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Analisi e monitoraggio di frane mediante misure laser scanner terrestre da lunga distanza

La frana di Valderchia

Alle ore 5:00 del 6 gennaio 1997 in località Valderchia del Comune di Gubbio si verificava il franamento improvviso di una consistente porzione del versante sinistro della valle in corrispondenza del toponimo “Osteria Valderchia” che provocava:

- l’occlusione totale del torrente S. Donato, con la creazione di un lago di sbarramento che, in corrispondenza del letto del torrente, presentava una profondità di circa 9 m ed una capacità di circa 6000 m3;
- l’abbattimento di un edificio di civile abitazione ed il gravissimo danneggiamento di un altro edificio, oltre all’abbattimento di alcuni corpi annessi al fabbricato principale;
- l’abbattimento di alcuni pali di sostegno di linee Enel e Telecom con conseguente messa fuori servizio delle reti di distribuzione dell’energia elettrica e delle linee telefoniche.

La frana, (complesso scivolamento rotazionale a superfici multiple – colamento), interessò un’area molto ampia, stimata, in base al confronto tra le cartografie ante e post evento, in circa 17 - 18 ha, presupponendo un volume in sito della massa instabile superiore ad 1 milione di m3. Il piede della frana, ubicato circa a quota 592 m, si estendeva con un fronte di 140 m lungo l’alveo del S. Donato, giungendo direttamente ad appoggiarsi al rilevato del ponte del vecchio tracciato della S.S. 452 “della Contessa”. L’area interessata dal movimento si estendeva fino a circa 750 m s.l.m. per una lunghezza totale di circa 450 m.

Nell’area del coronamento affiora il livello calcarenitico “Contessa”; è qui che si osserva la nicchia principale di distacco.

Il movimento presentava due direzioni principali: verso O nella porzione superiore e verso NO in quella inferiore. Le evidenze geomorfologiche del franamento sono costituite da due nicchie di distacco poste rispettivamente a quota 732 (la principale) e 690 m (la secondaria), e da due accumuli di frana, uno compreso fra la nicchia inferiore e quella superiore e l’altro, più consistente, sito fra il piede e la quota 644 m s.l.m.
Il movimento franoso non determinava perdite di vite umane per due coincidenze fortuite:

- l’allarme lanciato da una delle persone presenti nell’abitazione andata distrutta che consentiva alle due famiglie residenti, per complessive 10 persone, di abbandonare l’edificio e di mettersi in salvo;
- la presenza del rilevato artificiale, ex sede della S.S. 452 “della Contessa”, contenuto tra due muri in pietrame che ha svolto la funzione di sbarramento del movimento franoso, grazie alla sua forma planimetrica ad arco con la convessità rivolta verso il piede di frana. Ciò ha impedito al movimento franoso di estendersi verso la sede stradale dell’attuale S.S. “della Contessa”.

La funzione di stabilizzazione della frana svolta dal rilevato ex S.S. 452 ha trovato ulteriore conferma nelle successive rilevazioni strumentali che hanno mostrato la mancanza di un quadro deformativo e fessurativo delle strutture del rilevato degno di rilievo e l’assenza di spostamenti misurati nell’inclinometro installato nel corpo dello stesso.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi e monitoraggio di frane mediante misure laser scanner terrestre da lunga distanza

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Mattiacci
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze Geologiche
  Relatore: Aurelio Stoppini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 260

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