Embrione vs ricerca scientifica. Analisi comparata con l’ordinamento spagnolo

Intimamente connesso al tema dell’intervento pubblico nel campo della scienza, è il rispetto dell’ispirazione pluralista dello Stato costituzionale. Il ruolo della Repubblica, infatti, deve essere delineato non solo in considerazione del rapporto di bilanciamento tra istanze di libertà e necessità di una presenza del soggetto pubblico, ma deve anche esser tale da scongiurare pericoli diversi rispetto a quello dell’eccessivo dirigismo statale. Non può non rilevarsi, infatti, come un eccessivo astensionismo da parte dello Stato possa indirettamente comportare un ulteriore rafforzamento delle culture scientifiche dominanti, le quali finirebbero per aver facilmente la possibilità di soggiogare completamente le altre. Vale anche per la ricerca scientifica, infatti, oltre che per altre manifestazioni della cultura, la definizione di settore altamente a rischio di autoreferenzialità, poiché ―ogni cultura allorché diventa dominante, finisce con il determinare se stessa come tale, a scapito delle culture diversamente caratterizzate. Per questo motivo, pertanto, la dottrina costituzionale prevalente ha ritenuto di arricchire di significati le disposizioni costituzionali, sottolineando come il ruolo dell’intervento pubblico nei settori della scienza e della cultura deve essere finalizzato al ―sostegno delle culture deboli, alle espressioni meno conclamate della vita culturale, che rischierebbero di cadere nell’oblio e deve essere ―rivolto ad una concreta attuazione del principio di eguaglianza inteso in senso sostanziale. Questo discorso, più direttamente calato nel tema della ricerca scientifica, comporta che si debba tutelare e sostenere la cd. piccola scienza, per quanto la società, ovviamente, si aspetti maggiori risultati dall’attività di ricerca organizzata in forma complessa.