Lo sviluppo delle reti di accesso di nuova generazione: aspetti di politica industriale e regolatoria

Osservando il mercato della banda larga con un occhio maggiormente attento, quindi, appare chiaro quanto sia necessario riuscire ad aumentare sempre di più la competizione all’interno del settore, allo scopo di ottenere il maggior livello possibile di benefici, sia per il mercato stesso, sia soprattutto per il soddisfacimento del consumatore finale.Un investimento qualsiasi relativo ad una rete di accesso di nuova generazione, per quanto sia desiderabile ed appetibile, non beneficerà di un alto numero di sottoscrittori, soprattutto se rimane relegato all’interno di un mercato basato sul monopolio o sull’oligopolio, perché i costi di attuazione e gli investimenti annessi saranno decisamente più elevati rispetto alle attese.

L’accesso disaggregato alla rete locale in rame, o ULL, Unbundling Local Loop, ha già condotto a notevoli benefici a livello competitivo in molti mercati europei, e sarebbe quindi decisamente errato ignorare questo successo, in un momento in cui si sente sempre più forte l’esigenza di “migrare” verso le Next Generation Access Network.

Con Unbundling Local Loop, o accesso disaggregato alla rete locale, si indica la possibilità che hanno i nuovi operatori telefonici, da quando è stato liberalizzato il mercato delle telecomunicazioni, di usufruire delle infrastrutture esistenti, proprietà di altro operatore, per offrire ai clienti servizi propri, pagando un canone all’operatore legalmente proprietario delle infrastrutture.
Le autorità di regolamentazione ed i governi dei vari paesi dovrebbero perciò auspicare il più possibile a dotarsi di architetture di reti NGAN e di modelli di business che possano supportare ed incentivare il più possibile la competizione nella fornitura al dettaglio di servizi di accesso, tenendo sempre ben presenti i benefici che derivano dall’unbundling.

Da un punto di vista pratico, quindi, i modelli ottimali per l’implementazione e lo sviluppo delle reti di accesso di nuova generazione, sono quelli che propongono una maggiore condivisione del rischio, alla luce del fatto che i soggetti che decidono di voler competere con l’incumbent solitamente avranno dalla loro parte una base di clienti molto più ristretta e meno solida rispetto all’operatore principale, nonché un cashflow decisamente inferiore.
L’incumbent, invece, proprio sulla base del suo maggiore potere di mercato, avrà molte meno difficoltà a “dirottare” velocemente la sua base clienti sulle nuove reti.
Un punto resta comunque decisamente chiaro: modelli di sviluppo che richiedono ingenti investimenti, per giunta concentrati nelle mani di pochi soggetti, finiscono col creare una serie di barriere