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Identità, futuro, tradizione: Sacca Fisola 2.0

Il Nuovo come opportunità, l'Antico come risorsa

Troppo spesso, quando ci si trova di fronte a situazioni in cui si deve necessariamente intervenire in un contesto urbanizzato e preesistente, si tende a considerare il vecchio come opportunità per mettere in luce il nuovo. Così facendo, l’esistente assume il carattere di pretesto, pretesto in cui il nuovo deve quasi necessariamente affermarsi. Il processo seguito nel progetto invece, ha preso la direzione opposta.

Il rapporto con l’antico è stato gestito e visto come opportunità, più che come pretesto: opportunità per garantire alla città funzioni necessarie e richieste dagli abitanti, opportunità per migliorare gli edifici presenti dal punto di vista gestionale e donar loro nuova vita. In senso ampio, il rapporto fra il nuovo e l’antico è stato sviluppato secondo 2 differenti accezioni.

Da un lato infatti, la progettazione del Nuovo è relazionato all’antico dal punto di vista tipologico e insediativo, riprendendo i caratteri basilari della città; dall’altro si esplicita in un rapporto fisico diretto fra nuova costruzione, fra modifica/aggiunta ed edificio esistente, in un contesto in cui la disciplina del restauro si pone al limite della sua applicazione, con le complicazioni etiche e formali che questo comporta.

Il rapporto tipologico si è basato sulla reinterpretazione di alcuni elementi insiti nella tradizione della città e che sono dettati dal topos, dal luogo in cui stiamo operando.

Infatti, al pari dell’intervento portato a termine da Gino Valle nella vicina Giudecca, l’alta densità abitativa, l’introversione delle abitazioni, i fronti puliti, netti e compatti, la presenza delle altane, il sistema costruttivo in muratura portante ecc sono elementi che vengono reintrodotti nel progetto in modo ammiccante ma non imitativo. Nella tematica invece strettamente fisica, ruolo fondamentale ha svolto la comprensione della storia di questo luogo.

Attraverso la comprensione della genesi degli edifici, della loro storia e della loro origine, si è potuto comprendere il motivo per il quali essi devono essere conservati, nonché i caratteri fondamentali che li denotano come edifici storici e che pertanto non possono essere persi. Se perso il carattere dell’edificio infatti, ne viene persa la sua identità e di conseguenza perde senso l’intervento conservativo.

Di conseguenza, in determinate situazioni, la stratificazione del nuovo sul vecchio è stata resa evidente mediante strategie apposte, mirate non all’esaltazione del nuovo in quanto tale, ma anzi in segno di rispetto verso il vecchio: la stratificazione degli interventi potrà infatti permettere un domani alle generazioni future di riconoscere il nucleo edilizio originario.

Illuminante è la massima di Viollet, che, seppur legata alla disciplina del restauro, si può considerare come traccia portante che ha caratterizzato le scelte eseguite nell’ambito della conservazione:
“Restaurare un edificio è ripristinarlo in uno stato di completezza che può non essere mai esistito in un dato tempo [...]. se l’ Architetto deve conoscere le forme, gli stili propri e la scuola da cui l’edificio è uscito, deve ancor meglio conoscerne la struttura, l’autonomia, il suo temperamento....perché prima di tutto bisogna lo faccia vivere.”

A seguito, si farà una disamina puntuale delle tematiche affrontare, corrispondenti alle porzioni di progetto. La ricerca bibliografica e teorica ha costituito elemento essenziale di supporto e spunto per ogni fase della progettazione. Le tematiche, seguendo l’ordine morfologico e topografico in cui si susseguono, riguardano il fronte Nord e la spina centrale che porta alla piazza, e nello specifico sono:
1. la residenza contemporanea;
2. la casa dello studente;
3. la casa a patio;
4. rigenerazione urbana e conservazione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Identità, futuro, tradizione: Sacca Fisola 2.0

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Informazioni tesi

  Autore: Nicola Piacentini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2016-17
  Università: Università IUAV di Venezia
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura per il Nuovo e l'Antico
  Relatore: Pierantonio  Val
Coautore: Camilla Pozzani, Andrea Zubelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 230

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