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APPROFONDIMENTI
Totalitarismo, democrazia, etica
di FEDERICO SOLLAZZO
Totalitarismo, democrazia, etica, sono fra le parole oggi maggiormente abusate, strumentalizzate, monopolizzate, rese didascalie al servizio di interessi specifici e quindi annichilite nel loro significato concettuale, nella loro potenzialità di essere allusioni a ragionamenti che non si riducono in loro stesse. Di fronte a questa problematica, è urgente (ma ancora possibile?) recuperare la dimensione alludente, metaforizzante delle parole, a...[continua]
Il fenomeno del Mobbing
di DONATELLA D'ADDANTE
Il mobbing è un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, ecc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale, nonché della salute psicofisica dello stesso. I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell'insieme producono danneggiamenti plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua stessa esistenza.
Questa pratica è spesso condotta con il fine di indurre la vittima ad abbandonare da sé il lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento (che potrebbe causare imbarazzo all'azienda) o per ritorsione a seguito di comportamenti non condivisi (ad esempio, denuncia ai superiori o all'esterno di irregolarità sul posto di lavoro), o per il rifiuto della vittima di sottostare a proposte o richieste immorali (sessuali, di eseguire operazioni contrarie a divieti deontologici o etici, etc.) o illegali.
Per potersi parlare di mobbing, l'attività persecutoria deve durare più di 6 mesi e deve essere funzionale alla espulsione del lavoratore, causandogli una serie di ripercussioni psico-fisiche che spesso sfociano in specifiche malattie (disturbo da disadattamento lavorativo, disturbo post-traumatico da stress) ad andamento cronico.
Va peraltro sottolineato che l'attività mobbizzante...[continua]
L'attaccamento
di CHIARA MIRANDA
“Il comportamento di attaccamento è quella forma di comportamento che si manifesta in una persona che mantiene una prossimità nei confronti di un’altra, chiaramente identificata, ritenuta in grado di affrontare il mondo in modo adeguato. Questo comportamento diventa evidente ogni volta che la persona è spaventata, affaticata o malata, e si attenua quando si ricevono conforto e cure” (Bowlby, 1988).
Nella vita di ognuno di noi, lo stile di attaccamento si manifesta come un insieme di regole tacite e spesso inconsapevoli, che guidano il nostro comportamento, al fine del raggiungimento di un obiettivo.
Alla nascita, il lattante si sente intimamente fuso con la madre dalla quale dipende la sua sopravvivenza, egli si aspetta che ogni suo bisogno venga soddisfatto senza interferenze, nei brevi momenti di separazione dalla madre, può provare una enorme angoscia legata al timore che venga messa in pericolo la sua stessa vita.
Per un bambino, la figura dell’adulto di riferimento, è essenziale perché col necessario sostegno, garantisce sicurezza fisica e psichica. Questo sostegno costituisce la “base sicura” dalla quale il bambino può partire per la sua esplorazione del mondo esterno, egli inoltre sa che può tornarvi in qualunque momento, perché sarà sempre accolto amorevolmente, consolato se triste, rassicurato se spaventato. Il ruolo del genitore è proprio quello di essere sempre pronto ad accoglierlo, nel momento in cui c’è bisogno di lui, senza però essere eccessivamente presente quando non necessario.
Un bambino può non essere in grado di attribuire il comportamento apparentemente...[continua]
Quale inglese per i nostri bambini?
di CHIARA CAPPA
Chi insegna inglese nelle scuole primarie oggi? Pochi conoscono la miriade di titoli diversi che oggi autorizzano i maestri ad insegnare inglese. Nella società delle tre I, di cui una delle lettere starebbe proprio per Inglese, lingua indispensabile per l'integrazione europea e mondiale, nonchè per il mondo del lavoro, sembra essere irrilevante chi insegna, dando il primato a cosa si insegna. Per legge, l’inglese va insegnato sin dalla prima elementare, non importa poi se vi sia continua alternanza di insegnanti e di metodi.
Paradossalmente, la laurea in lingue non è un titolo accettato. Per insegnare inglese alle elementari, fino a qualche anno fa occorreva aver frequentato un corso di aggiornamento di 500 ore, di cui 400 ore di formazione linguistica integrate da 30 ore di glottodidattica e 70 ore di attività di ricerca-azione, corso oggi scomparso. L'alternativa era quella di possedere un'abilitazione conseguita in fase concorsuale: dopo aver superato la prova scritta generica del concorso magistrale, si accedeva ad un breve colloquio orale in inglese, che avrebbe dovuto accertare la competenza linguistica e metodologica. Questa abilitazione è stata in passato rilasciata ai docenti più disparati, preparati e non. E' risaputo che al sud molte abilitazioni sono state rilasciate anche a chi di inglese non ne sapeva nulla, poiché...[continua]
La scienza è ignorante. Critica allo scientismo persistente.
di GIOVANNI SCHIAVA
Pensavo che il tempo dei maghi e degli illusionisti fosse finito, il tempo delle verità promesse, dei problemi risolti, dei professionisti del vero. Mi ritrovo, oggi, a dover smentire, a confutare dei profeti, dei tecnici che, indossati i panni della scienza, lanciano il loro sputo oltre confine, discettano di morale, di ontologia e di religione con l'unico strumento che si ritrovano, il metodo...[continua]
Vocabolario minimo del dialogo interreligioso 1 Per un’educazione all’incontro tra le fedi
di LAURA TUSSI
Il dialogo è il presupposto comunicativo tra esseri umani, una modalità relazionale e trasmissiva di contenuti, nozioni e semplici messaggi, come espressione di idee, di valori ed anche sentimenti, emozioni e stati d’animo. Il dialogo diventa però opera di cammino comunitario, di percorso ecumenico, quale intento volutamente costruttivo, quando implica atteggiamenti di accoglienza, nel confronto,...[continua]
Educazione: un viaggio di senso umano
di SILVIA GIOVANNA ROSA
Con questo articolo ci si propone di percorrere un ideale cammino, la cui destinazione è piuttosto incerta, tentando di superare gli ostacoli (in)sormontabili che di dubbio in dubbio si stagliano all’orizzonte, impedendo di avanzare, che sia in una direzione o nell’altra, o, peggio, condannando ad una marcia dis-orientata, indifferentemente rivolta in una direzione e nell’altra. L’immobilità di una coscienza che non procede oltre la mera fattualità del proprio esistere qui ed ora, a cui manca il necessario coraggio di scegliere per sé, (di sceglier-si ), o la ridda scomposta di pensieri grigi e neutrali, che affollano di volta in volta l’animo reso opaco dall’incapacità di riconoscere le sfumature, costituiscono due declinazioni possibili dell’essere umano, le quali, sebbene antitetiche, condividono...[continua]