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American Horror Story e l'immaginario della morte nell'industria culturale

Il corpo ''riassemblato''

In Murder House, così come in Coven ed Hotel (rispettivamente terza e quinta stagione di American Horror Story), più volte assistiamo a scene di corpi "riassemblati", rimessi cioè a nuovo dopo la morte o creati dal nulla.

In Murder House e in Hotel è il caso di corpi di bambini neonati che, dopo essere stati uccisi all'interno della "famosa casa" degli orrori, vengono rimessi in sesto attraverso l'operato di un famigerato medico, divenuto anch'egli fantasma appartenente alla casa, mentre nel caso di Coven assistiamo alla vera e propria ricostruzione di un corpo mutilato resa possibile dalla magia e dall'unione di varie parti del corpo di altri cadaveri.

Questo tipo di dinamica ci riporta, in qualche modo, al Frankenstein di Mary Shelley sia per l'attaccamento madre – figlio/padre – figlio, sia per la costruzione di un corpo a cui dare vita. La durevolezza e l'influenza dell'opera di Shelley del 1818 è stata enorme e forse non c'è altra opera all'interno del panorama gotico, che sia penetrata più profondamente nell'immaginazione culturale.

Il dottor Frankenstein aspira alla creazione di un essere vivente che, una volta creato, si dimostrerà meno malleabile di quanto avesse sperato e pian piano si alienerà sempre più dal suo creatore finendo per commettere una serie di atroci delitti. Il compito di Frankenstein è concepito come puramente scientifico, egli non ha interesse per le questioni sociali o morali ma si considera essere un «puro indagatore della verità», il libro espone molti dubbi riguardo al progresso scientifico sottolineando in modo molto moderno la necessità di porre attenzione e affrontare con responsabilità i processi scientifici ed infatti, i metodi usati da lui non coincidono con l'alchimia Faustiana.

Nella trasmigrazione di Frankenstein dalla letteratura al cinema, soprattutto nella pellicola di Whale, resta gran parte della complessità del testo della Shelley: la natura maniacale delle azioni di Frankenstein, la comprensione del suo status da parte del mostro e, ciò che più viene conservato in questa pellicola è la presenza stessa del mostro che non risulta per nulla volgare come, invece, viene mostrato in alcune delle parodie sull'opera.

Questo brano è tratto dalla tesi:

American Horror Story e l'immaginario della morte nell'industria culturale

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Terisacco
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Sergio  Brancato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 47

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