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Educare alla legalità attraverso il teatro

La storia dell'educazione alla legalità in Italia e nell'Unione Europea

In Italia, di educazione alla legalità, si è iniziato a parlare relativamente tardi, agli inizi anni ’90 quando il paese è stato attraversato da un’ondata di sangue, le stragi di Capaci e di via D’Amelio, gli attentati a Roma, Firenze e Milano, ci si è posti seriamente il problema di far capire alle nuove generazioni l’importanza di comportarsi con legalità. Per questo che da quel momento, sulla scia delle stragi di stampo mafiose, nelle scuole si iniziò a parlare di mafia, cosa che prima spaventava la maggior parte delle persone, che dopo però ha iniziato a far riflettere, e si è iniziato a prendere coscienza sull’argomento.

Proprio in quegli anni, a seguito di questi avvenimenti, il ministero della pubblica istruzione decide di inserire questa nuova modalità di educazione, nelle scuole, «con l’obiettivo dichiarato di elaborare e diffondere un’autentica cultura dei valori civili a partire dalla consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza, non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette». [Sportello equo un mondo diverso comincia da te (013). “Educazione alla legalità”. Sportello equo Comune di Firenze]

Ci fu in pratica «L’urgenza di promuovere una più forte coscienza civile, democratica e solidale, percepita soprattutto dalle istanze democratiche della società civile che si sono impegnate nella costruzione di una moltitudine di progetti avviati nel nostro territorio con l’obbiettivo di promuovere la pratica della legalità, di imparare a rispettare i diritti dell’altro, di insegnare a riconoscere diritti e doveri, diffondendo il rispetto dell’altro, delle regole e delle leggi nei diversi contesti urbani e all’interno delle comunità scolastiche». [Sportello equo un mondo diverso comincia da te (013). “Educazione alla legalità”. Sportello equo Comune di Firenze]

Quindi l’educazione alla legalità, in Italia, iniziò ad essere pratica nel senso di far conoscere il fenomeno mafioso ai ragazzi, visto che le generazioni precedenti sono cresciuti con il pensiero che la mafia non esistesse, e molto spesso si è sottovalutata anche la pericolosità del fenomeno. Prima si pensava a tener fuori i ragazzi da questi problemi “da grandi”, preservandoli dal conoscere questi fenomeni malavitosi. In occasione quindi sono state varate delle circolari dal ministero della pubblica istruzione dando le indicazioni per svolgere al meglio l’educazione alla legalità. Agli inizi degli anni ’90 ci si inizia a porre il problema di come cambiare l’andamento ordinario delle cose, che si è notato essere altamente corrotto, grazie anche a varie indagini della magistratura che soprattutto nel ’92 e nel ’93 ha portato all’arresto di tante persone e al cambiamento politico della Repubblica italiana, per questo che si punta alle nuove generazioni, per cambiare dall’inizio della sua formazione, la futura classe dirigente. Ovviamente nel tempo, ormai sono passati più di 20 anni, la metodologia di intervento sull’argomento è cambiata.

Le prime esperienze di educazione alla legalità consistevano nel realizzare cineforum e incontri con esperti, però solo a titolo informativo, le cosiddette “attività del guardar fuori”, più tardi si è iniziato a coinvolgere attivamente i discenti per attuare nel quotidiano le pratiche democratiche e le relazioni interpersonali. Sono state fatte anche ricerche bibliografiche, scambi culturali, gemellaggi, laboratori sulla gestione del conflitto, fino ad arrivare alla partecipazione attiva nella vita culturale e politica dei ragazzi. Inoltre la formazione e l’aggiornamento dei docenti fa sì che i temi trattati siano sempre attuali e mai anacronistici.

«Dal punto di vista teorico, le tematiche affrontate si può dire afferivano ai seguenti aspetti:
- memoria;
- sensibilizzazione verso rischi presenti o emergenti;
- conoscenza sui principi di legalità, Diritti Umani, Costituzione della Repubblica Italiana;
- pratiche di democrazia, di affermazione dei principi di legalità.

Attualmente invece i rischi maggiori in questo campo si ravvisano nella frammentarietà delle ipotesi progettuali.
L'Educazione alla legalità va progressivamente ampliando l'ambito di intervento verso la tematica della cittadinanza attiva, recependo altresì le questioni poste dal fenomeno della globalizzazione; così da sviluppare la tematica delle forme di criminalità organizzata transnazionale, ed intrecciarsi a tematiche quali la pace, l'interculturalità, la tutela dell'ambiente, il consumo critico, nuove forme di partecipazione.»
[Redazione scuola a colori (indefinito). “Educazione alla legalità/ quando e come nasce”. Scuola a colori.]

In Europa si inizia a parlare di giustizia e di uguaglianza in modo esplicito solamente nei primi anni del 2000 perché fino ad allora le carte europee avevano finalità economica, ma non politica. Negli anni ’70 si creò una “Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali”, in cui si parlava di alcuni diritti fondamentali, ma non era una vera e propria legge da applicare in tutti gli stati membri. Nel 2000 nacque la “Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea” detta anche “Carta di Nizza”, dove ogni stato membro è vincolato a seguire le direttive in esso contenuto.

«I diritti contenuti nella Carta sono classificabili in quattro categorie:
* le libertà fondamentali comuni, presenti nelle costituzioni di tutti gli stati membri;
* i diritti riservati ai cittadini dell'Unione, in particolare riguardo alla facoltà di eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo e di godere della protezione diplomatica comune;
* i diritti economici e sociali, quelli che sono riconducibili al diritto del lavoro;
* i diritti moderni, quelli che derivano da alcuni sviluppi della tecnologia, come la tutela dei dati personali o il divieto all'eugenetica e alla discriminazione di disabilità e di orientamento sessuale».

Grazie alla Carta di Nizza si iniziò a parlare di educazione alla legalità in tutta Europa, quindi non fu più un problema solo italiano, ma europeo, si deve creare una nuova generazione che si preoccupa del tema della giustizia, della legalità. Essendoci poi delle direttive a livello europeo si può addirittura pensare a dei percorsi comuni in tutta l’Unione Europea, dove le modalità saranno scelte in base all’utenza, ma gli argomenti decisi direttamente dall’Europa. Nasce quindi il fondo sociale europeo «L’FSE finanzia in tutta l’UE iniziative volte a migliorare l’istruzione e la formazione e ad assicurare che i giovani completino il loro percorso formativo e ottengano competenze in grado di renderli più competitivi sul mercato del lavoro. Tra le priorità fondamentali troviamo la riduzione del tasso di abbandono scolastico e il miglioramento delle opportunità di istruzione professionale e universitaria». [Comunità europea (2013). “Un'istruzione e una formazione migliori”. Fondo sociale europeo.]

Grazie a questo fondo, si riescono a finanziare i progetti che riguardano l’educazione alla legalità, ma anche progetti di qualsiasi altro tipo, in modo che la scuola non solo formi i giovani al sapere didattico, ma che abbia sempre una più ampia offerta formativa, che si apri a tantissime e nuove iniziative, così che la scuola e la didattica sia sempre al passo con i tempi, per non essere tacciata di essere troppo antiquata.
La Carta di Nizza ha posto le basi a delle idee nuove che sono state riprese e modificate, in una versione adattata, nel 2007 a Strasburgo dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione. La Carta è stata inserita come seconda parte della Costituzione Europea, perché si aspettava una rettifica, che non avvenne.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Educare alla legalità attraverso il teatro

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Informazioni tesi

  Autore: Margherita Tomei
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Annamaria Ciraci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 100

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