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Geopolitica del Litio

Insostenibilità del litio. Inquinamento ambientale

Dal momento che la geopolitica intorno al litio è ancora in evoluzione, gli aspetti più tragici derivanti dallo sfruttamento della risorsa saranno visibili soprattutto nei prossimi anni. È evidente che siano stati sottovalutati i possibili danni ambientali in tutto il mondo, ad esclusione dell’Unione Europea, che ha dato una parvenza di interesse al problema. Mentre il mondo si sforza di sostituire i combustibili fossili con energia pulita, all’impatto ambientale proveniente dalla ricerca di tutto il litio necessario per consentire l’incremento di batterie disponibili potrebbe aggiungersi la difficoltà nel riciclo dei componenti altamente inquinanti che per il momento non possono essere smaltiti al 100%. I catodi di litio si degradano nel tempo e non possono essere semplicemente inseriti in nuove batterie e la vera barriera è che i produttori spesso non rivelano ciò che effettivamente impiegano nelle loro batterie, il che rende più difficile riciclarle correttamente. Al momento le cellule recuperate vengono di solito triturate, creando una miscela di vari metalli che può essere separata usando tecniche pirometallurgiche, grazie alla combustione. Ma questo metodo spreca il litio al suo interno ed è pericoloso se non si conoscono bene tutte le sostanze chimiche presenti. Se invece le batterie vengono smaltite, come spesso capita, nell’indifferenziata o abbandonate in modo abusivo, quando entrano a contatto con l’acqua inquinano fino a 1000 litri con un solo grammo di sostanze tossiche presenti in esso. Oltre ad inquinare l’acqua, il grande problema del litio riguarda le falde acquifere sotterranee. Per estrarre il litio, i minatori iniziano perforando le saline e pompandovi acqua, per ottenere il rigetto in superficie dalle salamoie ricche di minerali. Poi lasciano evaporare il lago di salamoia creatosi per mesi realizzando dapprima una miscela di manganese, potassio, borace e sali di litio che viene poi filtrata e posta in un'altra pozza di evaporazione, e così via. Dopo 12-18 mesi, la miscela è stata filtrata a sufficienza da poter estrarre il carbonato di litio: l’Oro Bianco.

È un processo relativamente economico ed efficace, ma utilizza tantissima acqua e si parla di quantità di circa due milioni di litri per tonnellata di litio, una quantità spropositata che nel deserto non è nemmeno semplice da reperire. Infatti nel Salar de Atacama, in Cile, le attività estrattive consumano il 65 per cento dell'acqua della regione. Nel Salar de Hombre Muerto, in Argentina, gli abitanti del luogo sostengono che le operazioni per il litio hanno contaminato i fiumi utilizzati dall'uomo per l’allevamento e per l'irrigazione delle colture. Nel paese ci sono già stati scontri tra compagnie minerarie e comunità locali, che affermano che l'estrazione di litio sta lasciando il paesaggio devastato da montagne di sale scartato e canali riempiti con acqua contaminata con una tonalità blu innaturale. C'è anche poi il potenziale inquinamento delle riserve idriche, come è successo in Tibet, dato dal rischio che le sostanze chimiche tossiche fuoriescano dai bacini di evaporazione e invadano gli acquedotti. Come se non bastasse, l'estrazione del litio danneggia inevitabilmente il suolo e causa la contaminazione dell'aria. Infatti, con la maggiore diffusione delle auto elettriche ed in generale con l’espansione tecnologica, le attività estrattive potrebbero comportare nel medio termine un peggioramento delle emissioni di CO2, ottenendo dunque un risultato opposto agli obiettivi per cui si sta attuando la transizione energetica. L'aumento della domanda di litio potrebbe far triplicare, entro il 2025 le emissioni di CO2 e addirittura farle crescere di un sei volte tanto entro il 2030. All'origine di questa problematica ci sono aspetti legati anche trattamento del minerale, il litio proveniente da fonti rocciose comporta una media di 9 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata raffinata. La preoccupante prospettiva di arrivare a 13,5 milioni di tonnellate di CO2 emesse per la sola produzione dell'elemento base delle batterie è un campanello d’allarme per la comunità internazionale che mettere realmente in discussione la sostenibilità del mondo del litio, delle batterie e della transizione non tanto più definibile verde.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Geopolitica del Litio

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Informazioni tesi

  Autore: Ivan Vianello
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze internazionali e diplomatiche
  Relatore: Maria Eleonora Guasconi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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