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Aspetti e problemi dell'idrografia dantesca

I fiumi nella vita di Dante

Dante sente con il fiume un forte radicamento, quello che richiama alle origini e alle generazioni che in quella terra e in quelle acque si sono sviluppate. Il fiume diventa contenitore di memorie storiche e civili. Lo stesso Dante può col-legare al fiume Arno la sua vicenda personale, esso può infatti raccontare delle sue radici fiorentine e comunali, mutando il suo corso e il suo significato in base a come mutano le vicende politiche e storiche che lo circondano (Inf., XXIII 94-96):

E io a loro: «I’ fui nato e cresciuto
sovra ’l bel fiume d’Arno a la gran villa,
e son col corpo ch’i’ ho sempre avuto.

Nell’opera del poeta, il fiume Arno, verrà utilizzato per datare le sue Epistole (VI e VII). Nella Vita Nova, esso viene presentato come un fiume “bello e corrente e chiarissimo” (Vita Nova, IX). Nel tessuto della Commedia, invece, il motivo del fiume cambia, dall’orgoglioso compiacimento mostrato ai due frati nella bolgia degli ipocriti nel ventitreesimo canto dell’Inferno (Inf., XIII 94-95), si arriva ad una denuncia della decadenza e della generazione italiana di cui Dante diventa giudice, tanto da non nominare più quel fiume che tanta importanza aveva avuto nel presentare le sue origini.

Di particolare interesse è l’utilizzo del nome Sarnus al posto di Arno nelle opere dantesche. L’identificazione di Sarnus = Arnus, deriverebbe dallo storico cristiano Paolo Orosio e da un suo errore di decifrazione. Ritroviamo il toponimo Sarnus sia in De Vulgari Eloquentia I 6: “quanquam Sarnum biberimus ante dentes”; che nelle Epistole IV, VI e VII; ma anche nelle Egloghe, in particolare nell’egloga I e III. L'uso più antico, nella letteratura latina, dell'idronimo Sarnus, ossia del termine corrispondente all'odierno fiume Sarno campàno che nasce dalle pendici dei monti prossimi alla città di Sarno, risale a Virgilio, che sulle sponde di quel golfo visse, dal 42 al 39 a. C. In Aen., VII Virgilio, infatti, narra dell'arrivo di Enea nella 'terra promessa'. Egli vi descrive la risalita del Tevere, l'accoglienza benevola da parte del re Latino, che all'eroe troiano offre in moglie la figlia Lavinia, e il successivo rovinarsi dei rapporti per l'odio di Giunone. Nel lungo elenco compare Ebalo, il quale ha esteso il suo dominio ai Sarrasti ed alle “terre che il Sarno irriga”, oltre che ad altre genti e terre della Campania.

Tuttavia, l'idronimo Sarnus non lo rinveniamo nelle opere dei contemporanei di Virgilio, neppure nelle parti rimasteci dell’opera di Livio, dove invece appare il simile Arnus, col quale esso sarà confuso. Tra il IV ed il V secolo il termine Sarnus compare nel commentario virgiliano di Servio, in relazione ad Aen., VII 738, e con questo commento rientriamo in uno di quei casi direttamente legati a Virgilio.
Il poeta mantovano però non avrebbe mai immaginato che Sarnus di Aen., VII 738 avrebbe significato, nel futuro, anche "Arno". Eppure, proprio rifacendosi a questo passo virgiliano e citandolo non opportunamente, agli inizi del V secolo, lo storico cristiano Paolo Orosio, nei suoi Historiarum adversum paganos libri VII, identifica con il Sarnus dell'Eneide, l'Arno che con le sue inondazioni rese disastroso il percorso toscano di Annibale. Gli esempi fiorentini dovettero avere la loro importanza nel determinare l'uso errato del termine nelle opere dantesche, ma più probabilmente fu Orosio il punto di riferimento culturale an-che per Dante. Orosio, infatti, fu noto ed anzi piacque tanto al poeta fiorentino, che ammirava anche il latino dello scrittore cristiano e prospettava un’interpretazione della storia non dissimile dalla sua. Dante mostra di avere accolto la concezione geografica di Orosio e, soprattutto, di essersi basato molto spesso proprio sulle Storie nel riportare episodi, date e personaggi storici. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Aspetti e problemi dell'idrografia dantesca

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Informazioni tesi

  Autore: Antonietta D'Andrea
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere moderne
  Relatore: Massimiliano Corrado
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 47

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