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La concezione del bambino nell'opera ''Diario di uno scrittore'' di F.M. Dostoevskij

Bambini salvifici

L’episodio de Il bambino da Gesù all’albero di Natale è una storia composta da Dostoevskij che vede come protagonista un bambino che vaga per la città infreddolito e affamato. Passeggiando per le vie della città, egli scorge attraverso delle vetrate delle stanze in cui si danno feste, si balla, e osserva dall’ esterno, i bambini ben vestiti e addobbati con abiti costosi.
In questa sede, Dostoevskij si esprime circa gli atteggiamenti di alcuni fanciulli e riguardo il loro modo di ballare, spesso si pongono con sfacciataggine, li considera «fanciulli a cui tutto è reso facile». L’autore coglie dunque l’occasione di esporre il suo punto di vista riguardo la gioventù dell’epoca, la quale senza sforzi ottiene tutto. Dostoevskij sostiene inoltre che la pedagogia debba preoccuparsi di analizzare questo aspetto.
Il bambino in questione, vive con la madre ammalata, la quale muore poco dopo.

Mentre è intento a osservare tre bamboline esposte all’interno di una vetrina, viene aggredito da dietro da un ragazzino. Il fanciullo, spaventato, corre e cerca rifugio dietro un cumulo di legna, dove muore la notte stessa. Si risveglia in una dimensione celeste, nella quale viene invitato a partecipare all’albero di Natale di Gesù, in cui domina l’armonia e la pace, dove ritrova altri bambini che hanno condiviso lo stesso suo destino, incontrando di nuovo anche la madre.
Questa storia è frutto della fantasia di Dostoevskij, ma, come egli stesso afferma, tutto ciò potrebbe essere accaduto nella realtà, e non si distanzia molto dalla situazione reale e dalle condizioni in cui vivono molti bambini.

Il significato della dimensione celeste in cui si ritrova il fanciullo rappresenta una ricompensa che meriterebbero tutti coloro che durante l’infanzia hanno vissuto in condizioni precarie e tragiche come l’esempio del bambino protagonista del’episodio sopra descritto.
Un secondo esempio del bambino salvifico è sicuramente Nelly, personaggio dell’opera Umiliati e offesi. Nelly è una bambina rimasta orfana e abbandonata ad un destino di violenza e solitudine, la quale viene generosamente accolta da Ivan Petrovič. Ivan è uno scrittore malinconico e che soffre per un amore non corrisposto, un uomo che necessita di una rinascita spirituale. La rigenerazione avviene proprio dall’incontro con Nelly, descritta come una luce che sconfigge il buio che si era impossessato della sua anima. La bambina ha il potere di offrire a Ivan la salvezza liberandolo dalla sua paura dell’ignoto, riforma il suo spirito permettendogli di tornare ad assaporare la vita.

Inizialmente il ruolo salvifico lo incarna Ivan, salvando Nelly dalla sua condizione di solitudine e dal suo terribile destino; successivamente, è la fanciulla che si prende cura dell’uomo, guarendolo fisicamente e spiritualmente.
Si può dunque parlare di una sorta di salvezza reciproca. L’accoglienza di un’anima disperata può giovare alla guarigione dello spirito di chi se ne fa carico, come dimostra l’episodio di Nelly e Ivan.
Dostoevskij ritiene che il bambino sia dotato di un’enorme empatia, che permette di comprendere i sentimenti e i turbamenti adulti, il quale, agendo con la sua capacità di rielaborazione del dolore, conferisce salvezza e redenzione.
«Ogni qual volta ci appare qualcosa di nuovo, qualcosa che ci può salvare, individualmente e collettivamente, di solito viene rappresentato dal simbolo del bambino. Il bambino è un redentore».
La salvezza a cui si riferisce Dostoevskij, è un concetto che va oltre la dimensione del romanzo: Nelly, in quanto bambina, rappresenta la possibilità di guarigione per l’umanità, sprofondata nell’inferno della solitudine, nell’incapacità di amare.
La figura infantile è in grado di provocare profonde trasformazioni nello spirito dell’uomo, anche ai più ottusi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La concezione del bambino nell'opera ''Diario di uno scrittore'' di F.M. Dostoevskij

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Informazioni tesi

  Autore: Greta Contardi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Maria Candida Ghidini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 35

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