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La famiglia tra diritto interno e normativa comunitaria

La disciplina della famiglia di fatto nei paesi europei

Il modello di famiglia privilegiato negli ordinamenti europei è la famiglia eterosessuale fondata sul matrimonio. Il matrimonio rappresenta un segnale della propensione dei partner ad un rapporto il più possibile duraturo, nel quale ciascuno è pronto ad investire emotivamente e materialmente e dal quale ci si attendono alcune garanzie precisamente sancite e presidiate dalla legge. Molti paesi europei hanno legiferato in materia di famiglia di fatto. In genere è stato rifiutato il sistema presuntivo accogliendosi invece modelli opzionali che presuppongono, affinchè venga apprestata tutela alla convivenza fuori dal matrimonio, l’adempimento da parte degli interessati di alcune formalità quali una richiesta di registrazione presso un pubblico ufficio ovvero la stipula di un patto. Nei paesi dell’area scandinava le coppie di fatto sia eterosessuali che omosessuali possono chiedere la registrazione a cui segue il rilascio da parte del pubblico ufficiale di un certificato simile all’atto di matrimonio: gli effetti legali della registrazione sono assimilabili a quelli scaturenti dal vincolo coniugale. La scelta tedesca ha invece attribuito soltanto alla coppia omosessuale la possibilità di accedere alla convivenza registrata. Il legislatore francese ha codificato i cd. Patti di solidarietà dei quali può richiedersi il riconoscimento attraverso una dichiarazione congiunta indirizzata al tribunale del luogo in cui i partners hanno deciso di fissare la residenza comune. Gli effetti inderogabili di questo riconoscimento sono l’obbligo del sostegno materiale reciproco e la responsabilità solidale dei conviventi per i debiti contratti anche da uno solo di essi per far fronte ai bisogni della vita quotidiana ed alle spese relative all’abitazione comune. Le legislazioni olandese e belga hanno ammesso il matrimonio delle coppie omosessuali; già in precedenza si erano dotate di normative in tema di registered partnership. Però mentre la disciplina olandese in tema di convivenza attribuisce ai partners un vero e proprio status ciò non avviene nell’esperienza belga. In Spagna, la legge catalana e quella aragonese hanno adottato per la convivenza fuori dal matrimonio il sistema non opzionale basato ora sulla durata dell’unione, ovvero sulla rilevazione di prole comune o ancora sull’esistenza di un rapporto caratterizzato da un’affectio paragonabile a quella posta a fondamento del coniugio.
Altre autonomie locali hanno avvertito l’esigenza di offrire una disciplina alle coppie eterosessuali ed omosessuali intenzionate ad instaurare unioni stabili, precorrendo così la legalizzazione del matrimonio omosessuale, messa in atto dal Parlamento spagnolo. Questo è infatti ciò che è avvenuto con la legge del 30 giugno 2005, la quale ha accordato alle unioni formate da persone dello stesso sesso il medesimo status di quelle eterosessuali, con gli effetti che ne conseguono riguardanti la materia ereditaria, pensionistica ed i rapporti di filiazione adottiva. La legge svizzera sulle unioni omosessuali è stata approvata in un referendum svoltosi nel giugno 2005. La nuova legge riconosce l’unione domestica registrata tra persone dello stesso sesso. In tutte le ipotesi “l’intervento dell’ordinamento giuridico cagiona la morte della famiglia di fatto determinando forse la nascita della famiglia amatrimoniale”. Autorevole dottrinaanalizzando la novella francese ha osservato che alcuni indici sembrerebbero ascrivere le disposizioni introdotte dalla legge n. 944/1999 alla materia dei rapporti familiari: nell’art. 515.1 vi è il riferimento alla vie comune; nell’art. 515.2 è prevista la nullità del patto concluso tra ascendenti e discendenti in linea retta, tra affini in linea retta e tra collaterali fino al terzo grado incluso, ovvero tra persone coniugate. Ma lo stato civile di chi ha concluso il pacs resta immutato, i partnaires sono tenuti esclusivamente al sostegno reciproco materiale, la responsabilità solidale per i debiti contratti da ciascuno dei due per la esigenza della vita coniugale e per le spese relative all’abitazione comune non pare abbia molto a che spartire con la solidarietà familiare ed infine la tutela in sede di scioglimento del pacs ove non si raggiunge attraverso l’accordo delle parti è affidata al giudice.

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La famiglia tra diritto interno e normativa comunitaria

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Informazioni tesi

  Autore: Daniela Signorino
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Concetta Parrinello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 154

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Parole chiave

giurisprudenza
matrimonio
nuclei famigliari
nucleo familiare
parentela
patria potestà

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