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La Sonata per violino solo op. 115 di S. Prokof'ev

Totalitarismo e cultura

Il passaggio all'era staliniana, quindi, come si è detto, a uno Stato totalitario, dove l'influenza dell'autorità si estende su ogni aspetto della vita dei singoli (§ 1.1.3), non poteva non avere anche importanti risvolti anche in campo culturale. Sappiamo infatti che, in base a una consolidata storiografia, uno dei caratteri peculiari dello Stato totalitario novecentesco è l'acquisizione, da parte delle autorità, di un vero e proprio monopolio sui mezzi di comunicazione, in particolar modo quelli di massa, e di conseguenza anche su tutte le attività culturali, essendo queste – come è chiaro – essenzialmente delle forme di comunicazione.
Lo stalinismo su questo punto non fa eccezione, rispetto agli altri regimi totalitari: semmai la sua peculiarità, come si è detto nella parte storica, va individuata nell'obiettivo cui l'intero apparato propagandistico era preposto, ossia fare dell'URSS una grande potenza industriale, al pari livello dei Paesi capitalistici occidentali.
I presupposti per un pieno controllo sugli esponenti delle arti erano già stati creati da Lenin, con la svolta autoritaria da lui impressa alla Rivoluzione (§ 2.2). Tuttavia, come si è detto, non era ancora stati ben definiti i canoni che avrebbero dovuto orientare l'opera degli artisti sovietici: questo passo ulteriore, che avrebbe definitivamente completato il graduale asservimento di intere generazioni di pittori, scultori, architetti, registi, letterati e musicisti al sistema della cultura di Stato, si compì verso gli inizi degli anni '30, con la nascita del realismo socialista.
Il realismo socialista, che descriveremo poco più avanti (§ 2.3.2), fu imposto dal Partito a tutto il mondo culturale come l'unica autentica forma di arte socialista, al di fuori della quale, cioè, non era possibile infondere adeguatamente nelle masse i valori della Rivoluzione, ora necessari per lo straordinario sforzo richiesto, sulla base dei piani quinquennali, sulla base dei piani quinquennali, per lo sviluppo dell'economia sovietica. Così, proprio come quelle economiche, anche le attività culturali furono sottoposte a una vera e propria pianificazione, con l'obiettivo che esse fossero tutte pragmaticamente coordinate e coese nell'impegno propagandistico, senza alcuna dissonanza: la presenza di diverse vedute, infatti, avrebbe senz'altro ingenerato dubbi e incertezze tra gli operai, e quindi una diminuzione del loro impegno e dei loro risultati nel lavoro. [...]

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La Sonata per violino solo op. 115 di S. Prokof'ev

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Madeo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Istituto superiore di studi musicali "P. I. Tchaikovsky" di Nocera Terinese
  Facoltà: Discipline musicali
  Corso: Diploma Accademico di I Livello in Violino
  Relatore: Alessandro Acri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 79

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Parole chiave

neoclassicismo
musica del novecento
sergej s. prokof’ev
musica sovietica
musica per violino solo

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