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L'influenza dei social media sul terrorismo islamico. Caso ISIS

Chi aderisce al messaggio Jihadista?

Il termine per indicare chi aderisce al jihadismo è mujaheddin, letteralmente “combattente”.
La figura del mujaheddin comparve per la prima volta negli anni ‘80 in Afghanistan durante la guerra contro l’Unione Sovietica, dopodiché negli anni ‘90 il termine venne coniato per indicare i combattenti jihadisti.
Ma la domanda da porsi è: che cosa significa davvero essere un mujaheddin?
Il mujaheddin non è un semplice combattente che lotta per imporre i valori in cui crede, bensì è un “martire”, infatti difendono i propri ideali al punto di sacrificare la propria vita in nome della causa per cui combattono, pertanto si può definire come un “nuovo culto del martirio”.
La citazione di Osama bin Laden, leader e fondatore del movimento fondamentalista sunnita al Qaida: “I mujaheddin amano la morte come gli occidentali amano la vita” aiuta a comprendere fino a che punto questi “soldati” possono spingersi.
Le tecniche di assalto contro i nemici usate dai fondamentalisti sono attentate terroristiche violente, solitamente prevedono il suicide bomber, una modalità in cui l’attentatore-kamikaze innesca una bomba, questa oltre a colpire se stesso provoca la morte della folla che gli sta attorno. Questa modalità di uccisione è uno strumento efficace e a basso costo, per colpire non solo fisicamente ma soprattutto psicologicamente l’avversario, creando panico e terrore.
Il numero di chi aderisce al messaggio jihadista è da sempre in forte crescita, nel periodo tra il 1996 e il 2001 i guerriglieri addestrati furono ventimila circa.
Da notare è l’estrema facilità con cui l’ideologia jihadista si è diffusa all’interno della comunità islamica. La notevole capacità dei fondamentalisti è stata di non porre delle “barriere all’entrata” o meglio di diffondere il messaggio tra classi sociali diverse, da quelle più abbienti a quelle più povere, per unire tutti gli individui sotto una comune ideologia di vita. Per esempio Osama Bin Laden, leader e fondatore di al Qaida, proveniva da una famiglia benestante saudita e con un background culturale e d’istruzione alto.
Inoltre di notevole importanza è il fatto che i combattenti non vengono reclutati solo nei territori islamici del Medio Oriente ma anche in Occidente, in quanto le organizzazioni fondamentaliste di al Qaida e soprattutto Isis hanno promosso una lotta senza confini, espandendo la visione del Jihad armato a livello globale, estendendo la zona del dar alharb.
A testimonianza di ciò, nel 1998 Osama bin Laden annunciò pubblicamente ai fedeli dell’Arabia Saudita di scagliarsi contro gli infedeli americani, che stavano occupando parte del territorio saudita.
Nel prossimo capitolo si analizzerà un esempio di organizzazione fondamentalista islamica conosciuta come Isis, che ha cambiato la visione del Jihad armato avutasi fino agli anni 2000.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'influenza dei social media sul terrorismo islamico. Caso ISIS

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Castelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Marco Clementi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 38

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