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APPROFONDIMENTI

Esperienze internazionali di mediazione: Argentina, il VI Congresso Mondiale di Mediazione

02/08/2011

Esperienze internazionali di mediazione: Argentina, il VI Congresso Mondiale di Mediazione

Diverse sono state, sono e saranno ancora le iniziative che prendono spunto dalla mediazione e che la rivisitano in una visione a tutto tondo sia geograficamente che concettualmente parlando.
Il VI Congresso Mondiale di Mediazione tenutosi in Argentina dal 27 settembre al 2 ottobre 2010 è stato un’occasione per discutere ed analizzare i risultati, l’importanza e l’utilità della mediazione come strumento idoneo a risolvere i conflitti impedendone l’arrivo ad istanze giudiziali.
I lavori si sono diversificati grazie a conferenze magistrali, discussioni, laboratori e divulgazione di progetti vincenti di interesse generale. Tra gli obiettivi originari, si voleva ampliare l’ambito della mediazione fino a convertirla in movimento di pace e di concordia sociale, valorizzarne la dimensione come strumento di cambiamenti culturali a favore della società nel suo complesso ed aprire spazi collaborativi all’interno dei paradigmi della giustizia.

Per l’occasione si sono incontrati più di trenta relatori e circa duemila partecipanti giunti da tre continenti.
Erano presenti esperti di: Messico, Colombia, Tunisia, Stati Uniti, Canada, Francia, Spagna, Brasile, Bolivia ed ovviamente Argentina; le attività svolte hanno incluso tra l’altro, focus group su: famiglia, scuola, comunità, salute, sicurezza del cittadino, politica e riabilitazione sociale.

Durante i lavori preparatori, è stato bandito anche un concorso mirato a premiare racconti di veri e propri accordi di mediazione, dove sono stati selezionati, tra i centoquaranta lavori in gara, cinquantaquattro reports vincitori.
Gli organizzatori dell’incontro mondiale volevano dare al concorso una doppia valenza: conoscere casi concreti di mediazione misurandone l’incidenza rispetto alla quantità di conflitti che si accumulano quotidianamente, oltre a raccontare concretamente le esperienze fatte in luoghi geograficamente molto distanti tra loro.

Tra i vincitori il caso presentato da Eduardo Daniel Franco, avvocato mediatore abilitato nella Provincia di Corrientes è intitolato: Un auto per il bebè.
Una donna dell’entroterra della Provincia chiama in giudizio il padre di suo figlio, dal quale era separata da molti anni, accusandolo di essere inadempiente al pagamento degli alimenti e conseguentemente chiede, come risarcimento, un automobile per il figlio. La contesa venne depositata al Centro di Mediazione poiché il padre aveva espresso la volontà di rispondere a quanto contestatogli.
La particolarità dell’accaduto sta nell’età del figlio, 33 anni quindi maggiorenne, sano e con una famiglia propria.
Per la giustizia ordinaria il caso era archiviabile, in udienza l’uomo espresse la volontà di adempiere ai suoi obblighi verso il figlio ed anche l’intenzione di iniziare le pratiche di divorzio consensuale: questo avrebbe permesso di dare un nuovo assetto al futuro di ciascuno in un diverso contesto famigliare.
Questa storia è piena di sfaccettature, riflette le asimmetrie economiche della relazione, i rimorsi ed il pudore per gli errori fatti. La madre aveva bisogno di recuperare dignità agli occhi del figlio, soprattutto perché il padre era benestante ed i fratellastri possedevano automobili e molto altro.
Per la giustizia ordinaria il caso era archiviabile, come ha sostenuto lo stesso Dott. Eduardo Daniel Franco: “Se il padre non avesse avuto la volontà di addivenire ad un accordo, la controversia non avrebbe potuto avere seguito non essendovi alcuna prerogativa giuridica”.

