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La Forza: caratteristiche e sviluppo

Classificazione della forza

La forza è la componente fondamentale nel complesso delle capacità motorie che determinano ed influenzano qualsiasi tipo di prestazione.
L'allenamento della forza, essendo un fattore specifico di ogni prestazione, è fondamentale e viene applicato con metodologie molto differenti. Il suo sviluppo può avvenire seguendo un percorso legato all’allenamento della forza generale o su un altro legato all’allenamento della forza specifica, il primo consente di sviluppare in maniera globale tutta la muscolatura mentre il secondo ha come obiettivo lo sviluppo della forza legata al gesto tecnico specifico della competizione.
E’ necessario quindi prendere in considerazione i suoi rapporti con la resistenza e con la rapidità-velocità nei vari tipi di movimenti ciclici (ripetuti in modo sempre uguale) ed aciclici, con grandi variazioni nella sequenza dei gesti sportivi.
L’allenamento della forza fa aumentare la sezione trasversa del muscolo e quindi il diametro delle singole fibre muscolari. In seguito, ci si allena per la resistenza con carichi più ridotti, non occorre impiegare contemporaneamente tutta la potenza del muscolo: viene attivata solo una parte delle unità motorie, mentre le restanti fibre riposano, impegnandosi nella contrazione solo quando le prime sono affaticate (turnover); questa riserva di forza consente ai muscoli di lavorare in modo più efficace.

Nel corso degli anni, vari studiosi della scienza dell’allenamento si sono prodigati per definire le varie tipologie di forza; la classificazione a cui tutti fanno riferimento è quella di Harre (1972).
Harre ha distinto la forza in:
- Forza massimale (o pura), ovvero la forza più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado di sviluppare con una contrazione muscolare volontaria. Prevale la componente carico a scapito della velocità di esecuzione;
- Forza veloce, ovvero la capacità del sistema neuromuscolare di superare delle resistenze con una elevata rapidità di contrazione. Prevale la componente velocità a scapito del carico;
- Forza resistente (o resistenza alla forza), ovvero la capacità dell’organismo di opporsi alla fatica durante prestazioni di forza di lunga durata. La componente carico e la componente velocità mantengono valori medi e costanti per un arco di tempo relativamente lungo. E’ necessario inoltre un supporto organico di sostegno, funzionalità cardiocircolatoria e respiratoria.

Questa classificazione è la più conosciuta ed utilizzata da tutti anche se, ai giorni nostri, appare limitata non prevedendo alcuni importanti tipologie di forza che altri autori hanno poi evidenziato; Kusnesov (1984), per esempio, ha classificato la forza in:
- Forza statica, utilizza contrazioni isometriche;
- Forza dinamica, prevede movimento, distinta in funzione della velocità di esecuzione in Forza dinamica esplosiva (massima velocità), Forza dinamica veloce (alta velocità) e Forza dinamica lenta;

Molto articolata e completa è invece la classificazione di Verchoshanskij (1984) che distingue la forza in:
- Forza tonica, elevate tensioni muscolari con carichi massimali o sub-massimali;
- Forza fasica, prestazione protratta nel tempo con carichi che lo consentano;
- Forza fasico-tonica, momenti con intensità elevata e altri con intensità minore;
- Forza esplosiva tonica, carichi elevati e massima velocità di esecuzione possibile;
- Forza esplosiva balistica, carichi leggeri mossi alla massima velocità di esecuzione;
- Forza esplosiva reattivo-balistica, con contrazioni pliometriche a carico naturale;
- Forza veloce, velocità di esecuzione alta ma non massimale e si divide in aciclica (il movimento è singolo) e ciclica (movimento protratto nel tempo).

L’ultimo studioso che vediamo è Hatfield (1997) che a sua volta fa una diversa distinzione della forza, classificandola in questo modo:
- Forza massimale, ovvero la massima espressione di forza che un atleta può esprimere, distinguendola ancora in Forza limite e Forza assoluta;
- Forza iniziale, ovvero quella che prevede l’attivazione simultanea del maggior numero di fibre (coordinazione intramuscolare);
- Forza esplosiva, è conseguente alla Forza iniziale e consente di continuare il movimento ad intensità massimale;
- Forza anaerobica, ovvero quella che, utilizzando carichi ridotti, può essere protratta per molto tempo utilizzando il sistema aerobico. Si distingue a sua volta in aciclica e ciclica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Forza: caratteristiche e sviluppo

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Lotrecchiano
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze Motorie
  Relatore: Flavio Alberto Faure-Rolland
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 35

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