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La Riforma del Terzo Settore: L'Impresa Sociale

Tassazione e agevolazioni fiscali delle nuove Imprese Sociali

Come già visto in precedenza, nella riforma del Terzo Settore è prevista una normativa anche in materia di Imprese Sociali, ma a differenza degli altri Enti del Terzo Settore, la normativa di riferimento è contenuta nelle disposizioni del d.lgs. 112/17 e successivi decreti correttivi. Con la nuova riforma, le imprese sociali non saranno più assoggettati agli Enti non commerciali e alle ONLUS, ma bensì avranno una disciplina a sé, consistente in una tassazione differente ed un regime agevolato.

In particolare per quanto riguarda le disposizioni della nuova normativa, rispetto al passato non verrà più previsto che gli utili e gli avanzi di gestione siano esclusi dal conteggio del reddito imponibile ai fini delle imposte dirette, ma bensì con il D.lgs. 95/18 la non imputabilità sarà relativa solo ai contributi versati per l'attività di controllo svolta dal Ministero del Lavoro, alle riserve accantonate con utili/avanzi di gestione e destinate per lo svolgimento dell'attività statutaria o per incrementare il patrimonio ed alle imposte sui redditi riferibili alla variazioni in dichiarazione dei redditi.

In particolare per quanto riguarda gli utili e gli avanzi di gestione distribuiti dalle imprese sociali nelle modalità previste, ovvero la distribuzione ai soci per un aumento gratuito del capitale sociale e l'erogazione di contributi in favore di enti del terzo settore diversi dalle imprese sociali, saranno imputabili al reddito imponibile ai fini delle imposte dirette.

Analizzando il quadro europeo in materia di distribuzione degli utili, possiamo notare, come l'Italia, abbia agito in maniera differente rispetto ad altre realtà europee.

Nel Regno Unito, nel 2005, fu introdotta la “Community Interest Company”, una società di capitale, la quale prevalentemente ha uno scopo benefico ed una distribuzione degli utili, col fine di non intaccare il perseguimento degli obbiettivi sociali.

Ad oggi per queste tipologie di Società, la somma complessiva dei dividendi non può superare il 35% dei profitti della CIC, inoltre la stessa CIC, dovrà depositare un rapporto specifico annuale, il quale misurerà il beneficio comune della società, al CIC Regulator, che è organo di controllo volto a valutare la rispondenza con il “comunity interest statement” depositato in sede di costituzione della società.

Anche in Belgio, viene data la possibilità alle società di capitali e alle cooperative di acquisire lo Status di “Société à Finalité Sociale” e ad oggi la normativa prevede la possibilità per tali enti di distribuire ai soci una quota pari al 6% del capitale versato, anche se tra di essi figurano uno o più investitori tra i soci.

Anche per quanto riguarda la Francia, nel 2014 con la legge n.856135 è stata introdotta la disciplina della Enterprise Solidarie d'Utilité Sociale (ESUS), uno status che può essere concesso alla cooperative, società di capitali e enti senza scopo di lucro, purché essi perseguano un obbiettivo di utilità sociale e che abbiano un sensibile impatto sul business del ente.

In materia di finalità sociali, l'importante è che almeno il 66% delle voci di costo sia dedicato al perseguimento di tali finalità o in alternativa, negli ultimi tre anni, il rapporto tra la somma dei dividendi e della remunerazione degli strumenti finanziari non bancari (es. obbligazioni), da una parte, e la somma dei capitali propri e dei contributi finanziari non bancari dall'altra, dovrà essere inferiore al tasso medio di rendimento delle obbligazioni di società private, aumentato del 5%.

Dopo questo excursus, possiamo notare, come l'Italia sia stata uno dei primi paesi a prevedere l'impresa sociale, ma allo stesso tempo fino al riordino e alle nuove disposizioni in materia, si era rifiutata di prevedere ogni forma di impiego degli utili, non considerando che l'impresa, in quanto tale, inevitabilmente debba essere considerata come fonte di produzione di utili ed è proprio questo che può portare nuovi investitori. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Riforma del Terzo Settore: L'Impresa Sociale

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Dimartino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Francesca  Stradini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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