Al termine del Congresso è stata consegnata ai partecipanti la Carta di Salta che, liberamente tradotta, fedelmente riproduco:
PRIMO: Si riafferma il diritto di tutti gli esseri umani a convivere pacificamente ed il dovere delle Nazioni a creare le condizioni oggettive affinché questo accada.
SECONDO: E’ necessario rendere democratico l’accesso alla mediazione in tutte le società del pianeta essendo la mediazione paritaria, una strategia praticabile.
TERZO: La mediazione deve raggiungere le istituzioni atte alla socializzazione, affinché da questi spazi nasca e proliferi un movimento che modifichi la cultura e che privilegi il dialogo propositivo, il dialogo costruttivo ed il dialogo associativo con l’intento di raggiungere la pace sociale.
QUARTO: Urge facilitare nelle diverse comunità, l’esercizio della mediazione trasformativa ed associativa affinché si riduca il divario tra gli usi ed i costumi vigenti ed i diritti umani.
QUINTO: Occorre potenziare l’esercizio di tutte le diverse metodologie di mediazione, in particolare la collaborativa, la circolare narrativa, la trasformativa e l’associativa poiché hanno dimostrato essere efficaci nella pacificazione sociale.
SESTO: Le Nazioni come gli Stati, le Regioni e le Province, devono disegnare politiche pubbliche orientate a rendere la società sana e sicura ed utilizzare al meglio la mediazione.
SETTIMO: Nei conflitti tra Nazioni è necessario applicare tutti gli approcci ed elaborazioni internazionali esistenti sulla mediazione ponendo enfasi sulle conseguenze prodotte dai conflitti bellici.
OTTAVO: La Pace e la Giustizia mondiale sono possibili solo se noi membri della famiglia umana impariamo a convivere ed a risolvere i conflitti cercando sempre di migliorare la società ed a ponderare anche le esigenze altrui.
NONO: Si deve premere per incrementare la mediazione paritetica affinché la mediazione contribuisca efficacemente alla democratizzazione e fare in modo che la democrazia divenga un modo di vivere.
DECIMO: E’ improrogabile che si stipulino definitivamente gli accordi tra i Paesi sviluppati e quelli economicamente emergenti per ridurre il cambiamento climatico ed il riscaldamento globale attraverso la firma del Protocollo di Kyoto nell’incontro che si terrà a Cancun, Quintana Roo, Messico, per proteggere e garantire la sopravvivenza del nostro pianeta.

La metodologia seguita dagli organizzatori del Congresso argentino è ricca di spunti di riflessione ed apre ad ipotesi di approfondimento future.
Il sistema italiano in particolare risente di ritardi che potranno e che dovranno essere colmati in ottemperanza alla recente normativa. Conoscere e sviluppare, seppure con le dovute differenze, altre esperienze più sedimentate può accelerare il nostro percorso. Anche se nessun relatore italiano ha partecipato ufficialmente ai lavori e questo di certo non ci aiuta.

L'esperienza di mediazione raccontata nell’accordo, seppur apparentemente folcloristico, “Un auto per il bebé” si ricollega alle problematiche tipiche della mediazione in ambito civilistico.
Chi potrebbe affermare che, in un condominio od in talune dispute successorie o diffamatorie, non si interpongono argomenti personali che nulla attengono alla controversia. Quanti potrebbero raccontare e descrivere casi concreti simili eppure diversi al racconto premiato.
Altro aspetto interessante del caso citato è il risultato ottenuto con la mediazione. Quanti casi difatti, anche in Italia, non possono o non potranno essere portati in giudizio: ecco, l'obiettivo da perseguire è qui l’accordo.

Considerando invece la Carta di Salta, sicuramente il quarto dettato potrebbe avere per l'Italia una valenza pregnante.
Il divario tra gli usi ed i costumi vigenti ed i diritti umani è una problematica che nel nostro Paese prende la forma del difficile rapporto tra le differenti culture, in particolare rispetto all'integrazione degli extracomunitari.
Il nono punto invece, che aspira ad elevare la democrazia come modo di vivere condiviso, potrebbe essere un buon punto di partenza per riflettere sui casi, molto italiani, di bullismo ed omofobia.


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