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Lo Spirituale del Suono giallo

Lo Spirituale del Suono giallo

Attraverso la stesura della pièce, Kandinsky raccontò la lotta per la conquista dell’indipendenza da parte di ogni colore, di ogni suono, l’elevazione oltre il muro bianco, la parola diviene la materia prima della poesia ed è attraverso questa che l’astratto prende vita acquistando un significato letterario.

La battaglia avviene tra contrasti di linee, suoni e colori, che avviene in una realtà diversa, in uno spazio performante sospeso tra due mondi, Steiner disse che: “Tra cielo e terra ci sono più cose di quante la nostra piccola saggezza non si sogni” (p. 110); ogni colore, ogni suono, ogni moto, acquista una valenza interiore.

Prima di poter compiere un’analisi più approfondita in riferimento alla composizione, diviene di fondamentale importanza definirne la struttura interna; essa è suddivisa in sei quadri-atti, dove il palcoscenico diventa il luogo di sviluppo cromatico, eidetico, e sonoro.

La mano dell’artista rappresenta l’unione tra lo spazio pittorico-teatrale e quello del riguardante, la platea; queste due zone seppur vicine non possono essere interscambiabili; il luogo della scena è irreale, astratto e indeterminato; le azioni animano delle marionette, il pennello del pittore dinamicamente descrive i movimenti, a differenza della zona della plateale, immersa in una condizione reale, materiale e terrena.

Il rapporto tra alto, il palco e il basso, la platea o tra chiaro e scuro, diviene fondamentale per capire il rapporto tra ciò che è materiale e ciò che è immerso in una realtà spirituale; tutti i sensi dell’uomo sono stimolati attraverso un processo di purificazione, non solo attiva sulla scena, ma gli stessi attanti cercano, attraverso parole, gesti e suoni, di poter elevare lo spettatore al divino.

Potremmo perciò immaginarci i sei atti, comprese l’introduzione e la chiusa finale, come sei tele dove il palco funge da superficie pittorica, il fondale da sfondo della rappresentazione e gli attori divengono figure dipinte e inconsistenti; la musica conduce alla nascita e la morte della scena, essa incarna la voce dei personaggi; detto ciò, ora, sarà definita la lettura pittorica della composizione scenica.

Iniziamo a immaginare la tela su cui scorre il pennello della fantasia, un fondale profondo, sul quale si delinea un crepuscolo che viene oscurato con l’aggiunta di un blu scuro, centralmente si crea una luce chiara che s’intensifica con l’incupirsi dello sfondo; pensando alla scena come una tela si potrà notare una prima suddivisione tra il centro chiaro e lo sfondo scuro.

La prima tinta diviene spirituale e simboleggia la speranza e la vita, la seconda incarna la materialità, morte e drammaticità, perciò il chiaro : scuro :: vita : morte; la platea, prima buia, è illuminata dalla luce centrifuga e che si diffonde abbracciando l’intera tela, conducendo a un innalzamento della musica fino alla pausa di rinascita e un coro, nascosto, canta legnoso tra voci gravi e acute.

Questo si ode da dietro la scena ed è oscurato, l’orchestra, invece, avanza in relazione alla luce; in più il suono del coro è uniforme, quello orchestrale è libero; mentre le voci cantano, verso l’alto si eleva un muro.

Dopo la pausa purificatrice, il quadro è riallestito, la platea e il palco si scuriscono, la musica dell’orchestra ricomincia a suonare vagamente; il fondale diviene sempre più blu, opaco e liscio al tatto, permettendo la nascita del quadro I; davanti, compare una collina verde, che a contatto col fondale scuro acquista serietà.

Immaginando la tela, si costituiscono due zone, la prima alta e scura, la seconda bassa e chiara; in più si può sostenere che i colori freddi del quadro sono spesso accomunati a un valore opaco, quelli chiari a termini come brillante o abbagliante.

La musica orchestrale da acuta scende ai registri gravi e il quadro si contorna di bordi neri che incorniciano la scena, perciò la tela ora è delimitata ai quattro angoli da una cornice scura e piatta conducendo a un’ulteriore separazione tra la platea e il palco; il coro canta nuovamente e i bordi conducono a un oscuro silenzio, differente dalla pausa, spesso chiara. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo Spirituale del Suono giallo

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Informazioni tesi

  Autore: Veronica Villa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Lucia Corrain
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 70

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Parole chiave

teatro
musica
kandinsky
astrattismo
spirituale
il suono giallo

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