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Recupero e redistribuzione sociale delle derrate alimentari: il caso del Centro Agroalimentare di Torino. Stato dell’arte e proposte di adozione di buone pratiche.

La donazione di cibo

La donazione di eccedenze alimentari è cresciuta significativamente nell'UE negli ultimi anni: quasi la metà del cibo raccolto in Europa proviene dal programma europeo di aiuti alimentari ai più indigenti (FEAD), il 22% dall'industria alimentare, il 17% dal settore della vendita al dettaglio e il 14% attraverso le raccolte nazionali e locali. Le banche alimentari svolgono un ruolo chiave nel processo di donazione del cibo, recuperandolo dai donatori e ridistribuendolo alle organizzazioni della società civile e ai servizi sociali che sostengono i più indigenti. In Europa, 253 banche alimentari sono sotto l'egida della Federazione europea delle banche alimentari, che nel 2012 ha distribuito 388.000 tonnellate di cibo a 5,4 milioni di persone bisognose.

Ciononostante, attualmente, quasi il 50% degli alimenti commestibili viene sprecato ogni anno nelle famiglie e nei supermercati dell'UE, poiché i processi di donazione e ridistribuzione degli alimenti devono affrontare una serie di ostacoli legislativi, amministrativi e pratici, come visto nel capitolo II di questo elaborato. Inoltre, i donatori spesso non hanno una visione chiara di quali alimenti siano adatti alla donazione e potrebbero non disporre di una logistica idonea per facilitare la donazione su larga scala, mentre gli enti benefici potrebbero non avere sufficiente capacità operativa e finanziaria per il recupero, lo stoccaggio e la redistribuzione.

La mancanza di fondi per l'organizzazione della logistica viene infatti spesso indicata come uno dei fattori più limitanti nella ridistribuzione alimentare; per superare questo ostacolo alcune associazioni di beneficenza stanno tentando l'introduzione della pratica della "spigolatura" come un modo conveniente per introdurre frutta e verdura fresca nelle diete dei bisognosi, oltre ad andare incontro alle esigenze degli agricoltori. Si ricorda a tal proposito la proposta di legge in attesa di approvazione della Regione Calabria (vedi allegato II di questo elaborato).

La raccolta e redistribuzione sociale degli alimenti nei mercati agroalimentari

In Italia esistono 142 mercati dislocati su tutto il territorio nazionale, che rappresentano le più grandi strutture logistico-distributive italiane nel settore del fresco. Queste strutture, all’interno delle quali circola circa il 60% dei prodotti ortofrutticoli italiani, svolgono una funzione fondamentale per tutti gli attori della filiera: per i produttori, che rivendono i loro prodotti agli imprenditori dell’ingrosso; per i dettaglianti, che acquistano dai grossisti per rivendere la merce sul mercato; per i consumatori finali, che ottengono così la possibilità di scegliere fra una vasta gamma di prodotti, diversificati, controllati e di qualità.

Le aziende degli operatori grossisti registrano un fatturato di 13 miliardi di euro, mentre i quantitativi di merce che circolano al loro interno si attestano intorno a 11 milioni di tonnellate all’anno. Se consideriamo inoltre il totale degli addetti che operano in queste realtà, sono circa 42 mila i lavoratori presenti in tutto il territorio nazionale.

I maggiori mercati italiani sono il C.A.A.T. di Torino, So.ge.mi di Milano, Veronamercato Spa, il CAAB di Bologna, il Mercafir di Firenze, il CAR di Roma e il C.A.A.N di Napoli, tutti associati a Italmercati, la Rete di Imprese costituita dai principali Centri Agroalimentari e Mercati all’ingrosso italiani. Il fatturato delle aziende operanti al loro interno si aggira intorno ai 6 miliardi di euro, con circa 5.000.000 accessi annui e 14.000 operatori.

È evidente come, con questi numeri in gioco, gli operatori del settore si siano trovati nella condizione di dover ragionare sul problema degli sprechi ed abbiano dunque sviluppato una certa sensibilità sul tema. Infatti, in Italia i mercati agroalimentari all’ingrosso stanno sviluppando sempre di più iniziative nella direzione del contenimento dello spreco, soprattutto dell’invenduto: molte iniziative di sostegno ai bisognosi sono già state attivate da tempo, come quelle del Banco Alimentare, della GDO (Gruppo Coop – Esselunga etc.), di Slow Food. Altre iniziative significative sono per esempio quelle di proporre a prezzi scontati prodotti freschi vicini alla data di scadenza. Molto dunque è stato fatto ma, per arrivare a risultati ancora più importanti, occorre coinvolgere tutti gli stakeholders: i gestori dei mercati all’ingrosso, i rappresentati del commercio all’ingrosso, i consumatori ed anche la produzione.

Alcuni interessanti spunti per attivare delle iniziative in tal senso riguardano:
• l'aumento della consapevolezza delle persone sui problemi dello spreco alimentare, mediante campagne di comunicazione e informazioni mirate rivolte a tutti gli attori, lungo le filiere di produzione e commercializzazione
• il miglioramento delle pratiche di conservazione, trasformazione, trasporto, commercializzazione e distribuzione, anche con lo scopo di ridurre i tempi di consegna e le conseguenti emissioni inquinanti.

Nei paragrafi che seguono verrà fatto un breve excursus riguardo alle attività di raccolta e redistribuzione sociale delle derrate in tre tra i principali mercati agroalimentari europei e in alcuni tra i più importanti mercati italiani. Le notizie riguardanti i mercati stranieri (Parigi, Barcellona, Monaco di Baviera) sono state reperite mediante una ricerca bibliografica; per quanto riguarda quelli italiani i dati derivano da questionari, realizzati dall'autrice di questo elaborato (allegato IV) che sono stati sottoposti ai responsabili delle strutture, oltre ad altre notizie reperite sulla rete. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Recupero e redistribuzione sociale delle derrate alimentari: il caso del Centro Agroalimentare di Torino. Stato dell’arte e proposte di adozione di buone pratiche.

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Informazioni tesi

  Autore: Tiziana Pia
  Tipo: Tesi di Master
Master in SOSTENIBILITÀ SOCIALE ED AMBIENTALE DELLE RETI AGROALIMENTARI
Anno: 2018
Docente/Relatore: GABRIELE LORIS BECCARO
Istituito da: Università degli Studi di Torino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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Parole chiave

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sostenibilità ambientale
malnutrizione
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