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La Dirigenza Pubblica: Ritorno al Passato

Il City Manager

Un cenno merita un’ulteriore figura prevista dalla normativa di settore, il Direttore generale (art. 108 T.U.E.L.). Secondo il disposto della norma citata, nei comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti, il sindaco e il presidente della provincia possono nominare un direttore generale (il cd. city manager), con funzioni di direzione e coordinamento dei dirigenti.

Il Tar Lazio ha chiarito che esso è titolare di funzioni dirigenziali e che non rientra tra gli organi di governo dell'ente. Con tale pronuncia il TAR ha confermato la tradizionale distinzione tra organi di governo titolari delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo, e dirigenti titolari della potestà di adozione degli atti e provvedimenti amministrativi di attuazione e gestione.

La decisione si fonda, in primo luogo, sul dettato dell’art. 51-bis il quale, dispone che “il Direttore generale debba «attuare gli indirizzi e obiettivi stabiliti dagli organi di governo dell'ente”, ponendo una netta distinzione tra l'uno e gli altri; in secondo luogo, sulle modalità di assunzione del Direttore generale, che avviene con contratto a termine fuori della pianta organica, il che ne evidenzia l'affinità con le cariche dirigenziali.

La figura del city manager si differenzia da quella del segretario comunale o provinciale sia strutturalmente, essendo il primo soggetto esterno all’amministrazione reclutato con contratto di diritto comune a tempo determinato non eccedente la durata del mandato del sindaco o del presidente della provincia, sia funzionalmente, in quanto, mentre il segretario comunale svolge primariamente funzioni di controllo e garanzia di legittimità dell’operato amministrativo, il city manager svolge compiti gestori tipicamente manageriali.

Inoltre si differenzia dalle altre figure dirigenziali per l'assoluta supremazia gerarchica nei loro confronti, ad esclusione del segretario comunale o provinciale, con compiti di impulso e di controllo, nonché di coordinamento e sostanzialmente di prima attuazione degli indirizzi e dei programmi politici. Data la natura di figura professionale non contrattualizzata, la relativa retribuzione viene stabilita tra le parti; è inoltre possibile (data la fiduciarietà dell’incarico) il recesso ad nutum dal rapporto da parte della Pubblica Amministrazione.

In alternativa al Direttore generale, il sindaco e il presidente della provincia possono affidare le medesime funzioni al segretario, il quale, comunque, mantiene le ulteriori competenze che gli sono proprie. Il direttore generale viene nominato con atto discrezionale, ed è legato all’ente con un contratto a tempo determinato, al di fuori della dotazione organica: è evidente, dunque, il carattere altamente fiduciario di tale carica.

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La Dirigenza Pubblica: Ritorno al Passato

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Informazioni tesi

  Autore: Alfio Tommaso Zacco
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Carmelo Romeo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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Parole chiave

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pubblico impiego
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tesi giurisprudenza
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sentenza 251/2016

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