e avversità. Egli è continuamente sottoposto ad una realtà inaspettata e ciò provoca in lui frustrazione. Attraverso la fantasia il piccolo riesce a modellare ciò che sarebbe per lui troppo drammatico, le sue immagini fantastiche faranno si che quel reale sia trasformato in qualcosa di piacevole. Inoltre grazie alla fantasia, egli sarà capace di rievocare momenti felici e aiutare le sue angosce con la visualizzazione del superamento. Le immagini fantastiche sono stimolate dal gioco come dalle fiabe. Le fiabe sono la “favolosa” lettura di un mondo sano e saggio, nel quale difficoltà e avversità sono soltanto due nemici capitati sulla strada del nostro cammino, nemici che verranno lasciati alla nostre spalle perché la storia ha sempre e comunque un lieto fine.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Un Viaggio nella Fiaba. Mi leggo e mi racconto: emozioni nell'età evolutiva

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Informazioni tesi

  Autore: Marika Franco
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Simona Ruggi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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