Ordinamento sportivo ed ordinamento statale: spunti critici sulle possibili forme di interconnessione

Anche se in precedenza non erano mancati tentativi di inquadramento di specifici aspetti delle attività sportive (ovviamente, in termini privatistici, dato che originariamente CONI e Federazioni si collocavano in un contesto squisitamente giursprivatistico), la prima organica sistemazione giuridica dell’intero fenomeno sportivo viene proposta da Cesarini Sforza proprio nel periodo in cui prende l’avvio l’assorbimento nell’ordinamento statale. Nel 4 del primo capitolo s’è visto che ne Il diritto dei privati Cesarini Sforza aveva impiegato le concettuologie romaniane (tra l’altro) per elaborare per la prima volta la nozione di ordinamento sportivo – e quella stessa di giustizia sportiva -, che utilizza come principale esempio delle proprie tesi pluralistiche. Sull’idea dell’esistenza di un ordinamento sportivo e di una giustizia sportiva che si collocano su un piano affatto distinto rispetto a quello dell’ordinamento e della giustizia statale Cesarini Sforza ritorna pochi anni dopo la pubblicazione de Il diritto dei privati, in una nota, apparsa nel 1933 sul Foro italiano, a due sentenze della Cassazione che s’erano occupate di controversie interne rispettivamente dell’Automobil Club d’Italia e del Jockey Club Italiano. Delle due sentenze annotate l’a. prende in considerazione in particolare quella riguardante il Jockey Club, per criticare la Cassazione ove, ai fini di giudicare della legittimità della sanzione disciplinare comminata da tale organismo, aveva affrontato il problema della qualificazione, pubblicistica o privatistica, della natura del medesimo, risolvendolo nel secondo senso, e affermando pertanto che la sanzione in questione aveva fondamento contrattuale.