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Mito e Tragedia nella coreografia di Martha Graham e Virgilio Sieni

Il gesto della passione

L’ultima produzione di Virgilio Sieni, Tregua_Intorno ai corpi (2007), spettacolo a cui ho assistito personalmente al Teatro dei Rozzi di Siena, era composto di due atti. Ispirato ad una fotografia di Georges Mérillon del 29 Gennaio 1990, poi chiamata Veglia funebre in Kosovo in cui compaiono alcune donne intorno al corpo di Rosimi Elsnani ucciso in una manifestazione indipendentista, il lavoro contaminava linguaggi e discipline diverse (arte figurativa e fotografia) nel tentativo, scrive il coreografo, citando il bel saggio di Susan Sontag sulla fotografia, di “dare gesto all’immagine”. Nella prima parte, tre donne in tutù nero, danzavano all’interno di uno spazio circolare delimitato da una specie di tenda da circo di tulle anch’esso nero e coperto di lustrini, che cadeva dall’alto: “il luogo nero dello spettacolo”, scrive Sieni, “l’eclisse, fortino inconsistente della deiezione dei corpi, insostenibile bolla d’energia che si sostiene nel nulla, luogo che ci costringe all’esattezza come dono”. “Donne riverse, corpi appoggiati l’uno all’altro”, che si sostengono per sopportare il dolore della guerra, qualsiasi guerra, che umilia in primo luogo il corpo e che mostra la faccia spaventosa del potere. Questa prima parte metteva in scena due universi di discorso apparentemente molto distanti: la guerra e la danza. Da un lato, il corpo candido e scolpito delle danzatrici – valorizzato dalle scelte cromatiche delle luci e dei tessuti – consentiva di rintracciare una continuità con la rappresentazione della bellezza ad opera della pittura di Masaccio, di Piero della Francesca e di Cosmé Tura, rimandando all’universo “estetico” del Rinascimento; dall’altro, la scelta dei costumi di scena – tutù neri per le tre danzatrici – rendeva esplicito un meta-discorso sulla danza stessa, sulla “tragedia del danzatore” condannato, in quanto corpo, a sfinirsi dietro un ideale impossibile, a non essere mai all’altezza della Danza. Due scelte stilistiche – il trattamento plastico dei corpi ad opera della qualità dei movimenti scelti e delle luci utilizzate, i costumi di scena – si rivelavano così altrettante strategie per far dialogare l’estetica rinascimentale e la danza, costruita soprattutto sulla pratica del Parterning.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Mito e Tragedia nella coreografia di Martha Graham e Virgilio Sieni

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Duranti
  Tipo: Tesi di Dottorato
Dottorato in Letteratura Scuola di Dottorato Logos e Rappresentazione, studi interdisciplinari di letteratura, estetica, arti e spettacolo. Sezione Comparatistica: teatro, cinema, letteratura, danza
Anno: 2008
Docente/Relatore: Vito Di Bernardi
Istituito da: Università degli Studi di Siena
Dipartimento: Musica e Spettacolo, Facoltà di Arezzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 434

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