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APPROFONDIMENTI

Il futuro dell’abitare tra baratto, kitchen design e co-housing

29/07/2011

Il futuro dell’abitare tra baratto, kitchen design e co-housing

Visto in una prospettiva del tutto diversa da quella che tanti esempi di “case del futuro” ci hanno abituato ad immaginare, il futuro dell'abitare pone il suo centro non sui modi nuovi con cui la tecnologia dovrebbe ridefinire le funzioni tradizionali, ma piuttosto sulle nuove “strategie di vita” che oggi stanno emergendo, diventando possibili e, per alcuni almeno, desiderabili.
Strategie di vita che sono il risultato di forme di innovazione che, più che tecnologiche, sono sociali e sistemiche.
Sono queste forme di innovazione sociale che si collocano al centro dell’attenzione rispetto al concetto di “nuovo” che emerge e del futuro possibile che ne potrebbe derivare.

Quando si parla del futuro, spesso lo si fa per cercare di 'orientarlo': non si mostrano “cose mai viste” ma si presentano dei “segnali del presente” che, per delle motivate ragioni, appaiono promettenti. E, su questa base, si estrapolano delle mappe e tendenze degli scenari del possibile.
Il futuro dell'abitare così come viene pensato si propone di aggiornare e rivisitare in chiave moderna strumenti del passato come via percorribile verso la sostenibilità, fondendo quindi i metodi del passato con le potenzialità tecnologiche, non perdendo mai di vista lo scopo principale, ovvero vivere in maniera sostenibile.
Tra i temi più in voga spicca il ritorno all'uso del baratto come forma di servizio, con la creazione della “Net”, rete di rapporti e scambi che dovrebbero indurre la condivisione delle risorse, intesa come strategie di vita all’insegna della sostenibilità e anche al fine di non produrre rifiuti (es. sistema del vuoto a rendere , anch’esso una rivisitazione di un usanza storica).
A fianco si sviluppano ovviamente le nuove tecnologie e si consolida l'importanza del kitchen design, con lo scopo di definire un corretto uso delle risorse energetiche e creare spazi adeguati alle nuove esigenze, ottenendo così in un mix di azioni un nucleo autosufficiente.

Community di baratto, riuso e prestito gratuito sono già nate, anche in Italia.
Il baratto favorisce semplici azioni di consumo intelligente e promuove stili di vita che tengono conto dell'impatto ambientale e sociale delle nostre scelte quotidiane, allena ad un consumo critico e sdogana una forma di scambio che può essere concretamente applicata alla vita quotidiana.
Baratto, prestito e dono sono inoltre azioni ad alto valore educativo.

Tra i nuovi modelli di consumo orientati al benessere sociale e ambientale, abbiamo i co-housing, intesi come community fisiche di abitazioni, ma anche reti aperte di relazioni reali e virtuali per chi abita e desidera vivere in condivisione.
Il co-housing non è un utopia ma l’esperienza quotidiana di migliaia di persone in tutto il mondo che hanno scelto di vivere in una comunità residenziale a servizi condivisi.

Il co-housing nasce in Scandinavia negli anni '60 ed è a oggi diffuso specialmente in Danimarca, Svezia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone.
Queste comunità combinano l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini...) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale.

Tipicamente consistono in un insediamento di 20-40 unità abitative, per famiglie e single, che si sono scelti tra loro e hanno deciso di vivere come una “comunità di vicinato” per poi dar vita – attraverso un processo di progettazione partecipata - alla realizzazione di un ‘villaggio’ dove coesistono spazi privati (la propria abitazione) e spazi comuni (i servizi condivisi).

La progettazione partecipata riguarda sia il progetto edilizio vero e proprio – dove il design stesso facilita i contatti e le relazioni sociali – sia il progetto di comunità: cosa e come condividere, come gestire i servizi e gli spazi comuni.
Le motivazioni che portano alla coresidenza derivano dall’aspirazione a ritrovare dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato e contemporaneamente il desiderio di ridurre la complessità della vita, dello stress e dei costi di gestione delle attività quotidiane.

In foto: Duwamish Cohousing, West Seattle


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