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L'esenzione fiscale in Valla d'Aosta: storia e analisi di un servizio gestito tramite buoni servizio (vouchers)

Caratteristiche del voucher

Il voucher ha un valore monetario che va utilizzato per l'acquisto di determinati beni e servizi. I servizi possono essere reperibili da più fornitori, ma possono anche essere presenti semplicemente una pluralità di servizi acquistabili presso un unico fornitore. Per ottenere una buona allocazione delle risorse, il voucher permetta l'accesso ad una pluralità di servizi (chiaramente nello stesso ambito): saranno selezionati i servizi più utili e il cittadino potrà rispondere in maniera migliore ai suoi bisogni. Sovente il voucher ha anche una scadenza temporale e ed è spendibile solo in un certo ambito territoriale, anche in maniera implicita, in quanto spendibile solo presso erogatori accreditati concentrati in una certa zona.

Il voucher è cartaceo o dematerializzato. La dematerializzazione è ottenibile fornendo al beneficiario una smart card (carta con microchip) su cui immagazzinare il valore del voucher e tutte le altre informazioni che interesano la pubblica amministrazione. È anche necessario predisporre una rete informatica che possa collegare finanziatore ed erogatori: è possibile appoggiarsi alle reti esistenti (ad esempio quella privata bancaria, come nel caso dei Food Stamps, cfr. 1.6) o prevedere una rete apposita. Il voucher digitale risponde all'obiettivo di informatizzazione delle procedure amministrative esposto nel paragrafo 1.4.1. Chiaramente richiede un investimento iniziale superiore rispetto al buono cartaceo ma porta all'abbassamento dei costi di transazione e l'investimento è recuperabile negli anni.

Il caso tipico di utilizzo della smart card è il programma dei Food Stamps americano, digitalizzati dal 1996: col nuovo sistema si sono in effetti riscontrati risparmi per la pubblica amministrazione [Beltrametti 2004:149]. Il supporto digitale permette anche la tracciabilità delle operazioni effettuate nonchè l'imposizione di un certo consumo massimo (giornaliero ad esempio), permettendo di contrastare il fenomeno del mercato nero. In caso di smarrimento è possibile, inoltre bloccare la carta rendendo inutile il furto a offrendo maggiore sicurezza al cittadino. È anche necessario considerare che la nuova tecnologia porta con sè dei costi di apprendimento che possono essere particolarmente elevati per le persone anziane.

Secondo aspetto rilevante: il voucher è intestato o al portatore. La differenza non è banale: infatti, essendo il voucher sovente abbinato a politiche assistenziali per persone a basso reddito, porta con sè un certo stigma sociale. Il possessore di un voucher è socialmente riconosciuto come persona bisognosa di aiuto e questo non è piacevole, portando addirittura a fenomeni di mancato take up (quando gli stessi beneficiari non ritirano il voucher), come per la Social Card introdotta in Italia 2008 [Bosi 2010:459]. I fornitori europei di voucher (ad es. Endered, cfr. 1.5) fanno uno sforzo per far assomigliare il più possibile i voucher per le politiche di assistenza ai normali buoni pasto forniti dalle ditte private ai loro dipendenti [Beltrametti 2004:64]. Il problema è che un voucher non intestato si presta in maniera maggiore al mercato nero e contrasta con l'obiettivo di identificazione del destinatario: esiste un trade-off tra necessità di sicurezza e rischio di stigma sociale. La diffusione per tutta la popolazione di una carta sociale dei servizi eliminerebbe completamente il problema perchè sarebbe impossibile distinguere i motivi che portano al possesso della carta.

In generale potremmo dunque sostenere che il voucher dev'essere costruito in modo da non incoraggiare il mercato nero. Questo nasce a causa delle caratteristiche intrinseche del voucher: la guida al consumo e la sovrapposizione delle preferenze dello stato rispetto a quelle del cittadino. È plausibile, come abbiamo dimostrato attraverso la figura 1, che il cittadino ottenga un beneficio inferiore dal voucher rispetto a quello ottenibile con la corrispondente somma in denaro. Dunque è spinto a cercare di scambiare il voucher con del denaro e soddisfare così altri bisogni che il buono non considerava. I fornitori dei servizi, nello stesso tempo, offrono una somma inferiore al valore del voucher, guadagnando la differenza nel momento del rimborso da parte del finanziatore senza aver erogato alcun servizio. Anche se scambia il voucher con un valore inferiore rispetto al servizio, il beneficiario disonesto raggiunge comunque un'utilità superiore. Se diventano commerciabili, i voucher non permettono di raggiungere gli obiettivi prefissati e diventano analoghi ad un trasferimento monetario mantenendo tuttavia costi amministrativi maggiori rispetto a quest'ultimo. L'intestazione del voucher e l'uso delle tecnologie digitali attenuano il rischio del mercato nero.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'esenzione fiscale in Valla d'Aosta: storia e analisi di un servizio gestito tramite buoni servizio (vouchers)

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Informazioni tesi

  Autore: Valerio Herera
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Politica, Amministrazione e Organizzazione
  Relatore: Stefano Toso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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